Nuova Repubblica - anno II - n. 20 - 25 ottobre 1954

6 GRUPPI al lavoro DIREZIONE Nella sua ultir\la tornata, la Direzione ha ratificato la delibera dell'Esecutivo di considerare fuori dul M.A.S. i con1pagni che, in" con– trasto con le decisioni della Dire– zione e nonostante i ripetuti inviti loro rivohi, hanno continuato a farsi pro111otori, in Bolob.,,a, di un cosiddetto « Movintcnto di Auto– nomia Soci,,lista » al di fuori di ogni legarne politico e organizz– tivo colla direzione nazionale del M. A. S. li gruppo di Bologna del nostro Movimento continua a far capo, conte per il passato, ai con1- pagni Hosa e Telmon. ROllA In data 22 ottobre, il Gruppo di Roma, dopo animata discussione, ha approvato l'azione svolta dal Diret– tivo Nazionale del Movimento, e ha delegato come propri rappresentanti al convegno nazionale i compagni Emiliani, Bcrtolino, Nanni, Galluppi e Landolfi, col seguente o. d. g.: L'Assemblea di Autonomia Socialista, riu– nitasi il giorno 22 01tobre alle ore 20,30 nella sede di Comuuità, - presa in esame la situazione politica generale e le prospettive cli a-Lione di Autonomia Socialista; - constata come siano validi oggi più che mai i profondi motivi che diedero vita ad A. S., la ricerca cioè di un sosµnziale ~1fi:,:o cf~n~~(etr~bi~~iv~ut:la io;;ti~~~~~Ì>il: perseguire soltanto stimol.mdo e favorendo <1uel processo di apertura della situazione politica italiana che, nel quadro della nuova fase di distensione internazionale, ha creato le condizioni obienivc per una • reale ed efficace alternativa socia)js1a. - Rileva che gli ultimi avvenimenti poli– tici hanno confonnato la rinuncia del P.S. D.I: ad ogni prospeuiva socialista. Tale Partito ha inoltre abbandonato ogni tcn– tat ivo di connessione tra la, D.C. cd il P.S.I. - L'Assemblea Roma,la ritiene che uno dei com1>it.i fondamentali di A.S. s.ia quello di offrire al P.S.I. una maggiore possibilità di iniziativa per portate sino in fondo la politica di alternativa socialista e, conse– guentemente, ·cli accelerare il processo di chiarificazione interna cd esterna di tale Partito, ponendolo di fronte alle responsa– bilità che gli competono. - A questo fine rileva che, nel quadro delle prospettive suindicate, Autonomia So– cialista può concretare la propria ripresa politica cd organizzativa soltanto qualifi– candosi, nell'affrontare i gravi problemi politici del nostro Paese. come l'elcmcrHo dinamico e pro1>ulsivo dello schieramento socialista, di cui essa è strutturalmente partecipe. - Da ta·lc indicazione deriva la necc~sità di risolvere in maniera definitiva il problema dei rapporti con gli altri gruppi di U.P. Del resto nuovi e più organici rapporti con tali gruppi. che ne 1-affor1ano il prestigio politico e l'impegno organizzativo, non do– vranno alterare la precisa fisionomia ideolo– gica e politica del movimento che è e ri– mane socialista. un sistema maggioritario, che non consente' alcuna possibilità di presen– tazione di liste autonome. In una recente riunione del grup– po unitario di U. P., si sono prese una serie di decisioni organizzative rese particolarmente urgenti dall'at– teggiamento di alcuni compagni che nei mesi scorsi, a seguito di ripetu– ti atti d'indisciplina, si erano messi fuori del Movimento. Si sta ora prov– vedendo ad una Sede, e si sta orga– nizzando un cic)o di dibattiti politico– culturali. SIENA Il 16 settembre si è riunita l'as– semblea per la relazione del direttivo uscente, la nomina del nuovo diret– tivo, e la relazione dei delegati al convegno di S. Miniato dGllo scorso luglio. Il direttivo è