Nuova Repubblica - anno IV - n. 1 - 1 gennaio 1956

4 I 1 A v o·R o E s IN o A e A 'I' 1 I ljIBERTA' l)EljEGATi\ I L « QL.-\DRO » del inHlcontento cli quit:-i. LuUe le c~t– lf•gorie là,·otahici, in _que.-;to- scorcio cli fine cLrnn•J, è Yel'an1e11t.e desoli:rnt.e . .I~ non parlialllo dl:'lle categorie dip,.,ndenti dall'impt·e.-;R. p1·in.1ta, che pure non h..1n110 mo- 1 i,·o alcuno di soddisfa:,;ione: inlendianio riferirci ai la,·o– nctlo1·i che s:Jno al ser·,·izio dello Stato; dai fel'rovie1·i agli._ ju,,:..-gnanti, dai funzionari ai postelf"grnfo11ici, tutti gli sta– tali con1p1·esi i fut1zio11a1·i dir-igenti della « Uir·stat ». sono jn fel'rnento pel' le 1·0cent.i decisioni adottate, it.1 llli:lteria cli legge delt•ga. dal go,·e1·no. 1 profe.-;sol'i hanno da poco conclus-J uno sciopero, perfottarnente 1·iu:-;cito, di otto giorni e si rifiutano, per· 01·a, cli piutecipare agli scrutini dt>l pi·imo trirnestl'e che, secondo le disposizioni ministe– l'itdi, donebber-o esse,·e ultimati il G gennaio. Il professor· PagC'lla, srgretario del sindacato scuola. media, che conie è noh), è a strngtancle maggiol'anza democristiano e rap– pl't~sentatiYo del !)0% del personale i11sf'gnante, ha dichia– Nd,o <'splicitarne1ite: « Per qtlanto co1icer11e il personale cli– n,ttivn Pd ir1:-;f'g1urnle delle scuole seco11chuie statali, la « tabl:'lla » (degli shpendi fol'mHlati dal go\·erno - n.d.r.) conrenna le piì1 pes.-.:irnistiche previ~,;ioni ». E a p1'oposito clt,I tanto dibatlut..:> articolo 7 della legge clel€'ga, ha co,.;,i soggiunto: « li minislro del TesOl'O pretende im·ano di ;wel'lo applicato, mentr·e lullo il suo studio è blato dedi– CHlo a sY110tal'io del vei-o contenuto attn .. wer·S\1 una solu– zione fol'ma!e ». P1ts!-.;u1do ai ferr-oviel'i, il n-.alcontento non è rni11ore: non h.-rnno vi~lo conglobah') il premio d'interessamento 1wllo stipendio, né, nelle nonne dello « !:ltnto giul'iclico dei pubblici dipendPnli », che rappl'esentano l'aspetto sostan– ziale più gr·ave di tu1ta la questione degli statali, il lom sg.-rnciamcnto dallfl r-;tn1ttu1·a ammini,.;,ttativa dello Stato. Il :-.indacato ft>novieri adel'ente alla CùJL aveva pt·oclarna– t,,, lo ~eiopero pet il gior·no 29 dicembre, contrnt·iamente al parel'e delle altr·e 01·gani;,;..;a:doni che pur concli\·idono i mo– tivi dell'agitazione p1·oma."8fl dalla CG IL . .In realti1, l'asten– sione dal lavoro nella data Prescelta dal 81?.I, poteva riu~cire e~hemanieute i1ppopolare, e CO!-Ì, all\iltirno mo– nwnlo, i::lopo i colloqui dei sindacalisti delh1 f'GIL e df'l Sl,,'I con i minii-:ifri Uonella e Angcliui, lo sciopero è sta.tu i·e,·ocato. E : n•niarno .ai postelf'grafonici. Anch·e~si non hann•.J vi.-.:to l'f'Hliz;,;alo il congloban1f'11to e la segretel'ia dèlla l01·0 .federazione adel'enie alla CGIL « ha coìw9cato pe1· gi-o– vedì 2tJ dicf'rnbr·e il comitato esecntivo per deliberare lo foi-n1e concr·ete cli lotta, attnwerso le quali, a b·l'evissirna scnd~~11za, dovn\ e!-;pr·imNsi la prote-;ta. dei postelegrafo- I ~ .IT.ALIA, con una popolazione di 4i milioni di abi– tanti in cifra tonda, sono 850 mila i giovani di 14 anni di etìL; di essi 105.183, Cioè il 12%, frequenta– vano nel '51-'52 la. 2.a classe della scuola media unica (~cuoio statali, <·On valore !€'gaie e autoriv.zate). Nelle r,;cuole n:edie super-iori (classiche, scientifiche e nrngisfrali) e·r~rno 125.890 i gionrni isc1·itti alla prima classe, ridotti in qnada a -18.730 (il 37%). ~elle u11i,·ersil.