Nuova Repubblica - anno II - n. 13 - 5 luglio 1954
nel HA VINTO L'UNITED FRUII L A sconfitta dei rivoluzionari gua– tcmalcschi era scontata in anti– cipo dal momento in cui la U,nited Pruit e la diplomazia ame– ricana ebbero deciso di farla finita col < comunismo > in quel paese, cioè con quel regime politico guatemalte– co che aveva avuto il coraggio di sfidare la potenza economica del grande trust americano, procedendo all'espropriazione di una parte delle sue piantagioni, anche a rischio di farsi isolare nel proprio mondo la– tino-americano dalla diplomazia sta– tunitense, com·cra avvenuto nell'uhi• ma Conferenza pan-americana. A pochi è nota la potenza della United Pruit nell'America Centrale e a pochi è noto che essa controlla i gangli vitali di alcuni paesi in misura forse più estesa e più efficace dell'antica Compagnia delle Indie, della quale ci ricorda i metodi. L'etnologo francese J acques Sou– stellc, che è anche Presidente del Gruppo parlamentare dcll'U.R.A.S. (cx gollisti), ha presentato recente– mente una documentazione impres– sionante sull'estensione di questo do– minio, che cercheremo di riassumere brevemente. La Frutera, come viene chiamata nel Guatemala, fu creata a Boston nel 1899 e cominciò a penetrare nel Guatemala fin dal 190 I grazie ad un contratto concluso col dittatore del– l'epoca Estrada Cabrera. Fra i suoi azionisti vi sono i più «bei> nomi della Nuova-Inghilterra. Il Soustclle riferisce che, dalle relazioni alle as– semblee generali degli azionisti della United Fruii, risulta che questa è proprietaria di 250.000 ettari di ter– re in America Centrale, di una Rotta di 68 navi (la White Pleet), delle fer– rovie dcli' America Centrale, gestite dalla lnternational Railways o{ Cen– trai America (che sono le peggiori del mondo alle tariffe più alte del mondo, pur facendo pagare alla So– cietà madre non più del 3 per cento della tariffa normale per il trasporto delle banane), dei porti e degli aero– porti, delle stazioni radiofoniche, de– gli empori per la vendita al minuto. di edifici e beni per un valore di 46 milioni di dollari, di bestiame per un valore di 4 milioni dit dollari e di vaste cricche politiche e militari. Sempre secondo il Soustclle, nel Guatemala la United Fruii ha acqui– stato il molo di Puerto Barrios (che è stata una delle località donde è parttta l'invasione), a patto di ter– minare la costruzione della ferrovia (61 miglia su 200); essa ha eliminato i coltivatori diretti e le collettività rurali indigene nella zona dei suoi possedimenti, nella valle di Motagua, istituendo un vero e proprio regime feudale; ha ottenuto dal dittatore Ubico, rovesciato nel 1944 dai rivo– luzionari guatemaltechi, oggi estro– messi nuovamente dal potere, il porto di San José, che d'altronde ha la– sciato cadere in disuso; controlla in– somma nel solo Guatemala 200.000 ettari di piantagioni avendo la pro– duzione bananiera piì1 important~ del mondo. Infine. secondo il Soustelle, la United Frnit froda il fisco guatemal– teco, in quanto sui 19 milioni di dol– lari di esportazioni frutticole che ri– sultano al Fondo Monetario Inter– nazionale, ne ha dichiarati solo 8,5 milioni all'Erario J{uatcmalteco per l'anno 1946; nel 1947. ha dichiarato 11 milioni anziché 30.8. Grazie alla complicità del ditp.tore Ubico. poco prima della caduta di quest'ultimo, il 27 aprile 1944, è sta– to emanato un decreto col quale -i proprietari fondiari o i loro agenti che feriscano o uccidano sui loro LIBl\l B RIVISTE Notiziario Biblio1ra/ico M,nsil,. Sol– to 1li auspici d,i S"viii Spdlacolo Informazioni • Propri,ttl Int1U11tual1 ddla Pr,sid,nzo d,l Consi1lio tl,i Mi– ni.stri. possedimenti chiunque vi sia pene– trato senza autorizzazione sono esen– ti da ogni responsabilità penale. Jacques Soustelle offre l'unica spiegazione seria del dramma guate– malteco: < Davanti a milioni di dol– lari (66 milioni di profitto netto nel 1950), davanti a centinaia di migliaia di ettari, a porti e a ferrovie in mano allo straniero, il governo del Guatemala non è nulla. Esso ha vo– luto essere qualcosa: donde il dramma>. Una società che ha ridotto i con– tadini allo stato di servi della gleba dovunque è passata, che controlla direttamente