Nuova Repubblica - anno II - n. 14 - 20 luglio 1954

6 GRUPPI al lavor,1 VERONA Pubblichiamo, con for,ato ritardo, il testo di una lettera inviata dal com– pagno Dcan al segretario di una se– zione veronese elci P.S.I. I' r,una, :u maggio 1954 Il n aulln noll:ur I hr alla sua sc:iottc td a 11uclla dtl l'arl1lo comunista è sia.lo notificalo lo 1/ratlo dallo ude demaniale "' fo,.:a della re<enl~ disposi:.ione presa dal Ministuo presieduto dall'on. Scelba. Alla decisione di ricuperare allo Staio lulli i brni, che furono di proprietà dd Partito /a1cista o delltt sue organi::.a=ioni, noi, che della i:olontò maggioritaria si.amo rispellosi, NOn avremmo nulla da obidtare u il prou.:edimuto stab,lùs, la restitu:io11e al Partito socialista degli immobili, di cui i /astisti s'impossessarono con la uiolenza dal 1921·'22 in poi; se non fosse ispiralo a quella /a:iosità, che, uenga donde si vo• glia e cl1i1rnq11erolpisca, ,aoi sempre abor• ,iamo; se, i11/it1e, ,w,i avessimo il sospetlo rhc 110,a al'rà ap/Jlica:io11c a srn/Jilo di tulle lr fo,ma:ioni politirlir, ma Jofo di q1ullc dtll'tslremo saniJtro. In ude locale noi ,,,,,, pouiomo da,e al• t,o appor,10 alla /1roltJla dd s110 ParlJto, /1u1rchi <111dlo dtlla. Jolulantta, clu in q1u• \IO /ran1tnlt: s, t:ostit11rsce al d, Jopro d, l11lltt le pro/ondt dittrten.:e ,h.c c, dic,do• '"'· Alo le assicu,n ch.t ntllo prossima JC• du.ta dello d1r,:ionc no:ÌONalt dtl nostro mtnmunlo di Aulo110,t11a Soc,alula rhtede• ,n ai compagni, du la qutsliortc degli 1/ratti dai beni già /asciJti sia esami,aala d'urgtn:a dalla 1i11nla na:ionale di Unità Popolare e rh.t siano compiuti i pass{ neces• sori per addivenire atl una solu:ione equa, conforme allo spirito democratico. No,i so tacerle, i11/i11e, l'amare::a e/te noi prodamo tulle le volle, e non son poche, i11 rni siamo tratti a co,ulalare co• me ,ul nostro /1oese tal1111e dis/Josi:ioni le· xislative trovino /}ro11ta e :ela11l11applica• :ione, mentre ad aflre 11essu,w po11c mano, quasi le ltggi non fosuro t11tlc m11nile dtllo clou.sola ,urntha c di potere <oercitin,. Cos1, Ionio pu eUm/1l1/icorc, t, normr giu• ndich.e che iielano lo rìrn1t1tu:umr dtl Partito fascista t qudlr rii, dc/ìnuronn dr· litio l'apolo1ia del fo,rumo nmangono ,. rimarra,sno inopnont,, ma l'nlro i termini floblliti, /oru un:'alc,ma p,oroga. t·er,an• 110 tu1u1ti gli sfratti drl suo Partite, e dd Partitn romunista dallt sedi di propridà demanialc, o meno che la nostra comune n:iontt non approdi olla rtt·oca dd proni'• di mento. L'nige,1::0 ddl'imparziale rispetto e della rigorosa applica::io,ie della le1ge è u,io dei /011dame,t1i del nostro Afouime11to, come di og11i riuile associaziot1t'!. A•li a11g11ro clte af– l'i11lmnsige1'tc difesa del prrsligio della le1r ge, Slt cui 1i/1os(1 la /or:a morale e l'o11lo• rità dello Staio dr11waalico, aaorra110 ro– loro dre hun,10 romballulo r comballono perrhi non Jio,io rrord,nali , pilastri dello 'R,.pubblica italiano, la rul islllu:ione costò lu,a1hc, ordur, songuinoJe lotte r duri Sll· crifici allr classi lai·oralriri td alla gior:entù. nostro. I cornpa1ni td am1<1 di Unità Popolare• Autonomia Socialista porio.no o. lei ed allo suo u:1ont il loro soluto ed i migliori 11 Scg1eta rio pro, incialc (CIOVA. ..... NI DEA. ..... ) MANIFESTAZIONE di partigiani A -LASPEZIA ei !