\ la pel'centualf• dtJi laul'eati sugli iscritti alrultimo anno e i fuori corso è ancora pi1'1 bassa: il 21,7% secondo i dati dell'anno.acca– demico '51.--52. lH quei J05.188 giovani alunni di 3.a llledia non più tlt.112-3% pro,·iene da famiglie cli ope1•fti e cli contadini; la più ptt1'te è rappre:-:entata da giovilni di classi rnedie e ·bf'nestanti. Orn, poichè il i?% della popola..;ione è 1·appre– s,,ntata, nel no:-:ti·o pae::;e, da operai e da contadini e solo il J2% dagli addetti ai servizi vari ed alla pubblica ammi- 11i:-;tl'8'l.ione, la popol;w.ione delle nostre scuole riflette esat– ianiente, in senso inverso, (conglobando nelle medie le cb1s:-.i benestanti) il rnppot'lo fra la popolazione attiva del– J'inclu.$tl'ia e dell'ag1·icoltura e la popolazione attiva del terzia1·io. Questi confronti eSpl'irnono, in cifre, il grado di effet– tjva. clemocn1..;ia rHggiunto dalla nostra societù; una società chius:1 1 pe1·petuante i:-:.tituzionalmente e intenzionalmente un sistema di caste destim1to, a lungo andare 1 o ad una rotturn. Yiolenta o ad un a~servimento che, solo, può con– sentirne la consel'\·azione. Tenuto p1'eS'3nte inoltrn che, come già rileva\·a Gram– s,·i, gli stticlenti delle classi agiate beneficiano d'un ambiente matel'iale e psicologico pili favorevole al lol'O sviluppo intel– Jeth1tlle e, i11fine, alla lol'O collocM,ione sociale e che, per Ja 1nuggio1·e instabi!itù dei bilanci familiari delle classi povere, il più g1·an numero di casi di abbandono degli studi si veri– fica fra gli studenti di queste classi, si può affermare che la per111eabilità delle nostre istituzioni alle infiltrazioni dal ba,.;,.-;o :;i riduce prnlicomente a ;,;ero. :.Menfre negli Stati Unili il 08% dei giovani dai 6 ai 14 anni frequenta la scuola., da noi 1 milione e 100 mila giovani di etA compr·esa. fra quei limiti non otternpe1·a ad alcun obbligo scolastico (l) e ancora, mentre in URSS il sistema del sala1·io allo studente pern1ette a tutti e a tutte le et.i il passaggio élall:una affalti-a attl\·itiì, dall'una all'al– tra profe:ssione, da noi ben due milioni di lavorntori sono analfabeti (2). Mentre unfl minol'anza esigua di pl'ivilegiati natlU'al– ltlente accede, dopo un cuniculum di 5-;tudi inadeguato e trascinato senza convinzione, alle fun7,ioni clil'igenfi della. nostra socieU1, la nir1ggionrn:la è condannata nel <:nTOYcl– Jarsi sui pl'oble,ni pili elomenta 1·i: con1e tro\·are lavoro, nici it;.1 li;.rni .». l clipendeut i pPrifel'ici ck·i dicnsteri fi11,111- zia1·i sono in agitazione e le loi-a p1·eoccupazio11i si « ::,;01io nggravatt! sul pl'oblemH dello stato giul'iclico ».. Ua. il qtia– dl'O non è completo: Hnche i f11n:1.ionari dt•llfl « Dirstat ~ hanno prnclamalo cli a."-te11e1·sidagli uffici, l'Cspingcndo i p1·ovvf'clime11ti go,·e1·11Htivi. l pensi•.JnHIi l)l'Otestano - 11011 pot1?ndo fare altro - pNché le pensioni ,·e1Tanno deter– rninate non sulla bni:.e d~~lri11tero stipendio conglobHlo, n1a sul1'80% di ess·v, per- cui la pensione non sarà. pili dei f,l/10 della q11ola stipendiale 1na di pnco più df'i 7/l0. Uli · ste,.;,si maestri, ta11lo <1cco1nodfrnti, ta11to govel'tHltivi, tnnlo clemocri,.;,tiani mi1.iacciano di tibellarsi ai tappTe:-.en– lRnti sindacali che hanno e8presso la loro soddisfazione per le tabelle pte:-:entnle dal go\·e1·no ! Vogliono sf"guire il « ,nintbile esempio di compatte7,;,;a offerto dai pl'Ofes– sori ». E pofrernnio continuare, se ne a\·e,.;,simo lo spazio, pe1·cl1é non s·è rnai vistn tanta unanime l'ibellione ai p1·ov– vecliu1enti gO\·emalivi. Le rngioni econorniche cli malcon– Lcnto snssiston0, ma fol'Se non avr· bbern determinato il disagio diffu."