tutti gli strumenti del potere ÌI\ una società moderna, tran– ne il potere formale dello Stato (che controlla però indirettamente), che ha ottenuto il diritto di vita e di morte sulle sue terre, che gode del– l'appoggio della diplomazia del più forte Stato del mondo, che ha ridot– to il Guatemala, una volta sede di fiorente civiltà, come pure il Nica– ragua e l'Honduras, allo stato di < banana republics >, di repubbJiche bananiere, non può durare ancora a lungo nel clima che si è sviluppato in questo dopoguerra. Potrà avere delle vittorie effimere, potrà persegui– tare gli uomini e i gruppi politici che l'hanno scalzata dal potere come I' A nglo-Jranian con Mossadeq, ma finirà per dover cedere le armi. P. \'. NUOVA REPUBBLICA Il. À Foggia la crisi si aprì con la ri– chiesta di annullamento del Con– gresso Provinciale, avanzata dai missini di S. Severo, e relativo appello alla Direzione Nazionale perché fossero sconfessati i delegati foggiani al Con– gresso di Viareggio. Gli stivaloni di San Severo si dicevano defraudati del di– ritto di inviare delegato De Cieco e camerati, a tutto beneficio di Cara– donna figlio ed affini. Armati di sole parolacce e di me– lanconiche memorie, gli stivaloni san– severini, con l'ausilio di quaglie fog– giane, occuparono i locali della Fe– derazione; un paio di colonnelli, di geometri e di ragionieri costituirono ~a Federazione autonoma, ne diedero, da bravi colonnelli e ragionieri, comu– nicazione alle autorità costituite (sic!) e presero ad inviare alla volta della Roma augustea, commissioni. A isi bivaccava a occupati. commissioni e sotto– Foggia nel frattempo presidio, nei locali Nel tardo pomeriggio del 13 gen– naio, i reduci dei fasti di Viareggio, appastenenti probabilmente alla Sezio·– ne di Cerignola, tentavano, sotto il comando del dott. Giuseppe Caradon– na, la rioccupazione dei locali, già conquistati da stivaloni e quaglie san– severini e foggiani. E per la cronaca merita riproduzione la colorita narra– zione del seguito della vicenda, apparsa sulle colonne del tuttocolori barese « La Gazzetta del Mezzogiorno », 14 gen– naio 19~4. « Intervenivano prontamente i due agenti di P. S. che presidiano la 5 M. S. I. IN PUGLIA DISSOLUZlONE dei piedi • • piatti sede del M.I.S. dal giorno dell'occu– pazione da parte degli autonomisti. Essi inseguivano gli autori del lancio delle bombe-carta, che si erano dati alla fuga. Veniva raggiunto il solo Caradonna che, accompagnato in Que– stura, è stato fermato per ordine di P.S. Sul posto si sono recati il Que– store comm. Fiorita e il Commissario doti. Giannattelli. Proseguono le in– dagini per l'accertamento delle respon– sabilità e la identificazione dei col– pevoli». Le cronache tacciono dei colloqui fra i commendatori ed i dottori della Questura foggiana col reduce viareg– gino. Seguiva da parte della Federa– zione autonoma un mortificante comu• niq,to col quale pubblicamente si con– fessava che non c'erano stati eroismi né di stivaloni né di quaglie nell'oc– cupazione dei locali della Federazione, ma una semplice calata di brache del dirigente in carica prof. Ghenghi di– nanzi al rag. Lauriola, caporale rap– presentativo della rivolta; il professo– re aveva consegnato le chiavi al ragio– niere e tutto era avvenuto nel più pa– cifico dei modi. Quasi necessitasse una riprova che ael Sud fra coloonelli, ragionieri, pro– fessori ed avvocati è sempre possibile ed utile accomodarsi. Tutto su Mendès - France Altro comunicato veniva emesso dal– la Federazione ufficiale, privata della sede. L'assalto era ridotto alle dimen– sioni di un colloquio amichevole, la levata di gambe del Caradonna a senso di responsabilità, la consegna delle chiavi da paste del prof. Ghenghi a sublta estorsione. Gli autonomisti ve– nivano sconfessati e radiati. Nuovo co– municato degli autonomisti, secondo de– gli ufficiali, terzo degli autonomisti, quarto degli ufficiali. Di concordante, la certezza di entrambe le pasti dell'in– vestitura della maggioranza e il ripu– dio della qualifica di teppisti, con proprietà attribuita dall'una all'altra parte. Convocazione di congressi pro– vinciali separati e nomina di un com– missario alla Federazione ufficiale, an– che