{iorni 31 luglio e 1 ago– sto si tenà a La pezia una manifestazione partigiana di carattere nazionale, organiz– zata dall'Associazione Parti– giani e Mario Fontana». ade– rente alla F.I.A.P., e con la partecipazione dei gruppi par– tigiani affini dell'Alta Italia, • inquadrata nelle celebrazioni del X anniversario della Libe– razione. La manifestazione culmine– rà con una grande riunione in pia11a Verdi, alle ore 21 del MlUNO Domenica 11, ha avuto luogo a Milano l'annunciato convegno delle province lombarde. Vi hanno assistito anche rappresentanti delle province di Novara, Reggio, Torino e Verona. La discussione è stata aperta dal compagno ALONZt, cui hanno fatto seguito dettagliate relazioni sulla si– tuazione delle varie province. Quindi il compagno ComcNOLA ha svolto la relazione politica generale. In matti– nata si è avuto anche un intervento di GREPPI, cl pomeriggio la discussione poli– tica è seguita animatamente sul piano organizzativo. Si è infine votato un o. d. g. per la istituzione di una più v~lida organizzazione regionale, di– sungucndosi gli organi direttivi di Milano dagli organi direttivi lombar– di. Segretario del comitato lombardo è stato eletto il compagno GREPPI coadiuvato dai compagni ALONZ[; CALEFFt e VENEZIANI: di esso farà parte un rappresentante per ogni pro– .vincia. li comitato di Milano sarà rimane~giato in conseguenza. VENEZIA Domemca 18 ha avuto luogo l'an– nunciato convegno provinciale, a cui la Dir~one è stata rappresentata dal compagno DEAN. PISA A S. MINIATO,il 1° agosto, Fer– ruccio Parri celebrerà il Decennale della Resistenza, nel corso di una pubblica manifestazione organizzata dal gruppo locale di U.P. - Per il m<'se di settembre è pre– visto un convegno elci gruppi pisani di U.P. • A.S., da tenersi in S. Mi– niato. Interverrà un membro della direzione e saranno invitati i respon– sabili delle province limitrofe. li gruppo di PoNTEOERA,gui– dato dal compagno Carpi, prosegue nella sua attività di propaganda in favore di e uova Repubblica>. .t inoltre allo studio un giornale mu– rale, che dovrà rispecchiare l'atteg– giamento dei socialisti autonomi di– nanzi ai gravi e molteplici problemi della zona. POGGIBONSI (Firenze) Domenica 18 u.s., il compagno Al– bertoni, segretario della Federazione fiorentina del MAS, ha qui celebrato il Decennale della Resistenza. Segreteria organizzativa La Segr. org. nazionale del Movi– mento di A.S. ha provveduto ad inviare a compaRni e simpatizzanti il discorso pronunciato da PIEROCA– LAMANDREI, il 28 febbraio 1954, al teatro Lirico di Milano, e ora raccolto in un opuscolo che reca per titolo: e Passato e avvenire della Resisten– za >. 'e restano poche copie per eventuali nuove richieste, da indiriz– zare s ubito a lla Segr. Org. Naz. del MAS, P.za Libertà, 15, Firenze. 31 luglio, manifestazione per la quale è prevista con qua– si assoluta certezza la presen– za di Parri e di Greppi, e for– se anche quella di Calaman– drei. Il 31 luglio sarà dedicato alle celebrazioni vere e pro– prie; il 1 agosto saranno com– piute gite nel golfo ed altre attività di carattere ricreativo. Tutti gli interessati sono cordialmente invitati, in par– ticolare il gruppo fiorentino di partigiani e giellisti. La Segreteria Nazionale Or– ganizzativa di A. S. con sede in piazza della Libertà, 15, Fi– renze, si mette volentieri a disposizione degli interessati per ogni evenienza. NUOVA REPUBBLICA LA PAROLA AI COMPAGNI AUTONOMIE REGIONALI di Gianfranco Oontu P RENDO lo spunto eia una nota di Codignola (n. 26 cli N.R.) ri– guardante il problema delle Autonomie Regionali. Sono d'accordo in linea di massima sull'inutilità di uno Statuto s1:iccialcper il Trentino l' per il Friuli non rsistcndo in tali ter– ritori quelle precise esigen«· lingui– stiche e tradizionali csist('nti invece nella Val d'Aosta, IWll'Alto Adige, nella zona Triestina. Non sono d'accordo quando si af. ferma che il problema autonomisti– co delle due isole andava risolto nel quadro della generale riforma autonomistica dello Stato prevista dalla