Nuova Repubblica - anno III - n. 35 - 6 novembre 1955

Bit 6 UNA POLITICA 1-NTE L LI GENTE LA VOCE D IMILITANTI Pubblichiamo altri interventi che ci sono pervenuti da compagni e da simpatizzanti di Unità Popolare, intorno alla funzione del Movimento MINORANZE E PARTITI DI MASSA Ca..-o Codignola, il dibattito avviatosi su Nuova Repubblica in seguito al tuo articolo « Una politica intelligente» ci ha indotto ad un ripensamento della funzione di UP nell'ambito del– la. sinistra italiana. Quando noi dicia.mo che UP rappresenta l'avanguar– dia progressista del ceto medio, ci teniamo naturalmente debitori di spiegazioni e di conferme storiche. Il fascismo che, non bisogna dimenticarlo, prima di essere strumento della Confindustria, fu fermento di massa piccolo-bor– ghese ehhe come risultato storico di impedire per un ven– tennio il contatto fra i ceti m~di e gli intellettuali politici che, sezionatisi via via, furono costretti alPantifascisn10 cospirativo e così, Iata.ln1ente iso1ati, non poterono prÒmuo~ vere nessuna ripresa di tipo radicale 11ell'assetto borghese. Normalir,zatasi la lotta politica, il Partito d'Azione, nel quale erano convenuti questi intellet.tuali, caratterizzato da profonde e giacobine esigenze di rottura e insieme depo– sitario di tutto il più vitale patrimonio della democrazia politica, poté raccogliere, per i mefiti contratti nel]a Re– sistenza attraverso una vasta ed efficace organizzazione, considerevoli aliquote operaie e borghesi. Ma la disparità delle personalità e delle tendenze ivi confluite e la profon– da crisi dell'assetto borghese c.he si manifestò chiaramente incapace di una vitale ripresa democratica, condussero al fallimento questo partito che al di là di ogni generico so– cialismo e new-dealismo si rivelò un partito di intellettuali politici, frutto di una particolare situazjone storica e de– stinalo a disperdersi col mutare di essa. Partito dei ceti medi parve presentarsi anche la socialdemocrazia ma essa sorti l'unico effetto di trasformizzare le aliquote piccolo– borghesi del PSIUP col solito gioco delle clientele. UP ritrova in sé, per l'incontro fra socialisti e demo– cratici che Ifa realizzato, caratteristiche analoghe a quelle del Partito d'Azione, ed anche in essa possono rilevarsi tematiche socialiste, )aburiste o radicali altrettanto gene– •riche. Come il Partito d'Azione, UP è interessata v.ital– mente ad una più matura qualificazione politica dei ceti medi, perchè in questo movimento sono confluite aliquote di quel gruppo intellettuale-professionista che, sentendosi depositario e partecipe moralmente di tutto il patrimonio del liberalismo, nella problematica di concretizzarlo e at– tualizzado, non può accettare di scegliere la via di un'in– tegrale democrazia sociale: onde, fatto avvertito della so– stanziale confluenza degli interessi di tutte le classi lavo– ratrici, e quindi di quelli dei ceti medi con quelli del mo– vimento operaio e contadino, non può accettare di subor– dinarli• totalmente all'azione dei partiti di sinistra e si propone quindi una propria funzione autonoma. Senonché le esperienze del passato e un vigile senso della prospetti– va devono illuminare sul senso e· sni limiti di questa fun– zione autonoma .. Va da sé che l'originalità del movimento sta nell'aver indicato nell'alleanza sincera con la sinistra l'unica possibilità di uscita dal sostanziale equivoco del centrismo e di trasfo1·mazione democratica del paese nel– l'operazione delle famose riforme di struttura. Questo in– dica a sufficienza come non sia nelle intenzioni del mo– vimento stesso la costituzione di un partito radicale che, pl'Oponendosi un'impossibile ripresa dell'assetto borghese con forme di new-dealismo, sorti,·ehbe un ennesimo fra– sfor1nismo. In questa prospettiva UP deve li;,,itarsi ad essere una minoranza intellettuale con una propria fisionomia di clas– se dato che essa ha raccolto il