questo professore, di nome Ca– niazzo. Il commissario di nuova nomi• na ricorre al Pretore di Foggia per l'esercizio di azione possessoria di spo– glio, chiedendo che gli autonomisti restituiscano la sede. Il Pretore ordina la reintegrazione del possesso e la triste vicenda, made in Puglia 19~4, si chiude. Due federazioni, due organi diret– tivi, due maggioranze, quattro gatti e venti sorà missini. Dal nostro corrispondente P !ERRE MENDÈs-FRANCE, nel pri– mo voto dell'Assemblea Nazio– nale, lia ottenuto 421 voti contro 8, mentre la settimana prece– dente, nel uoto d'investitura, ne ave– va ottenuti 417 contro 47. Tra il primo e il secondo scrutinio ci sono stati dei cambiamenti d'opinione, e se nel complesso egli ha guadagnato ancora 4 voti, in realtà una ventina di deputati che gli avevano votata l'investitura gli hanno questa volta votato contro, mentre una venticin– quina di avversari ha questa volta votato per lui. Comunque, la maggioranza del nuovo governo è imponente, e per questo è pericolosa. Questa stessa As– semblea che aveva sostenuto Pinay e Laniel, i governi più reazionari che -la Francia abbia mai conòsciuto dalla fondazione della Repubblica, • come mai s'è decisa ad affidare i destini del paese a un uomo che pas– sa per dinamico, audace, disposto a profonde riforme? Nel successo di Pierre M endès– France l'elemento psicologico ha gio– cato un ruolo preponderante. La dit– tatura « a testa di bue > di Laniel aveva accumulato troppi disastri per poter continuar,. La maggioranza dei deputati ha preso paura. La ca– tQ.Strofe dell'Indocina ha fatto in– travvedere catastrofi ancora più gra– vi. Poiché s'è trovato un uomo che ha promesso la pace in Indocina, tut– ti si sono detti: bisogna lasciarlo tentare. I reazionari più incalliti non hanno osato fargli un'opposizione aperta, in– certi se augurargli un successo che eviti nuove catastrofi di cui le con– seguenze potrebbero essere terribili per tutti o un insuccesso che li ri– port,rebbe al potere con la possibi– lità di dire: neppure gli altri hanno saputo fare meglio di noi. Fedeli nella loro ostilità a Mendès– France sono stati n,lla loro quasi unanimità i democristiani del M.R.P., e il loro caso merita qualche spiega– zione. Non è tanto la politica sociale di Mendès-France che li ha spaven– tati, né certo essi vedono malvolen– tieri concludersi un accordo sull'In– docina; ma p,r la prima volta dopo la Liberazione il Ministero degli Este– ri, cioè la politica estera della Fran– cia, che era passata da Bidault a Schuman e viceversa, sfugge dalle loro mani. L'opinione pubblica euro– pea non ha mai dato l'importanza che sarebbe stata necessaria al fatto che la politica estera dei paesi del– l'Europa Occidentale era diretta da uomini appartenenti a partiti di ob– bedienza vaticana. La gente vedeva in loro gli strumenti della pressione americana, ma non anche la comune dipendenza da Roma. La politica estera della Francia, della Germa– nia, dell'Italia, dei tre paesi del Be– nelux era la politica dettata dal Va– ticano ai partiti che ne dipendono. Se le elezioni belghe hanno tolto quel governo al partito cattolico, la poli– tica estera belga, per l'inettitudine dei partiti socialisti occidentali, non è mutata. Ma la perdita della dire– zione della politica estera francese è un colpo duro per il Vaticano che in qualche modo se ne rendeva ga– rante verso l'America. Questa Europa COSE DI FRANCIA Carolingia, questo Sacro Impero ro– mano-germanico che si stava co– struendo, perde uno dei suoi compo– nenti più importanti. Per questo due pericoli minacciano l'esperienza di Mendès-France: i( ri– torno offensivo dei ceti reazionari, che oggi hanno ceduto il posto non per un mutamento di forze nel cam– po .parlamentare, ma per un comples– so di paura e per questioni di tattica, e il lavorio di quelle forze cattoliche che - non è la prima volta - sono pronte a sacrificare ogni altra loro preoccupazione al supremo interesse della politica vaticana. Nel campo parlamentare perciò, malgrado le votazioni imponenti, la situazione del governo M endès-Fran– ce resta incerta. M endès-France ha costituito un governo al di sopra dei partiti, ma questi partiti sussistono e, per quanto in buona parte mo• ralmente indeboliti, essi costituiscono sempre una forza. La direzione ,della S.F.1.0. continua la sua politica di una meschinità esasperante. 