Nuova Repubblica - anno III - n. 22 - 7 agosto 1955

i.- nuova repubblica ·-S E'T T E G I O R N I NEL MON n·o CINi\ E STATl,UNITI ·»· ALL'INCONTRO cino-americano di Ginevra, « al · livéllo degli ambasciato,·i », non ci si poteva aspet- i~re la soluzione_ dei grandi problemi aneora in sospeso - ammissione d~lla Cina comur~ista all'ONU, ·riconoscimento americano, que ·tione di Formosa - ma solo Qna ripresa dei contatti « al livello dei consoli gene– rali » iniziati .µn anno fa, dopo la prima conferenza cli Cipevra, per la liberazione dei cittadini intemati dei due paesi. Ma, pur avvenendo « al livello degli ambasciatori», quest'incontro di Ginevra si è in partenza caratterizzato come un incontro molto p1ù importante di quanto non ·lasciasse suppoiTe il titolo dei rappresentantl. dei du" paesi. Gli Stati Uniti si sono fatti rappresentare dall'ambascia– torn degli Stati Uniti a Prnga, Johnson, esperto degli affari estremo-orientali, il quale si trovava in M4nciuria, ·all'epoca di Pearl Harbour e- rappresentò il suo paese nei negoziati di Pan-Mun-Jom per la tregua in Corea. La ·Cina Òomunista è stata rappresentata da un esponente. altrettanto qualificato, "\,Van Pingnan, ambasciatore a. Va.r– savia, che aveva trattato con il generale Marshall a fianco cli Ciu En-lai quando il rappresentante americano aveva con1pìuto, nel 1946, un'infruttuosa -missione di mediazione. I,'.ìdea di un colloquio diretto fra Stati Uniti, e Cina era· stata lanciata dal Primo Ministro cinese alla fine della conferenza afro-asiatic_a cli Bandung della primavera scorsa e sembra che il rappresentante personale di Nehru, Krìshna Meiwn, avesse consigliato agli americani di non tardare troppo a 1·ispondere a quell'offei-ta perché i cinesi, avreb– bero potuto altrimenti riprendere l'offensiva contro le isole attorno a Formosa. · Comunque sia, in queste ultime settimane, e, in par• ticolare, dopo il risultato di Ginevra, si è profilata sempre più chiaramente negli Stati Uniti una tendenza favore• vole alla ~oluzione del.la questione estremo-orientale, che gli Stati Uniti sì e1·ano rifiutati di ·discutere a Ginevra con i sovietici, nonostante le sollecitazioni di questi µ!timi, per. non turbare il clima ginevrino e per discuterla con calma, a quattr'.occhi con i cinesi, cosa che non sembrava fare eccessivo piacere all'URSS. Secondo il New Y or/e 'l'imes, gli specialisti americani concorderebbero nel ritenere che la !f'Ìgliore sistemazione S ARA' PERCFIE' LA STAGIONE esth;-a si avvi– cina alla punta massima, quando più gente che può abbandona lavoro e città per rifugiarsi in campagna, al mare, all'estel'o (o per -.:enire a Lon– dra, che è ancora una « vacanza» desiderata dagli abi– tanti delle campagne e delle altre città inglesi); sarà dunque perché c'è un periodo vuoto davanti a noi: ma raramente come adesso la vita inglese è stata piena cli cose, cioè di probfemi da risolvere, di problemi risolti, cli questioni piccole e grandi che aggiungono continua– mente nuovi co!Òri, e suoni, alla vita di questo paese. Pensiel'O e tempo, sono gremiti La pressione dei fatti, non– ché e più, der ,·agionare sui fatti àttuali come prefigura• zione di quelli futnri, diventa quasi angosciosa. Sarà che noi italiani viviamo in nn perenne stato di immobilismo (e non è solo questione politica, ma della vita d'ogni giorno). di Iunghi spazi intercorrenti tra un gesto, una pa– rola, e l'altro: ma si prova un senso di soffocazione, ta– lora, come se la valanga delle cose decise, o - ancora discusse, fosse lì lì per schiacciarti. Viene in niente, allo1·a, che forse gli ingtesi ce Ja fanno perché evitano con ogni 1 cùra di interrelare gli av– venimenti, effettivi o prog,·ammati che siano. Come se