Costituzione. Forse, vivendo fuori della Sardegna. non ~i può conoscere il profondo sentimento autonomistico che pervade l'animo della quasi totalità dei suoi abitanti; sentimento maturato nei campi di battaglia e nelle trincee ciel Carso, sentimento diffuso dai combattenti della « Brigata Sassari > fin negli infimi strati della popolazione ru· raie. Stato d'animo, si badi bene, informato non ad un generico scns<1' di anti-italianità (e il contributo d, sangue dei volontari sardi nel 1915-18 dovrebbe farne fede), ma piuttosto ad un profondo desiderio di rinno– ,·amento economico, ad una ferma \'Olontà di porre fine allo stato di abbandono e di arrrtratezza in rui i governanti centrali avevano fino ad allora tenuto l'isola. II fascismo comprese subito il pericolo insito in questo Movimento e lo sciogli– mento di esso fu uno elci primi provvedimenti della dittatura musso– liniana. Dopo la caduta ciel fascismo, l'esi– genza cli una vita regionale più di– disarticolata dal centralismo statale, si fece sentire più viva cd acuta; pro– babilmente a dare a questa esigenza ideale, un contenuto di pratica nr– cessità, concorse il fatto che la Sar– degna dal luglio 1943 al luglio 1945 rimase quasi completarnf'ntc· isolata dal resto della azione, r dovette sopperire con le proprir risorse allr sue necessità materiali. Finalmentr la Costituente accoglie,·a l'istituto della Regione com~ organo di decen– tramento, e la Sardegna veniva in– clusa tra le 5 Regioni a statuto spe– ciale. E qui sta il punto. Siamo noi tra i primi a deplorare che il generale ordinamento autonomistico dl'llo Sta• to previsto dalla Costitu,iom· sia rimasto lettera morta. Ma, ci chiediamo, sarcbbr stat.:1 sufficiente una similr riforma gene- 1ale a risolvrrt' i probh·mi pn,-firolari di una isola assopita nel torpore di una rconomia primitiva r cli un secolare abbandono? oi siamo drl parere che l'Isola abbi~ biso11;noper -risolvere i suoi problrmi dello spe– ciale Statuto riconosciuto!,• dalla Co– stituente che consente alle forze po– litiche isolane di risolvrrr con l'in– tervento diretto i suoi problemi o di far sentire il suo prnsirro r il suo parere nelle materie di compe– tenza del Governo rentralr. Non chiediamo cli arrivarc- a cer– ti eccessi dello Statuto Siciliano, ma solo di poter applicare gli articoli sanciti dallo Statuto autonomo che. a nostro avviso 1 non contengono alcun germe cli disintegrazione nazio– nale. Che l'esperimento regionalistico non sia fallito dopo un quadriennio di attività. è dimostrato dal fervore di vita nuova che si riscontra nel– l'Isola: Opere pubbliche, Cantieri. meccanizzazione dell'aJ!ricoltura. Cer– to molto di più poteva essere fatto per la rinascita dell'Isola. Ma non dobbiamo dimenticare che anche la Sardegna manca, come del resto la Italia tutta, di una alternativa di sinistra democratica, e quindi anche l'istituto autonomistico, come il Go– verno centrale, deve essere retto da forze politiche di centro, autonomi– stiche sl, ma non troppo sensibili ai problemi sociali; noi siamo fiduciosi tuttavia che un lungo cammino potrà essere ancora percorso. L'idea autonomistica è dunque un principio ormai acquisito dal popolo sardo, una conquista storica. che sul piano na~ionale ha lo stesso signi ficato della vittoria repubblicana del 2 Giugno. • Questo hanno cÒmprcso le for,c di estrema sinistra che da irridu– cibili antircgionalistc quali erano nel 1946 sono diventate ferventi autono– miste; anzi il P.S.I. ha addirittura assorbito una parte dei quadri ciel vecchio Partito Sardo d'Azione. De– mocristiani e Sardisti hanno una lun– ga tradizione autonomistica; clirhia– ratamentc ostili pf'r ovvie ragioni Li– berali, Monarchici