stato confermato nelle persone dei compagni Corsi, Mcnicori e Talluri. t stato poi esa– minato l'episodio Corsi-Lucaccini, e ai due compagni l'Assemblea ha ri– conf crmato all'unanimità la sua pie– na fiducia. Si è quindi iniziata la discussione di una mozione presen– tata dal gruppo giovanile. PONTEDERA Il gruppo, nella sua riunione del 5 ottobre, esaminata la situazione po– litica attuale e il problema organiz– zativo del movimento, ha approvato un o.d.g. nel quale, dopo aver rile– vato che per le prossime battaglie politiche è necessario delineare un preciso programma c. chiariti i pro– blemi interni, dare al nostro movi– mento una struttura organizzativa unitaria capacè di proporlo all'opi– nione pubblica, invita la Segreteria Nazionale ad indire al più presto un Convegno Regionale Toscano nel quale sia fissato il piano della pros– sima azione. S,\NMINIATO Alla fine di settembre, il gruppo di U. P. si è riunito per sollecitare un convegno toscano, destinato a discutere il definitivo assetto organiz– zativo del Movimento, la linea tattica per le elezioni amministrative pros– sime, e la trasformazione in settima– nale di 'Nuova Repubblica'. Succes– sivamente, nel corrente mese, il grup– po si è nuovamente riunito (con la presenza di altri compagni di centri vicini, come Ponte a Egola) per ascol– tare e discutere una relazione tenuta da Codignola. Il Convegno toscano è stato rimandato a dopo quello na– zionale di fine mese. NUOVA H.EPUBBLICA VITA DI FABBRICA SAPER DIRE~ SAPER CJAPIRE? R esponsabilità - periodico sociale « per Capi d'Azienda» si occu– pa regolarmente delle questioni so– ciali nell'ambiente di lavoro e del comportamento che - di fronte ad esse - deve tenere il dirigente mo– derno. E se ne occupa sotto un pro– filo teorico che finisce per rappresen– tare uno schema ideologico del patro– nato à la pagc. Non potremmo con questa nota esaurire l'esame di un atteggiamento comunque interessante; però pensia– mo sia possibile rilevare delle « chia– vi » utili alla comprensione delle esposizioni teoriche di maggior por– tata. Una di quc~tc ...« chiavi » è of– ferta dall'articolo « I discorsi da fare » pubblicato sul numero del maggio scorso e ripreso dalla rivista francese analoga « Chcfs ». « Ci sono adatti modi di espri– mersi e cattivi modi di esprimersi », avverte l'articolista. E si elencano eia un lato i cattivi modi con la contrap– posizione, dall'altro lato, dei modi adatti. materiale - di fornire spiegazioni? Non si tratta soltanto di un pro– blema di rivendicazione, da parte dei lavoratori, di un riconoscimento con– creto, effettivo, della loro funziona– lità - riconoscimento che la frase delicata, diplomatica, finge soltanto di fornire; - si tratta anche di un problema di funzionalità nell'azien– da, di comunicazioni tra diversi or– dini di responsabilità. E, badiamo, non parliamo delle sole spiegazioni necessarie a ben com– prendere una disposizione o una direttiva; spesso ciò sarebbe già mol– to, ma non è tutto. Vogliamo invece intendere quel famoso cointeressa– mento allo sviluppo generale del– l'azienda che infinite volte si dice urgente provocare nei lavoratori, guardandosi bene dall'indicare solu– zioni che non siano puramente mar– ginali, quando non del tutto fasulle. Eppure dovrebbe apparire chiaro che l'interessamento, la partecipazio– ne attiva all'andamento aziendale, non si ottiene con la « cultura » dei giornali aziendali, né con la pubbli– cazione di un articolo laudatorio una volta tanto. Si ottiene con la costante attenzione all'opinione degli interes– sati, e con