procedessel'o ·per rompartimenti stagni, in una società che a fmia di empirismo si sia stratificata in specializzazioni - cose e pel'sone - che diventano caste. Oppure, ed è la spèranza cli chi guarda a questo paese come a uno dei pochi ·che ci possa aiutare, tutti quanti, a uscire dall'in– trico cli un capitalismo cbe· veste panni socialisti (e non molla la presa) e di nn socialismo che si annacqua e sco• !ora entl'O la democrazia politica (cioè entro le macchine degli a.ppai•ati partitici e governamentali) o si inturgidi– sce most!'uosarnen~e nella coJJcentrazione del potere po– litico ed ~conomico; oppure, appunto, c'è da cl'edere che ognuno conosce la. prnpria fonzione e muove i suoi passi sapendo -- per una sorta cli intuizione sociale nuti'ita cli tradizione e di sénso · civico - che contemporaneamente altri, in divel'se sedi, si rnuovono, si esprjn1ono co~ stile eguale al suo. I temporali hanno spento d'improvviso il caldo (come sempre « il maggiore che da dedne di anni si avesse in Inghilterra»), e anche vitè. I fulmini sono cliventati as– sassini. Nell'aria rimbombavano tuoni naturàli, i giorni scorsi. Così si è quetata la polemica sui «bang» degli aerni a reazione quando ~pezzano il muro del suono, e rintrona nel cielo uno strepito paul'OSO che diventa fami– liare, e più agghiacciante, nello scroscio dei vetri rÒtti. Si farà il possibile per evitare che i piloti sorvolino le città a quota tl'Oppo ba,5stt; si pagheranno i danni: ma l'indu– stria, d'altronde, deve pur fare le proprie prove ... Quell'industl'ia, è stato autorevolmente a.ffèrmato, che nessuno sì sogna di voler trattenere nelle città. Un de– centramento pl'Og.ressivo parrebbe non troppo ostico ai conservatori; o almeno a quelli che rappresentano gl'inte– i:cssi dell'industria moderna. Per- i conservatori di cam– pagna, dei distretti rurali, il discorso cambia completa– mente.· Saranno contro l'arrivo delle industrie nel coun- alla quale gli Stati Uniti possono oggi aspirare con la Cina consiste nella cessione di Quemoy e di Matsu ai comunisti, nel mantenimento ciel regime di Ciang Kaì-scek, ~olo come rappresentante di uno Stato cli Fo,.-mosa, nell'ammissione del regime di Mao Tse-tung all'ONU come rappresentante della Cina continentale. · Interrogato in una conferenza _stampa da un gioma– lìsta nazionalìs.ta cinese sul piano delle.« due· Qìu~ :., Eisen– hower ha risposto che « non è mai ·stato discusso » in sede ufficiale; ma tutto il pensiero politico americano comincia a tenerne conto, come di una base realistica di trattativa con i comunisti cinesi, ispirandosi maga_ri ai' riconosci– mento dello statiM quo delle due Germanìe, pl'oposto dai sovietici a Ginevra, come base dì partenza per un lento e progressivo raggiungi!!Jento dell'unità tedesca nel quadro di un sistema di sicurezza europeo. Da questa situazione è certamente partito il Primo Ministro cinese Ciu En-lai nel discorso che ha pronunciato a l'echino, dayanti al Congresso de) Popolo, alla vigilia del primo incontro fra americani e cinesi a _Ginevra, quando ha proposto un patto di sicurezza asiatico, ciel tipo cli quello proposto a Ginevra dai sovietici per l'Europa, nel quale dov1·ebbero inquadrarsi trattative dirette fra la Cina comunista e « le autorità locali di Formosa » per la'. « libe– razione di Formosa con mezzi pacifici », da.nclo così l'av– vio ancbe ad una riprnsa dì ,·apporti normali fra Stati Uniti e Cina comunista, la cui ammissione all'ONU diven– terebbe in tal caso una conseguenza logica del successo cli queste trattative. Le trattative cino-america.ne saranno però molto più difficili e complesse di quelle relative all'E,iropa. In Europa, gli Stati Uniti trattavano da una posizione d1 forza, aver,do· dalla propria. parte una Germania occidentale che, anche non riarmata, ha oggi una potenza economica praticamente pari a quella· della Germania unita prebellica. In Estremo oriente, invece, non solo nessuna delle grandi potenze non comuniste ha accettato cli alline8J'si sulla politica ame– !'