Nuova Repubblica - anno II - n. 10 - 20 maggio 1954
6 GRUPPI al lavor,, MILANO II 4 maggio il Comitato Milanese del MAS si è riunito con Codignola per la discussione di alcuni proble– mi politici ed organizzativi del Mo– vimento. La sera dello stesso giorno, al Circolo uova Italia, Codignola ha parlato sulle attuali prospettive politiche. Al dibattito, seguito alla relazione hanno partecipato DE MARCO (ind.), PrSCIIEL (USI), CA– MERA(MAS), ALONZI(l\lAS), VroTTO (PSDI), LODETTI (MAS), BANFI (PSI), PRr,;crrATO (MAS), BusETTO (PCI) e infine Leo VALIANI,che ha sintetizzato con particolare efficace il significato dell'azione di Unità Popolare. FIRENZE Al termine di due animate riunio– ni, il gruppo fiorentino il IO maggio ha votato a lieve maggioranza una mozione presentata dal compagno Ravà nella quale si critica la dire– zione del Movimento per a,·crc man– tenuto contatti troppo occasionaJi col PSI e col PSDI, e per non aver preso posizione precisa su alcuni problemi specifici. La mozione inol– tre, mentre riaffrrma la necessità di contatti con gli altri gruppi cli U. P.. considera necessaria maggiore auto– nomia politica e maggiore qualifi– cazione del MAS. Infine. il docu– mento invita la direzione a pren– dere posizione su un certo numero di questioni, dichiara la propria op– posi1.ione alla ratifica della CED, eh icdc la convocazione, appcna pos– sibilc, cli un Convegno Nazionale. Tali richieste saranno sottoposte alla prossima tornata della Direzione.· PISA Tcllc elezioni per il rinnovo del– l'Organismo Rappresentativo cli que– sto ateneo, è risultato detto il com– pagno Vincenzo Di Benedetto (lista e: Progresso Universitario>). Chiunque voglia aderire al gruppo universitario, in cui sono affluiti anche i compagni SC'ncsi che studia– no a Pisa, è pregato di mettersi in contatto con il responsabile G. To– gnctti (Via Fiorentina 150, Pontc– dera) oppure con V. Di Benedetto (Scuola ormai<'). Si studierà, per l'inizio del pros– simo anno accadrmiro, una serie cli inchieste e dibattiti. - A CAPANNOLI VALDERA il 5 maggio si è inaugurato. anche per iniziativa dei compagni ciel MAS, un e Circolo culturale popolare >. li compagno Dino Carlcsi ha aperto la serie delle conferenze-di– battiti, parlando sul tema: « Cul– tura e Arte: rapporti con la So– cietà >. - Del gruppo di U. P. cli S. MINIATO è responsabile l'ing. Lui– gi Ferri. Il gruppo si sta interessan– do di numerosi problemi ammini– strativi e si va inserendo sempre pili fattivamente nella vita locale. Da– remo presto un quadro delle sue at1ività. - Al Circolo cli Cultura di PON– TEDERA. cli cui uno degli anima– tori è il nostro Carlcsi, ha parlato la sera di sabato 15 maggio Codi– gnola sul tema e Socialisti e catto– lici >. Alla relazione è seguito un nutritissimo dibattito 1 cui hani:io par– tecipato comunisti. socialisti, catto– lici, comunitari, cristiano-sociali: e l'av\"icinamcnto di posizioni attra– verso la discussione è apparso a tutti evidente e significativo. La manifestazione era stata prece– duta da una riunione ristretta di compagni di U. P. e di simpatizzanti. Il gruppo locale si riunirà. d'ora in avanti, settimanalmente al fine cli discutere l'impostazione di « Nuo– va Repubblica > e di organizzarne sempre meglio la diffusione, oltre che per tutte le possibili iniziati,·e politiche e culturali. TORINO Un incontro cli compagni sinda– calisti sarà prossimamente organiz– zato a cura del gruppo cli Torino, per un primo esame generale della situazionl' sindacale, e della posizione dei nostri compagni sul problema. Il compito è stato aff