l'abolizione del costume degli « ordini che non si discutono». Si è mai visto qualcuno eseguire con passione un lavoro di cui è il primo a non capire niente? Si può pen– sare che si sviluppi una comprensione quando i dipendenti sono sistemati– camente tenuti all'oscuro delle ra– gioni che consigliano le decisioni anche minori? . Ma crediamo di sapere il motivo ·c1iqueste reticenze. L'interessarnento vago, passivo, non danneggia; ri– mane sul terreno delle emozioni, della psicologia più o meno spicciola. L'in– teressamento che vorremmo chiamar-e organico e strutturale, che vuole andare in profondità, che presup– pone la conoscenza effettiva dei mo– tivi e delle azioni, e si esprime at– traverso la valutazione e la critica, quello è uno degli aspetti di una concreta educazione del lavoratore; cd è pericoloso. Che anziché dire ad un impiegato • - un dipendente in genere - « Lei non è all'altezza», oppure « Vedo che non le riesce di cavarsela », op– pure « Lei mi chiede troppe cose; si arrangi », oppure « Lei fraintende sempre le mie istruzioni », ci si possa esprimere in modo più gentile, siamo perfettamente d'accordo. Vorremmo anzi notare che già il modo di espri– mersi « cattivo », quale è indicato dal giornale, è già di molto superiore a quello usato nella realtà; e aggiun– gere che un corso di buona educa– zione .,per Capi d'azienda e dirigenti in genere è tutt'altro che fuori posto. BASTA L' ASSISTE~ZA? Ciò che chiediamo è dove finisce il semplice problema di un modo «adatto» di esprimersi - problema marginale - e dove comincia invccè il problema di come affrontare e ri– solvere situazioni di fronte alle quali un modo o un altro di espressione ha poca importanza. Quando « ~csponsabilità » (citan– do da « Cb6' ») ci pone l'esempio cli questa frase « Lei sembra inadatto per il compito», ci pare che non si tratti tanto di discutere se questa frase sia adatta o no, ma piuttosto se l'osservazione" corrisponde ad una realtà, e dei modi di soluzione - con o senza corredo di « relazioni uma– ne» - di un problema concreto. Quando - per portare un altro esempio - « Responsabilità » cita come espressione « cattiva » la frase « Non ho nessuna spiegazione da darle », ci pare che nessun muta– mento cli queste parole con altre più delicate possa cancellare il problema sostanziale: sino a quale punto è possibile « emanare direttive» senza l'obJ;,ligo morale - e la convenzione I 1 «Notiziario» della CGIL (n. 16/17 dell'agosto - settembre scorsi) riporta il testo della legge del 9 agosto 1954, n. 65 7, che sostituisce quella del 4 ottobre 1953, n. 1827, riguardante l'assistenza post-sanato– riale. Con la nuova legge l'assistenza viene estesa ai familiari dell'am1nala– to; inoltre vengono ammessi al ·diritto di assistenza post-sanatoriale « colo– ni, mezzadri e loro familiari, anche nel caso che essi rientrino nel fondo o nel podere, purché non riprendano la loro norm.ale e continuativa atti– vità di lavoro». Pensiamo che l'interpretazione di questo comma presenti ·delle notevoli difficoltà. Comunque ciò che ci inte– ressa è non soltanto l'ammontare delle indennità (che non conosciamo, ma che non fatichiamo ad immagi– narci irrisorie, a petto degli evidenti problemi economici di un tuberco– lotico che non possa lavorare); il problema, per noi, è di coloro che, non così scalognati da. non poter più lavorare, debbono riaffrontare un'attività tli lavoro che, spessissirno, ha contribuito in notevole 1nisura a condurli al sanatorio. Nei sanatori dell'INPS, dove la percentuale di opera i e contadini è elevata., questo