Ìcana, ma anche il blocco del Pacifico, noto col nome di SEATO, non è in nulla paragonabile alla NATO. D'altra parte, a sei anni di dis_tanza dall'unificazione del continente cinese sotto un goverp.o co1Ù.unìsta, è ditTi– cile ignorare la nuova situazione che si è laggiù costituita PANNI SOCIÀLISTI LETTERA DA LONDRA tryside, contro le « nuove città» che mangiano pezzi di buona terra da lasciare al piacere della caccia e del pae– saggio, contro le minacciose ·nuove strade previste nel piano per la costruzione· di mo tor ,·oads (autostrade). Che cosa mangeremo, dicono, e di che cosa nutriremo lo spirito, se continua la mania di venire a cercare operai più malleabili in campagna, case più a buon mercato in terreno ag,-icolo, espl'Opriazioni più semplici per strade che facilitino la velocità ttutomobilistica? I Ma le fabbriche mettono fuori sempre più automobili. Sempre più macchine utensili per accelerare il ritmo di lavorazione. A non volere incominciare con i licenziamenti, bisogna pensare a riduzioni di ora rio. Parrà strano, ma la prima proposta è venuta da. tutta --un'altra parte che qnella automobilistica: dalla parte dei ferrovieri, che par• !ano di 40 ore settimanali e di paghe cla migliorare. Intanto la direzione delle ferrovie studia un pl'Ogram– ma, per la modernizzazione degli impianti, e lamenta il costo ciel carbone. fl ministro per i combustibili è assa– lito dai compagni di partito, accusato di incapacità tec– nica perché .il costo ciel carbone è sa.lito ancora e c'è stata una insurrezione delle grandi e piccole industrie le quali, si capisce, proclamano che i loro prezzi dovranno, prima o poi, aumentare. La colpa è della nazìonalizza.– zione? I minato1·i (questo è il me e dei congressi delle Unions, in previsione ciel congresso del TUC a settembre) sostengono che la colpa è cli chi dirige, del coal board: mi spiegava giornf or sono J"olm McNair, l'ex-segretario ge• nerale dell'Inclipèndent Labour Party, che vive nelle zone minerarie, con10 sernpre di più quei lavoratori par1ino i11 >termini di socializzazione. · Eppure gli stessi conservatori hanno dovuto dichia– rare, all'House of Commons, che il loro progetto di sna– s.ionalizzare completa.mente i trasporti su strada non an– drà avanti. Sia perchè non si sono trovati ì compratori del parco veicoli, sia. perchè in effetti l'industria privata non può coprire l'intera richiesta nazionale (nonostante che lotti concorrenzialrnente in modo feroce, sulla pelle dei conduttori obbligati a medie orarie, e a ore di lavoro, che li porta sempre più spesso a uscir di strada). I NTANTO NEI BUS di Londra, come già nel tube, au– menta il numero dei «colorati;» ammesso a fare da bi– glietta.i. E' dunque finita l'opposizion_e dei lavoratori « bian. chi», che portò nell'autunno scoi·so a scioperi scandalosi? In Blackpool, durante la conferenztt della Transport and Generai "\,Vorke~p' Union, è sta.ta a.pprovata una mozione che condanna 'alsiasi discrim,inazione razziale nella as- 5 .. -~ (lfaly's News Photos) Dichiarazioni di Martino dopo Ginevra e tenere attomo alla Cina un c9rdone sanitario, come quello inutilmente posto attomo alla Russia bolscevica nel l920, che la Cina dovrà necessariamente spezzare con la forza se non ne viene regoziata pacificamente la sop~ pressione .. Sarebbe bene ·che, nel momento in cui la stessa F1·an– cia annuncia di volere ristabilire rapporti ,,conomicì e cul– turali con