patrimonio più vivo della rivoluzione borghese: e rifiutandosi di farne una precetti– stica da moralisti, riconosce che la difesa di questo stesso .patrimonio è possibile solo con l'intervento attivo della sinistra italiana nella direzione dello Stato. Dimodoché si pone il problema centrale delle relazioni di UP con le sinistre italian·e per dimostrarne la funzione politicamente ·attiva e trasformat,·ice. Proprio nel recente dibattito suscitato dal tuo artico– lo « Una politica intelligente» è apparso come questo problema no'n sia stato ancora affrontato dal nostro mo– vimento con la necessaria spregiudicatezza. Richiedere infatti al PSI di esercitare « il massimo di pressione sull'elettorato comunista» per realizZ'llre quello che sarebbe in ogni modo un assai strano « allargamento del socialismo», ottenuto. a spese di un partito che è già, e a pieno diritto, partecipe dello schieramento socialista, si– gnifica né più né meno ripl'Oporre la classica politica so– cialdemocratica della concorrenza e qLùncli, a più o meno breve scadenza, della rottura fra i partiti della classe ope– raia. L'aver salvaguardato la sostanziale compattezza delle classi lavoratrici-nelle condizioni più difficili, ·è il merito _storico dei partiti marxisti ed è un risultato che compensa largamente le perdite che è costato al socialismo italiano. .Riconfermare, come tu fai, l'opposizione al patto d'unità d'azio,ie e giudicare a1 tempo stesso una eventuale denun– cia del p~tto « reazionaria» ci sembra un poco paradossa- le: tanto più che non si vede come in un domani il ca– rattere reazionario di una simile denuncia possa venir me– no. Certo non si può prevedere quali saranno i futuri svi– luppi della politica unitaria e quali gli spostamenti di forze all'interno della classe operaia: ma qualunque cosa accada i principi fondamentali di quella politica non I!O– tranno mai più esser messi in discussione, soprattutto per– chè quei principi sono attivamente entrati nella coscienza delle masse lavoratrici che a buon diritto li considerano quali conquiste inalienabili del movimento ,socialista. La nuova politica della sinistra italiana, e quindi anche la politica di UP, deve partire di qui e non gio– va a nessuno progettare impossibili processi involutivi. Chi corne noi vuole inserirsi attiva1nente e organicamente nella sinistra deve saper riconoscere che una sinistra sen– za comunisti non è dato vederla in Italia, e che una « nuo– v.a sinistra » in funzione più o meno esplicitamente antico– munista è un non senso. Non si tratta quindi soltanto, di accettare il dialogo con i comunisti, ma di studiare i termini d1 una collaborazione con tutte le forze della sinistra mar– xista. All'uopo occorre rinunciare a troppo compiaciute de– nunce di ipotetiche crisi nel PCI e non considerare a prio– ri il PCI incapace di « un'azione democratica efficace per tutti». Ci pare inoltre inesatto fare della'. nostra autonomia nei confronti del PSI una semplice questione di costume politico: 1'itenian10 anzi che, se non vi fossero altri n1otivi, sarebbe nosfrd preciso dovere entrare-nel PSI per contri– buire alla restaurazione di un costume democratico. E' al– trettanto ovvio che a giustificare la nostra autonomia non va.lgono considerazioni di carattere tattico quali la necessità di .agganciare determinati ambienti del centro-sinistra che oggi gravitano insistentemente intorno all'operazione La Malfa. In realtà noi ci diversifichiamo dai socialisti per una ragione di fondo che è quella diversa tradizione po– litico-culturale che abbiamo cercato cli delineare. E' ne– cessà.rio a questo punto sottolineare. che nessuno incontro a mezza strada può avvenire fra noi e i gruppi di centro– sinistra, con i quali potremmo avere in comune quella tradizione, senza compromettere il significato fondamenta– le del nostro processo di formazione, Qhe si è espresso nella scelta del versante proletario