-issimo cl1e esiste oggi fra gli statali. Che CMA. è dunque succe."-~o? 11 gcn·e,·no ha ultimato la rifol'ma. delle cAniere burocn1tiche, così come gli faceva obbligo• la leg:ge delega e, nei tenni11.ì da questa fo.:.sati (10 ge11- naio IH5G), il 1111ovostatuto entrnrebbe = vigo1·e dopo nn esame da pa1-te della commissione con~ultiva che non poti·ebbe essere che del t.ult-.J superficiale. Si pensi che in poco pili di dne settimane, con il Nal'ale ed il Capodanno cli lllezzo, ,dovrnbbe1·0 es.-;ere esaminati i pt'ovvedirnenti de– legHti che contPngono complessinunente 2350 ai·ticoli. I I male pe1·ò non consiste solo in qu€'sto; e anche se vi consisles.-:e sa1·ebbe di per sé già grave. Il rnale rnag– giot·e l'igual'da il contf'nuto rnilitaresco, antidemocratico, quasi bor-bonico. di laluni articoli che dovl'anno concor– r·crn a fot'111are « lo stato giuridico dei pubblici dipen– denti~; il quale non offre alcuna garnn:t.ia per il funzio– nario di fronte ad og11i possibile arbit1·io dell'esecutiv•.J, e ~,nzi lo pone al ,i.;ezyi;,;io,110n gi,\. della 1rn:,,.ione, ma di 1111 govenh) di pa1te. La libe1t;t individuale, la, personalità urnana. i dir·ilt,i civici 1 che conlìgnrano ciò che si deve ser– vii-e in un paese democratico, sono brutalmente {ci si la– ~ci pa~. ::arn l'er..pl'essione troppo fo1·te) calpestati, con un alto che, per il modo con il quale è stato pl'Csentato e pel' la inipossibilitit di una sua vbiettiva. nduta;,,ione, rappi·e– scntn un yero e pr-opr-io sopruso. Non c'è dubbio quindi che una p1·01·ogl'-I s'irnpone; 111a è sufliciente nna p1-01·oga, o l'intel'a q11estion8 F1nd1·à.1·ipor– tata \ -tJarlamento, lhll 1~1orne11toche non_ di questione S C U (_)LA E DEMOCRAZIA cunie e·vitare la disoccupa:t.ione, come assicurarsi un mi- 111mo non dico di benessere ma d1 poss1b1lità d1 soprav~ vivenza. « Pari•gj butta in acqua venli~inque milioni all'anno» affe,.ma,·a \iictor Hugo ne /..,e~ Misérables~ ed ernn venti– cinque rnilioni del 18G0. Non buttiamo a mare ogni anno il patrimonio più p1·ezioso: l'intelligen:t.a dei nostri giovani. A pinte infatti ogni conside1·azione di giustizia, noi sacri– fichiamo ogni anno al dio della fissità delle classi e delle speci la migliol'e nostra gio,·entù. L'immobilismo che denunciamo della nostra ·politica interna è la semplice espressione d'un immobilismo sociale che, per i giovani, è autentica soffocazione. AncoJ'a cin– quant'anni or sono nel mestiere e nell'al'\e, cui venivano il1iziati con un dui·o til'ocinjo d'apprendistato, veniva loro offerta la possibilità di una affermazione personale di inven– t:i\'itit e di intelligen;,;a e ~on ciò, sostanzialmente, una pos– sibilità di sviluppo; oggi, con la meccanizv.a:t.ione, sono scomparsi i vecchi mestieti e Ja possibilità di una affer~ rnazione si è elevata' ad un livello non pili 1·aggiungibile dtdl'uomo incolto. Ancont cinquant'anni or sono i pili cli,.;,pe1·ati e inhaprendenti potevano tentare la. via delle A meri che; oggi, controllata, misurata, l'emigrazione è riser– ,·ata. agli elementi git\ specializzati (se non addir·ittura uppartenenti a ben detel'minate forze politiche, ma questo è oltt·o discorso); se poi