la Cina, anche il nostro paese, conti-ibuìsse con un atteggiamento distensivo, ad un più lapido raggiun– gimento della pace in quella zona, tenendo conto che, · oggi più che mai, la pace è indivisibile e la pe1-sistenza di una sola zona di tènsione nel mondo compromette l'ef– fettiva distensione in tutte le altre. PAOLO VITTORELLI ,unzione di lavoraton.,. ma i bussmen del Midlands si sono asten nti da.I votarla ( è passata con i voti degli altri, be– ninteso), perché, dicono, le paghe sono troppo basse e dob– biamo lavorare 7 giorni per settimana se vogliamo aver da 111angiare: l'arrivo degli in1tnigrati non aiuta certo! Né, ahirné, codesta irrimigrahione pare utile al paese d'o1·igine. Dalla. Giamaica, per citare il paese cli cui più si parla in materia, emigra il 36 per cento di lavoratori spe– cializzati (ne rima.ne in patria un 5 per cento), il 56 per · cento di donne maglieriste e addette a telai (il 12 per cento della totale forza lavoro rimane in Giamaica) ; emigrano dalla città (da Kingston: ci abita il 21 per cento della. popolazione giamaicana, e ne è partito il 61 per cento degli emigranti), mentre la miseria batte soprat• tutto nelle campagne. Allora ci si interessa a.Ila partecipa- : zione che l'lnghiltena vuole dal'e all'International Finance Corpoi-ation, una nuova struttura finanziaria basàta su ca• pitali privati e gestita con sistemi strettamente priva- . tistici per investimenti nélle arne sottosviluppate. Ma i - laburisti non ce l'hanno spuntata, quando chiesero che non si facessero discriminazioni su I tipo cli governo che sia al potere nel paese da aiutare; il govemò, hanno risposto i conservatori, deve dare garanzie cli serietà e solidità economica... Sappiamo che cosa ,•noi dire, in termini po– litici, una frase ciel genere. Ma d'altra parte: non è toc- · cato a chi scrive di sentir affermare cla UJJ deputato la– btnista, specializzato in argon1ento, che, beninteso, i paesi coloniali che ricevano aiuti {possibilmente se,,ondo scherni diversi da quelli appena votati) dovranno, in contropar- . tita benevola, impe~narsi a non fare conconeriza alle ìn– dust.-ie ingle i? Si ha l'impressione, in certi momenti, che l'abitudine al potere politico (o la speranza cli averlo) abbia gra.vemente infettato il socialismo (e non solo in Inghilterra). • Presa ciel potere politico» e« concentrazione del potere economico», questi i dogmi permanenti cli molti· uomini che si credono cli sinistra. Mentre i leadera delle Tracie Unions battono e ribattono, di congresso in con– gresso, che bisognerà rafforza 1·e il loro potere centrale se si vuole uscire dalle crisi che il movimento operaio attra- · ve1·sa in Inghilterra. Nessuno pensa {però G. D. H. Cole sì; e morto Laski è la testa più fìna che abbia il socialismo inglese) a nn rovesciamento con1pleto di posizioni; a un socialismo clavvern decentl'azionista e gestionario, basato sui posti di lavoro e sulla interconnessione di pr9duzioni, consumo, organizzazione amministrativa (fabbriche o ter• ra; spacci cooperativi; autorità locali). Pl'oprio Cole ha affermato, nel mezzo del luglio accaldato e nervoso, che egli guarda n:Ìolto più ai socialismi d'Asia (e un giorno a quelli africani) che, mettiamo, al socialismo tedesco o francese. Perché di là, dice, ci viene la lezione cli un socialismo che non ha subìto la conuzione parlamentare e governa• mentale, che non si è lasciato ingabbiare nelle formule autoritarie, gerarchiche, della stn1tturn industriale. Siamo forse alle soglie cli una ripresa ciel socialismo basata sulla fresca energia delle popolazioni contadine? Per noi italiani, direi, l'argo111e1>1to è pieno di seduzioni. CARLO DOGLIO

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