idato al com– pagno Enzo Giorgi ( e.so Matteotti 15) con la collaborazione di Piccoli di Vicenza. e di Palestra di Genova. - Il 3 maggio ha a\"UtO luogo una riunione del gruppo torinese, con 1a rappresenlanza anche cli altri gruppi della provincia, alla presenza di Codignola, per l'esame della situa– zione politico-organizzativa locale. Alla sera, Codignola ha parlato al circolo della Consulta sul tema e Cri– tiche federaliste alla Ccd >. cl– l'ampio dibattito che ne è seguito, è intervenuto, fra gli altri, il com– pagno della S. F. I. O. on. André Philip, cli passaggio da Torino. - Il 13 maggio, l'ing. Delfino lnsokra ha tenuto una conversazione sul tema e: l\1acchinc automatiche e lavoro umano >; è seguito un di– battito vivace e appassionato. SIENA 11 16 maggio Parri ha celebrato, al teatro Metropolitan, il Decennale della Resistenza. Nel pomeriggio si è tenuta una riunione degli iscritti di U. P., presieduta da Parri. In precedenza avevano celebrato la lotta partigiana, il compagno Giu– seppe Bettalli, a Montepulciano, il compagno Gabriele Brogi, a Chiusi e a Castcllina Scalo. VERONA Il clou. Renzo Zorzi ha presen– tato, la sera del 14 maggio, il vo– lume e: Lettere di condannati a Il)Orte della Resistenza europea >. - Presentato dal compagno Dean, Vittorelli ha parlato sul tema < La crisi del socialismo e della democra– zia >. La conferenza, attentamente S<·guita dal pubblico presente, ha dato luogo ad un'ampia discussione, alla quale hanno partecipato compa– gni ciel PSI, del PSDI e socialisti non iscritti a partiti. TRl8STE Per il M.F.E. e per U.P., nella sala ciel C.C.E.. Vittorelli ha svolto una approfondita analisi storico-po– litica su « Nazionalismo, neutralismo, federalismo>. VDINE Presentato dal dott. Comessatti, segretario regionale per il Friuli e la Venezia Giulia del M.F.E., Vit– torclli ha qui concluso il suo giro cli conferenze nelle Venezie, parlando sul tema < Il federalismo, forma mo– derna dell'internazionalismo>. Egli ha innanzitutto tracciato una sintesi della storia dell'internazionalismo so– cialista, fino allo scoppio della prima guerra mondiale, mettendo in luce l'aspetto pacifista della solidarietà int<'rnazionalc di classe. Parallela– m~ntc ha ricordato le origini del– l'idea frdcralista, per sottolineare che. anch(• nelle lontane origini, do– mina l'idea della e pace perpetua >. Nel federalismo moderno s'incontra– no quindi le aspirazioni internazio– naliste drl socialismo e l'esigenza di un'organizzazione internazionale fon– data sul diritto - quale quella che animava i primi progetti di e pace perpetua >, oppure quella che traspa– riva dalle due conferenze dell'Asia del 1897 e del 1907 - in una sin– tesi che arricchisce e rende concreta l'esigenza socialista e che restituisce un appoggio popolare al federalismo giurisdizionalista di un tempo. Ma, proprio per questo, solo un federa– lismo che rimanga fedele alle aspi– razioni pacifiste delle sue origini, può contare sull'appoggio dei socialisti. NUOVA REPUBBLICA LA PAROLA AI COMPAGNI ILSENSO DEILIMITI di lello Flnoccblaro D A tempo aspettavo una parola chiara da Codignola, l'indica– zione di una prospettiva poli– tica che servisse a placare i dubbi e le incertezze dei suoi amici, sopra– tutto di quelli che lo seguono da lontano, che potesse dare il senso dell'itinerario, della via da imboc– care, e che avvertisse altresl i limiti, in considerazione della distribuzione e dell'orientamento e del graduale annullamento delle forze che si muo– vono in campo democratico, a cui quella prospettiva, verso la quale tutti più o meno coscientemente ci muoviamo, va soggetta. Ed è appunto sui limiti cli questa prospettiva che si accentrano i miei pensieri; perché mi par di vedere una sfumatura di ottimismo nella speranza cli Codignola di costruire una « grande sinistra italiana, arti– colata, democratica, ma compatta nell'azione di battaglia >. E poiché quei limiti scaturiscono in parte dal nostro atteggiamento di fronte alle forze cli democrazia liberale e socia– lista oggi impegnate in una log?