11 veto ch',ssa ha posto ai suoi d,putati di partecipare al governo è riuscito in– comprensibile alla maggior parte de– gli aderenti. /; vero, da un'altra parte, che la politica economica di M endès-France si presta - alludo alle dichiarazioni fatte in passato dall'attuale capo del governo, perché questa volta egli s'è limitato a rinviare ogni altro proget– to a dopo il 20 luglio, data limite che s'è imposto per la sospensione delle ostilità in Indocina - a molte critiche da parte socialista. Ma è il fermento che la nuova situazione po- - litica contiene, è la rottura dell'im– mobilismo che da parecchi anni pa– ralizzava la Francia che oggi con– tano. Perciò bisogna puntare tutto su M endès-France. Questa Francia sclerotica che stava per essere silenziosamente assorbita in un'Europa guidata da una Ger– mania manovrata dal grande capita– lismo, dal Vaticano e dall'America, ha trovato nella giovane e équipe > di M endès-France uno strumento ca– pace di scuoterne il torpore. Il nuovo governo è stato in certo modo impo– sto a un Parlamento che non era nel suo complesso superiore alla men– talità dei Pinay e dei Laniel da un'opinione pubblica infine insorta, e più che da una vera opinione pub– blica, da certi gruppi che l'hanno ridestata, gruppi di uomini che non hanno dietro di loro organizzazioni politiche, ma hanno delle idee e sono riusciti a- farle prendere in conside– razione. Due modeste - tipografi– camente - pubblicazioni settimana– li, come l'Express e l'Observatcur, hanno compiuto un'opera più forte di quella compiuta dai partiti con lutto il loro spesso formidabile ap• parato: fenomeno questo che ormai era ritenuto impoHibile. Ed è anche per questo che molti guardano il nuovo esperimento con l'inconfessata speranza ch'esso sia un fuoco di paglia, una specie di ultimo sussulto della Francia e della demo– crazia - quella vera - prima della morte. Dopodiché .non si sa bene che cosa dovrebbe venire: un franchismo o un n6o•nazismo, o un più preciso protettorato americano tramiti gli interessi di qualche « United Fruii>, o una marca di con/in, in funzione antisovietica al soldo degli U.S.A., o davvero l'Impero Carolingio con Ade– nauer imperatore senza corona e il Papa supremo suo regolatore .... Guai davvero per la Francia e per l'Europa se il tentativo di Mendès– France ·dovesse essere un fuoco di paglia! li 4 aprile gli autonomisti sono a Roma a lisciare il saltatore Leccisi ma, ambivalenti, negli stessi giorni si af· facciano sul tuttocolori quotidiano ba– rese a dettare le condizioni, « per ve- nire incontro alla necessità di compat– tezza... e alla sollecita aormalizzazio– ne della vita interna del M.I.S. ». Così vanno le vicende fasciste in quel di Foggia. Un rigurgito di per– sonalismi, di interessi non confessati né penetrabili; il M.S.I. non ha mai avuto legami immediati in questa re– gione né motivi di attacco nella nuova realtà politica: il neo-fascismo non ha mai avuto né significazioni ideo– logiche né nostalgiche rivendicazioni passionali, che ne componessero e de– finissero le linee ed i limiti. Si è ri– costituito sulla base di vecchie clien– tele (De Cieco, Caradonna) e di nuove posizioni personali (De Marzio) nel conato di salvaguardare vecchi pri– vilegi e costituirne di nuovi. La cupi– digia di prestare servigi al capotribù o il rancore per non aver ricevuto con• cessioni soddisfacenti si sono esaspe– rati in toni tanto violenti da provo– care la rapida decomposizione di una situazione retta sull'equilibrio instabile di molte chiassate, di gagliardetti lu– gubri, di poco cer"ello e di molta fame. Nelle amministrative del 23 maggio infatti il M.S.I. da uno ha racimolato. tre più grossi Comuni in cui si è votato (Manfredonia, San Marco in Lamis, Trinitapoli), uo totale di 1406 voti. Si è pot..:eritzato nelle ammi– nistrative di San Giovanni Rotondo, Accadia, Lesina, Orsara di Puglia, Ser– racapriola. Né riprese future sono in questa zona pensabili. BEXIA.,IIXO FIXOOCIIIARO
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