proprio li l'Odeva la passione degli studi, nelle campagne particolarmente, va1·cRvono la soglia dei seminal'i; strnda che oggi, per un complesso di ragioni che non starnmo a esHminat·e, neanche intrnvedon più. La libera concorren:la, p1·incipio e ginstificazione del CRpitali::imo, non gioca che all'interno di :-:.pazi ben deli– n:iitnti e chiusi; fuori di essi il destino della nascila. pesa né pili né meno che ~i tempi delle investiture e delle pl'i- 111oge11itur·e. In un'epoca in c11i cultura ed intelligenza sem– pte più vanno assumendo il ruolo di fun7,fone sociale, i nost1·{ migliori gio,·ani, impossibilitati persino al trasferi– mento 11elle grandi cittit pel' il pennanet e cli tutti gli sbar– r11menti del ventennio, son condannati o.cl Arì•oye]larsi umi– lia11trn1ente nelle ;,;011,~ osc11re della sottoccupnzione +~ a co11:-.11rnu1·sin una condizi0ne non di uo111ini nli't di sotto tiomini. (91) 1111011a rc1ml1blica t,~.c11ica si tratb1, 111a di pr·ublemi sq11i.-.:il<1t11l'ntepolitici, s,m,i adclir·ilt111·Hco:-1t-itu,.;ionali? l'/011 .. Pasloi·e, a. questo pro– posito, s·è così e.-;pt•f'i,SV: « Siflrno contrari ;dli'-\ proposta della CUI L di riportal'e ht legge delt~ga jn piuhrn1ento. Que:--io · f..H1·i:•bbe oltre lutto cli:111110!':0 alla catf'goria in quanto n:'l'- 1•,.•bhedifferita . .'!J'ine die l'auspicata solnv.ionc dei Yal'i pr-o- . blPmi risòhianclo di con1p1·ometlf'l•e quanto è sl..'tto gi;L fallo :t. f'i cot·i·e i·I dubbio elie \'on. Pa.-;ton:.', tw, f.di ai-ticoli più St•.-;:-;atori:,(li·lht l0g!,;f', ,·t•d1-t u11 n1liclo HIISilio al r-affol'z;1- na1nto del s110 sindHcat<, cliP. fr-a i sal:-1r-i~tti ~ le c.-1teg,lrio op<·n1iP d(•i pubhli~i diiwndi>nti. godA di .-.:ci:u~se acksio11i. !1('1· 111Ji fu r·aginllf"YOl1>;,;;,;a e -la di:-;cus:-;ion<1pe1·nrnngo110 fo11da111<"11b1li "'"'iµ<'nzi: di 11na ·con.'-;lpe\·ol;Rc~ ... ~~~~1·;~~.:i.R,RA LETTERE AL DIHETTOHE I lNCAPACITA' DI CAPIRE TORINO. 24 dicembre Cal'o CO(/;gnolo, 1nentre il l•'rnnte t·<'pnbblicano 11;tl-.Jcla.ll'alll-Anrn ,,Jet– torale fra. i t·adicali di Piene Mendès-.Frnnct-, t~ i socialisti ~~ balte per cli:1.r-ealla Frnncia una C'1-1.1nernche s.-1ppia qua11to meno t1·0,·a1·0 il cor·aggi,o per indire 11uove 0l0- zio11i co11 legge 1110110tntl'faldina, ecco elle iii Italia ve– dìamo l'Osservotore Ro1,iàno rnmmentnre pet·l•ntol'iarn('nte ai caU-alici francesi cli non clal'e il voto ad u11 énne1ni della t·Pligione, quale Sfl.rebbe appunto P-M-F. Ed ecco, .i:,;u 1l Mondo, il prof. De Cap1·aviis lamenlal'e che .P-M-F abbia. 1·espinlo il MRP s11 posi;,;ioni di de-stra, cbme se la colpa cli q11eslo slittamento (anche amme:-:so che il MRP non a,·esse già ~littato primn del go,·erno cli 1~-M-F) non fos.-;e p!'Oprio clPi dir·igenti di quel partito e delle autor·ìtii ecclesiastiche che li comandano. Ed ecco 1·011. J_,a l\_lalfa scrivere che « il Fronte 1·ep11b– blicano è animato più dalle idee di P-!IJ-lì' che dalle irn– pvstazioni dello Sls~IO anche se, per quanto riguarda la politica eutop€'istica, le nostre simpatie vanno più al n.1p– p1·Psenta11te socialista che a quello radicale», dimostrando così chiaramente di llùll comprendere che le idee di P-.M-F s0110 nuove e buone anche pel'ché non sono quelle di quel Dipar-tirnento di 8Utl,ù che attualmente conduce la poli– tica europeistica ufficiale, alla quale ha finol'a aderito lo Sl•'.1O. Ma non b~t."-ta: ecco !'on. Nenni i11vil,1.1·e i so(;ia.– li.