come nostro versante di lotta, si~è una confluenza potrà avvenire soltanto sul nostro t '1.rl' eho, nella nostra formazione. · Si tratta dunque di meditare soltanto come sia possi– bile articolare concretame,\te, sul piano tecnico-ideologico e su quello organizzativo, un rapporto fra minoranza· intel– lettuale e partiti di massa. Ci pare comunque che in que– sta ulteriore meditazione si debba tener conto che quel rap– porto può· essere efficiente unicamente nell'ambito di una ~tabile alleanza col PSI tale da determinàre, in sede elet– torale, uno schjeramento unita.rio. Cordiali saluti, Claudio Costantini Edoardo Grendi COLLABORAZIOJYE CRITICA Caro Codignola, la distensione internazionale e la situazione difficile in cui si travagliano tutti i partiti politici italiani può pre– sentarci una buona occasione: alla prnssima consultazione i cittadini _non dovranno più credere di dover scegliere tra la pace e la guerra o tra la libertà e lo schiavismo, po• tranno finalmente dare un voto per quà'lcuno e non contro qualcuno. Il diÌemma sempre posto dalla DC ad ogni sca– denza elettorale ha costretto i cittadini, sprovveduti in ge– nere, ma efficacemente imbevuti di conformismo e ricattati dai pulpiti e, dalla stampa ·governativa, ad una scelta dura e difficile. Ogni volta ci siamo chiesti stupiti la ragione · del suècesso della DC, successo ad ono.r del vero raccolto non soltanto nel ceto medio o piccolo borghese ma anche nell'ambiente operaio e contadino. La ragione è da ricer– carsi nella propaganda demagogica, nella equivoca violen– tazione delle coscienze; nel ricatto ; non si possono defi– nì re altrimenti certe circolari episcupali, l'intervento della Chiesa, le minacce di scomunica. ,. A tutti questi elettori noi dobbiamo rivolgerci, ai la- . voratori in genere, appartengano essi alle classi operaie propriamente dette od al ceto medio, agli intellettuali, ai .piccoli commercianti ed industriali: dobbiamo convin– cedi che la democrazia e la libertà non si salvano le– gando i propri interessi al carro dell'attuale grande in– trigo governativo, che è necessaria una più equa distribu– zione della responsabilità di governo e che è indispensa– bile che la classe lavoratrice tutta e unita faccia acco– gliere le proprie istanze. Questa nostra iniziativa non deve confondersi con l'ap– pello dell'on. La Ma.Ifa per una u~ione di tutt( i laici; la SLta proposta non si differenzia dai molti tentativi già fatti, e la ragione del suo. insuccesso · è da ricercare essen– zialmente nel fatto che La llfalfa non propone che una. con- .(85)··nuova repubblica centrazione di quei laici· che già troppo si sono compro– messi con l'attuale compagine governativa. Con ·le stesse persone come sarebbe pQssibile fare una nuova politica? Riteniamo invece cbe Unità Popolare possa divenire il centro propulsore di una nuova concentrazione democra• tica; esigenza questa che è ormai nelle cose: il rinnova• mento non può che avvenire in una certa direzione né può essere attuato da· una alleanza esclusiva della demo– crazia cristiana con i socialisti, alleanza che all'atto pra– tico si risolverebbe in un compromesso ed in un « do ut des ». Una politica di rinnovamento sociale capace di far germogliare quella coscienza democratica di cui la Resi– stenza aveva gettato il seme: questa è l'esigenza. Non quindi, come qualcuno teme, una politica di rottura o di èoncorrenza con quelle forze, come il PSI, che rappresen– tano già una parte delle classi desiderose di rinnovamento, ma una schietta alternativa democratica basata su tm programma non utopistico che tenga conto della re~le situazione del nostro paese. Non mera polemica quindi, ma sprone e critica serena e collaborazione con quelle forze già costituite che mirano alle stesse finalità. Quasi tutti i raggruppamenti politici ai quali rivolgiamo il no– stro appello hanno commesso errori nel passato; basterà 1·icordare per