problema è sentito con accenti che non si esagera definendoli tragici. Il falegname, il tornitore, il fresa– tore, il piccolo artigiano, il piccolo mezzadro, per citare solo alcuni casi, raramente possono cambiare m.estiere ammettentlo che tra le diverse spe– cializzazioni e attività manuali, qual- cuna possa ancora adattarsi a ex– ricoverati. Si incontra così con fre– quenza che le stesse statistiche me– diche riscontrano, preoccupate, il caso del ricouerato che, dimesso co– m.e « stabilizzato » - cioè come av– uiato a definitiva guarigione per ave– re superato la fase acuta e iniziato felicemente la fase risolutiva, - ri– torna in sanatorio dopo alcuni mesi per cominciare la serie delle rica– dute. Ora, che si provveda a coloro che sono definitivamente inabili; o che si cerchi di alleuiare le ristrettezze di coloro che ancora non possono lavorare, pur essendo stati allonta– nati dal sanatorio, è chiaramente opera lngica che bisogna portare sino in fondo con l'erogazione·di un'inden- 11i!à che non sia una beffa (sino ad u,1 anno fQ. si trattava di pochissime. centinaia -di lire al giorno per un'in– tera fam,iglia). Ma il grosso dei tuber– colotici è costituito da persone che possono ancora benissim.o rendere e guadagnarsi il pane senza per questo rischiare la pelle. Cosa si fa per costoro? Il problema dei centri rieducatiui, dove l'ex-ammalato possa apprendere un mestiere non dannoso alla sua delicata condizione, è stato più volte agitato senza alcun risultato. Ed è amaro constatare ancora una volta che la « pezza » è sempre pronta - basta che qualcuno si agiti e strilli a lungo; - ma che mai si affrontano le soluzioni fo11damentali, effettive. - L'Assemblea riafferma chiaramente infatti che tali nuovi rap1>orti con gli altri gruppi di U.P. non debbono preludere alla costi– tuzione cli una formazione cli cosiclelta « Tcn.a Fo,~,,a », radicale o raclical– socialista, od anche, come è stato avanzato, liberal-socialista. clic non ha nessuna J>O'-Si• bilità di esistenza e nessun senso nella situazione italiana, se 11011 quello di creare le condizioni obiettive. nel caso cl'inasp, i– menio della lotta nel Paese, per un Fronte Popolare. Né infin('. alla creazione di un terLO Pari ito Socialista. - Infatti, mentre la realiaaLione di un fronte po1>olare, con la preJ>ondcranza eh~ in esso avrebbe il P.C.I.. soffocherebbe quei sintomi di ripresa. di una prnpria )lolitica che oggi si manircstano nel P.S.I., d'altro lato la costituzione di un terzo parlito socia-lista significherebbe un'ancora maggiore clivi~one e.cl . immobilizzazione di•llo schil'r~– mcnlo socialista che allontanerebbe clcfin1- tivamente ogni possibilità cli una politica di alternativa socialista e, quindi, di unifica– zione dei socialisti. 2°CONVEGNO DIAUTONOMIA SOCIALISTA A1a uon basta. Nei sanatori ogni attività è giustamente limitata dalle ore di indispe11sabile ri/ioso. Ma ri– mane comunque del tempo; quel tempo che no,i passa mai, che si cerca di riempire con l'eterno gioco a carte, l'eterno gioco al biliardo, la /Jflrtita a bocce o al pit,g-pong. Si è detto e ripetuto più volte che la malattia e l'atmosfera, 110,t. certo spensierata, del sanatorio sono osta– coli inrnrmontobili ad ogni attività vera, ma non crediamo sia esatto. •- L'Assemblea eia quindi preciso mandato ai delegati al convegno nazionale di mante• nere nei limiti espos1i ogni documento clw sancisca più stretti cd organici rrl1)porti cli A.S. con gli altri gru1>pi cli U.P .. e_ di chiedere che. pur parteci1>ando ad un a·1.1one ì~lj~~~jl~~ ~i;~ !iJ l~;,:;:.e~~ :ì~tci.