r Missini. Agno– stici sul problema i Socialdemocra– tici. E questa. a nostro avviso, è for– se una delle ra11;ionicldla loro scarsa popolarità nell'Isola, unita all'altra, del resto comune in tutte le zone arretrate del Mezzogiorno, del facile attecchimento presso le masse popo– lari del paternalismo monarchico e della demagogia comunista. Un chiarimento in proposito s'im– pone quindi anche per il M.A.S. poiché solo la libera discussione può essere fonte di rhiarrzza e di avvi– cinamento di opposti punti cli vista. IL RICATTO ALRIARMO TEDESCO di OuldoFublnl U 1'0 dei principali ar,11omentt '. he propongono i e ccdisti ad 011;ni costo> è questo: Non ,., r alcu11a soluzione di ricambio alla C.E.D.: u l'Italia e la Francia non attettano il riarmo della Germanw ton la C.E.D., l'Inghilterra , gli Stati Uniti riarmeranno la Germania senza C.E.D. La C.E.D. impedisce il riarmo nazionale della Germania, mettendo le sue forze armate sotto il controllo internazionale: la C.E.D. è dunque il minor male>. A questo « ricatto al riarmo te– desco > sembra che non vi sia nulla da rispondere. Se effettivamente In– ghilterra e Stati Uniti sono ben de– cisi a riarmare comunque la Ger– mania, se sono ben decisi - in altri termini - a non i•e,iire mai a patti ton l'U.R.S.S. tn Europa; se, d'altra parte, la Germania di Bonn è ben decisa a sacrificare la possibi– lità di una riunificazione pacifica con la Germania dell'Est alla crea– zione della C.E.D. (come sembro infatti avere confermato il Bundestag, procedendo tre mesi fa alle neces– sarie riforme costituzionali), a che può valere un rifiuto della ratifica della C.E.D. opposto dai parlamenti italiano e /ranc~se, se non a provo– care la rinascita d'u,i esercito te– desco autonomo? Se quelle sono le premesse, certo la risposta è ovvia, e 11011 t'è più the da chinare la testa di fronte ni crdisti ad ogni costo>. 1 Ma non è detto che quelle siano le premesse, e, se lo sono, non è detto che Siano le sole premesse, delle quali si debba tener tonto. Così come la Francia e l'Italia, an– che la Germania, gli Stati Uniti, e l'Inghilterra, hanno dei problemi di politica interna e di opinion• pub– blica interna, che spesso condiziona– no e talvolta determinano la politica estera dei rispettivi governi. Le recenti minntoe del Cancel– liere A denaur ( < o i Francesi rati– ficano la C.E.D. o noi ti armiamo senza alcun controllo>), checché si dica, riflettono non già una situa– zione di forza, ma una situazione di debolezza, di fronte alla scatto su– bito pochi giorni fa dal Partito Cri– stiani> Democratico tedesco alle e/,. zioni locali in Renania-Westfalia: ed è probabile che il recente cambia– mento del governo francese (che non può essere considerato dai te– deschi se non tome il fallimento di tutta la politica d,l Cancelliere nei riguardi della Francia), non sia estraneo a questo scacco elettorale. Per gli Stati Uniti il problema si fa più serio. Nel prossimo autunno avranno luogo le elezioni per il rinnovo integrale della Camera dei rappresentanti e per il rinnovo par– ziale del Senato. Se la e tattia alle streghe» del senatore Ma,-Carthy, e, più ancora, la lotta da .questi condotta contro l'amministrazione mi– litare, hanno gravemente colpito l'opinione pubblica americana, la sconfitta subita da Foster Dulles a Ginevra, la fine della guerra d'In- docina, l'atteggiamento moderatore assunto dall'Inghilterra, l'avvento del governo M endès-France a Parigi, e la poca volontà di ratificare la C.E.D. manifestata dai parlamenti italiano e francese, hanno reso - malgrado la gloriosa riuscita del– l'« operazione Guatemala> - al– quanto dubbia una vittoria del P<1r• tito Repubblicano alle