-.;ti france:-:.i a rifiu!al'e l'alleanza con P-J\1-1? pe1· nppa– re11t1n.-.:icon i soli comuni.-stj,. e il ,.;,etti1na11nle deff USI elal'gire, con somma clisim·oltura, analogo con:-:iglio. UniU popolal'e attende il succe:-:so delle idee realisti– che cli I'-M-Jì', alle quali fi11alrne11te i socinlisli frano;esi paiono an·icina1·si; for-se C!:isi, abbandonati da. Lempo i co– n11111isti,_ ini;,;ieranno ancl1e a \ib~rarsi <.lt-'Icuznplesso dPl soci;disrno « puro ed autentico». Co1·diali salnti Ettore Si$lo J,a più forte rivendiC!:lZiune <lella gioventù, la giustizia., e il consolidamento della nostrn democra:t .ia, che è legc1to al 1·innovdn1ento delle sue classi dirigenti, vanno all'incontro e il punto delrincontro è lu scuola. ·sino a quando non se ne ,i.;l);1lanchernnno le porte a tutti i giovani, sino a quando, pnttican'1enfo, non si perrnettenì ai figli degli operai e dei contadini di evadel'e da.I IOl'Oambiente e di perconere la strada che la· 1oro intelligen:t.a e la loro volontà si rne1·i~ tano, noi non av!'erno nel nostro paese né una concrei a cle,nocrn~ia, né una sosta1niale liberti1. A diciott'anni, rnut·atore (mi sia consentito qui un rico,.do pei·sona1eL io mi l'Odevo e anche piangevo, s~d lavoro, nel vedel'e gli studenti avviarsi a scllola. nlle otto e mezza (e io·lavornvo già da un'ol'a e me;,;za) pel' le strade attomo al cantiere e maledicevo con ·1a società che mi negava i libri i giovani che .ne potevano godere e neanche davono a ,·ede1·e di nppre..;:t.arne il valore. Erano i pl'ivile– giati, per me, i figli della classe che ci opp1·imeva e che, rnandando i figli a scuola, si assicurnva e ci assicurava. il mantenimento del dorninio. Net '45, nell'atmosfe1·a della LiberazioJ1e, paitecipai alle speranze d'un 1·innovamento e c1·edetti che, almeno come sistema, quei tempi fossero finiti. E m'illudevo; come tutti, m'illudevo. Fascismo o 11011fascismo è la stessa società che si perpetua attrave1·so a. g11ene ed a. diluvi unica. e s.Jla vincitrice. All'i11conho, oggi, di tanti giovani intelligenti figli di operai e di .con– taclin\ c-ui, s_olo pe,.ché figli di operai e di contadini, Yiene negata ogni speranza di futuro io l'itro,·o, con le loro, le mie st.e,.;,,.;,e soffel'enze, il mio stesso sdegn-o cli quegli anni. La gioventù è, "elle condizioni d'oggi, l'età in cui si ACCU– in11la110 odi e nn1cori; odi e 1·ancoti che della nostra' so~ cieth ha11no. qualcosa di (•strnrnarnente fragile ed esplosi,·o. T.e no8tre aspirazioni· non urtano solo in una insèn:;i– hilitù, io una incapacità di classi dirigenti ma in una ben determinata· intenzionalitù, nella paurn stessa del progresso e delle rifo ..rne, nella pau1·a dei cornunisti. Se ai giovani delle classi popolari si nega la possibilità di ascendere a Junzioni dirigenti è tJi·oprio perché si teme, .con l'jnfìltra– zione popola1·e, la inViltl'inione comunista. L'immobilismo cui accennavo non è soltanto l'espre,"-S.Ìone d"tma soffo– cante immobiliUt sociale ma ttQ, mez;,;o cli difesa, e di difesa ~stre1J1a: poichè una società capilttlista c1·ea i suoi p1·opri affossatori, blocchiamone lo sviluppo. ·1 l diluYio ci sa,·ù, llla dopo. NINO ISAIA (l) La'disoccupazio11e in. 11.alia. - Relazione sintetica delle in– dagini e degli studi promossi dalla .Commissione Parlamemare d~inchiesta sulla disoccupazione, con prefazione di R. Tremel• Joni. Bologna, 1954. (2) Ibidem,.

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