alcuni la campagna per la CED, per altri l'ostentato antisocialismo, ma oggi con alcuni di essi si può ripa.rlare e gli errori si possono rimediare. Unità Po– polare desidera riprendere il colloquio con essi e là dove. non fosse possibile una· collaborazione ai vertici invita ad un dialogo la base. Si rivolge poi a tutti quei cittadini che ancora si tengono lontani dall'agone politico; Unità Popo– lare deve evidente,nente condurre una seria azione di edu– cazione politica, unica possibiliti, cli salvezza per la de– n1ocrazia. Cordialmente, tno Guido l' eneziani AZIONE PONTE "Egregio Direttore, sono un assiduo lettore di Nuova Rep11bblica ed è con particolare attenzione che seguo la discussione susci– tata dallo scritto di Codignola apparso sul n. 27 del Suo giornale. E tanto mi interessa che anch'io vorrei espri– mere il m.io pensiero in proposito limitatamente a quella parte dove Codignola, dopo la premessa che i comunisti stanno subendo una « profonda crisi politica ed ideolo– gica», per cui si pone il problema « di allargamento del socialismo, fino a renderlo capace di ·assorbire sia una parte dell'elettorato comunista che nna parte dell'eletto– rato di centro-destra», passa a.d indicare la funzione che devono esercitare i gruppi socialisti e democratici mino– ri. La quale funzione, sem.pre secondo Codignola, sarebbe ·quella di « consentire al PSI di esercitare il massimo di pressione sull'elettorato comunista senza per questo per– . dere la capacità di espansione sulla sua destra». Partendo da quella premessa, era chiaro che la tesi di Codignola sfociasse nell'orientare il movim<llltO di Unità Popolare e gli altri partiti minori di centro ad appog– giare ed orientare il PS{ perché eserciti il « massimo di pressione sull'elettorato comunista ». ' Su tale quesito a me pare sia nel giusto Guido Maz– zali quando scrive che il PSI non può porsi tale obbiet– tivo anche perché ciò non muterebbe i rapporti esistenti nel nostro paese, se non a vantaggio della destra econo– mica. Infatti, è chiaro che spostando un certo numero di voti dal PCI (anche due o tre milioni, come imnizza La Giustizia) al PSI non viene affatto mutato il rap– porto tra. gli schieramenti politici del nostm paese anche se, con1e n1i si obietterà, viene ad au1nentare l'influenza dei socialisti nella vita politica; influenza incapace, però, da sola a determinare lo spostamento a sinistra dell'asse politico italia'no. Ora, a me pare che un sostanziale mutamento dell'asse politico esistente in Italia può verificarsi se viene appro– fondita e accettata l'altra parte della proposizione di Co– dignola: « espansione a destra del PSI ». E' da quella parte dello schieramento che va fatto il massimo sforzo per aiutare l'azione che il PSI ha delineato nel suo ulti– mo congresso. Ed è in quella direzione che i socialisti •hanno « bisogno di avere accanto altre forze, non come alleati ausiliari, ma coattori », come ha scritto Parri. Ed è in quella azione di «ponte> che il movimento di Unità Popolare ed i partiti 1aici assurgono ad una funzione pre- . cisa e fondamentale perchè tendente a orientare verso il centro-sinistra l'elettorato del nostro paese ed a mutare in quella direzione l'asse politico. Orientamento che. do– vrebbe trovare consenziente lo stesso Codignola· proprio perchè, come coattori, le forze laiche aiuterebbero il raf~ forzamento del PSI e lo metterebbero in grado, qualora ciò si verificasse, di assorbire anche quella parte dì elet– torato che i .comunisti potrebbero perdere. E soprattutto, scusi la franchezza, signor Di rettol'e, sarebbe chiara anche la posizione che Unitil Popolarn deve occupare. Con i migliori saluti, Daniele Da Grnnaiola L'ECO DELLA STAMPA UFFICIO DI RITAGLI DA GIORNALI E RIVISTE Direttore: Umberto Frugiuele Milano, Via. G. Compagnoni 28 Corrisp. Casella Postale 3549 Telegr_ Ecostampa

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