~:·~;lj J>;1•i U.P. a gara-n7ia clclle sue più prcci'-e istanze socialis1e, l'or1,tania.azione esistente almeno in forma verticale. AOSTA Per le elezioni del Consiglio Re– gionale della Valle d'Aosta, che si terranno il 14 novembre 1954, il nostro. gruppo ha deciso di concor– rere alla formazione di una lista di concentrazione di sinistra alla quale aderiscono anche: P.C.I., P.S.I., In– dipendenti, la cui denominazione è UNIONE DEMOCRATICA AUTO– NOMISTA VALDOSTANA. I can– didati di U. P. (A. S.) sono l'Avv. Renato CHABOD, e il Prof. Ccsirio DANZt. - Com'è noto le elezioni per il Con– siglio della Valle si effettuano con o Per i giorni .~1 ottobre e 1 11nve1nbre c. a. è con"ocato a Fire,;ze il 2° CONVEGNO NA– ZIONALE di Autonomia Socia– lista, per clisculere sul seguente o. d. g.: DOMENICA: 1) Relazione politica della Segreteria sul tema: La /un– zione ·tfel socialis1110 autonomo nella tletern1inazione di '"' nuovo eqHilibrio politico nel pnese. 2) Discussione generale. LUNEDI': 1) lllustruzione delle 1nozio11i cleU'Eseculivo: a)_ suJla posizione di U. P. e sulle sue prospetti"e poli– tiche; b) sull' jn1egrazione dei gruppi di A.S. in Unità Popo– lare; e) sulla gran1n1atica. CO i1uposlazione pro- 2) Discussione sulle ,nozioni. e \'Otazione I la,•ori si svolgeranno nel salone dell'Albergo Balestri, P. /11entana "· 4 (dulln stazione 1ran1 n. 19 nero); secondo l'orario sçv.uenle: DOME ICA 31 ottobre - mat– lino: ore 10-13; po1ncrig– gio: ore 15,30-20. LUNEDl' 1 novembre - mat– tii\o: ore 9,30 - 13; pome– riggio: ore 15,30 - 19 (circ11). Per la purteeipazione al Con– vegno trttti i delegali dovranno essere in possesso di speciale caria rilasciata dalla Segreteria organizzatiYa. La Segreteria del Convegno funzionerà :fino uJle ore 22 di sabato 30 ottobre presso In Sede di P .za della della Libertà 15 ·( dalla stazio- ne nn. 1, 17, 19). Dalle ore 8 del giorno 31 otto– bre Ja Scgrcleria funzionerà in– vece presso la sede del Con ve– gno (Albergo Baleslri). Ogni gruppo potrà farsi rap– prcsenlare al Convegno da uno o più t·ompagni, incarjc.uli di espritnere l'opinione di lutto il gruppo. Per ragioni organizza– lÌ\'C è opporluno che ogni gru11- po fuccia conoscere con Jn 111uggio1·e sollecitudine possibi– le il nun1cro presumibile dei delegati che interverranno al Con\'cgno e, possibiln1cnte, il loro norue. :E; altresì necessario che ciascuno s'ilnpcgni a resla– re pres·ente per tutta la durata dei ]avori. L'l Segreteria organizzativa ha concordulo parlico1ari 1110- dalitù di soggiorno per ridurre u] n1ini1110 le spese dei parteci– panti al Co1wegno. li fatto è che in nessun sanatorio si è mai cercato di svolgere, con le dovute cautele fisiche e psicologiche, un'attività educativa; nemm.eno sul– la malattia, nemm.eno questa elemen– tare opera di ed1,cazione - così necessaria in chi deue specialmente curarsi da sè - viene tenuta. Eppure non soltanto recenti teorie sostengono che certi lavori non siano affatto i1'compatibili con lo stato di dege11za; ma il prolungarsi di questo ozio, di questa pesante iner– zia, sfibra il lavoratore-degente e lo rende anche 1neno adatto a riaffron– tare la vita. Senza contare che questo tempo è perduto senza alcuna ragio– ne, mentre nel sanàtorio stesso po– trebbero essere forniti i primi orienta– menti verso una nuova attività. Vita di sanatorio, m.a no,i « vita di fdbbrica »? infatti. Ma quanti operai e impiegati trovano che la porta della fabbrica è diventata quel– la del sa11atorio e ritorna ad esserlo continuamente? c. s. t.

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