prossime ele– zioni. In queste condizioni, se è lecito aspettarsi una recrudescenza dello pressioni americane sulla francia e sull'Italia per ottenere la ratifica della C.E.D. prima delle elezioni, è altrettanto lecito attendersi che il governo americano non s'imbar– cherà in una e politica di ricambio> tendente alla creazione d'un eser– cito tedesco autonomo, prima di sapere se avrà da fare i conti con una....._maggioranza Democratica o Repubblicana al Congresso. Ed è pur lecito augurarsi che, se questo può facilitare una sconfitta repub– blicana ed una vittoria democratica, i parlamenti italiano e fraritese si guardino bene dall'affro,1tare la di– scussio11e sulla C.E.D. prima delle elezioni americane. Se il governo americano ha tanto a cuore il riarmo tedesco, lo stesso nor, può dirsi del governo rnglese. Il comunicato emesso alla fine delle conversazioni Churchill-Eùenhower lascia supporre, che l'Inghilterra in tanto attetta la C.E.D. ed approva la politica americana in Europa, in quanto gli Stati Uniti si pieghino alla politica inglese di mediazione in Asia. Una riprova del fatto che il governo inglese non ha per la C.E.D. quell'entusiasmo che ha in– vece l'amministrazione Eisenhower, può esserci data dalle ben precarie garanzie offerte dall'Inghilterra alla Francia per la ratifica del Trattato: l'Inghilterra si è impegnata infatti a non ritirare le sue truppe dal territorio europeo, senza essersi prima consultata con i Paesi interessati; ber, altro chiedeva la Fra11,ia, che avrebbe voluto l'impeg,io d, nor, ritirare le truppe britanniche senza l'accordo dei Paesi interessati. A questo, un altro argomento t•a aggiunto, il cui peso non è trascura– bile: da qualche mese si~fanno sem– pre più insistenti le voti di un pros• simo scioglimento della Camera in– glese • dell'indizione di nuoie e/,. zioni sia nell'autunno 1954, sia nella primavera 1955. .'i;e queste voti sono fondate, è da ritenere che il Partito Conservatore abbia fiducia di po– ter contare sulle attuali divisioni la– buriste, per poter ritornare in /orze al Parlamento. Ora, alla base labu– rista, la corrente contraria alla C.E.D. ed al riarmo tedesco va assumendo un'irnportarrza considc,r– vole. Fin dal Congresso di Margate del I 953, il Comitato Esecutivo Naziona– le laburista dichiarava: e Noi siamo fermamente contrari al riarmo te– desco fino a che non siano fatti fu• turi sforzi per l'unificazione paci– fica della Germania >. P. vero, che, dopo d'allora si è avuta la ,on/e• renza, ed il fallimento della ton/e• renza, di Berlino. Pure, nel mese di aprile 1954, 50.000 aderenti all'As• sotiazione dei dùegnatori industriali e 340.000 aderenti al Sindacato degli gperai del commercio e della distri– buzione si schierarono accanto a B~van, pronunciandosi a grande mag– gtoranza contro il riarmo tedesco e contro il Patto del Pacifico. Ed altrettanto fecero, ton una maggio– ranzà dei due terzi, i delegati del « partito cooperativo>, che rappre– senta circa dieci milioni di simpa– tizzanti della e destra > laburista. Nel mese di maggio di quest'anno, si poté constatare al Consiglio Ge– nerale del Congresso delle Trade Unions, che la gran maggioranza della base era contraria tanto alla C.E.D. quanto al riarmo della Ger– mania. I sindacati che, a quel mo– mento, si erano già dichiarati contro il riarmo tedesco rappresenteranno al Congresso laburista del prossimo settembre almeno un milione di voti. Il sindacato dei metallurgici si era • pronunciato contro il riarmo della Germania all'unanimità con 590.000 iscritti. I sindacati delle ferrovie, dell'elettricità, delle fonderie, del ,,_ar,110 1)

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