– rantc azione di governo, penso abbra pienamente ragione Garosci quando chiede agli scontenti quali soluzi~ni sono in grado di proporre, che giu– stifichino politicamente la loro oppo– sizione il loro disappunto. Parri ri– spondd, osservando in pri':1.o luog_o che chi non ha rcsponsab1htà poh– tiche immediate e dà la sua scelta a < rinnovamenti e trasformazioni che se non sono di un lontano do– ma~i, non possono essere di oggi >, non è tenuto a proporre o a soste– nere alternative di governo; e in questo trov:1 sostanzialmente concor– de la tesi di Codignola. Ma io mi chiedo se il problema trovi in questa risposta una sua giu– sta soluzione, <, se invece esso non debba essere esaminato dal punto di vista della e pruspettiva >, cioè del– l'apporto che tali forze, o quelle che vi sono fra esse di più sane, saranno in grado cli dare alla consistenza del futuro schieramento, se non isolate in questa prima fase di difficili asse– stamenti. Garosci tocca il fondo della que– stione, quando scrive: e Ci sarebbe un chiarimento ulte– riore da dare, ma ammetto che non possa essere dato in modo definitivo: in che misura cioè l'azione a lungo raggio si proponga di collegare _con la propria l'azione di chi, con ammo sostanzialmente affine, è rimasto le– gato a situazioni politiche e parla– mentari dalle quali Parri è stato liberato>. Questo chiarimento ci aspettav~– mo da Codignola, anche se non rn modo definitivo. In sua mancanza, e in mancanza di un piano atto a coordinare gli sforzi di chi ha respon– sabilità politiche immediate e chi quelle responsabilità non le ha, la prospettiva che ci viene additata perde ogni validità politica. Rigettata la formula del Fronte popolare cara ai comunisti, rigettato il centrismo immobilistico caro a Dc Gasperi, postesi le forze demo– cratiche ribelli al dogmatismo dei partiti su un nuovo terreno di lotta e di coJlaborazionc, nasce ora il pro– blema cli dare a questa piattaforma comune una fisionomia organica cd unitaria. Ma poiché non si può pensare di costruire una e grande sinistra democratica> con le sparute forze di cui disponiamo allo stato attuale, né attirando sulle loro posizioni quel– le altre forze che le passate peripezie politiche hanno ridotto all'inerzia e allo scetticismo, è chiaro che i nostri sforzi devono essere tesi ad aggan– ciare alla nostra prospettiva non solo quelle nuove leve del laicismo che. pur militando nei partiti, svol– gono azione di critica e di controllo verso le posizioni ufficiali, ma anche quei settori ciel laicismo tradizionale e parlamentare che dimostrano di essere sensibili alle esigenze di quella critica. Solo in questa direzione, in– fatti, cioè nella ai~ezione del laicismo critico e revisionistico, uno schiera– mento democratico di sinistra può avere possibilità di espandersi e di acquistare consistenza e \l'alidità po– litica. Nell'altra direzione, vale a dire in direzione socialista, le pos– sibilità di apertura sono molto mi– nori e potrebbero essere rappresen– tate, semmai, da pochi casi indivi– duali. Chi pensa, ancora oggi, che al– l'interno del P. S. I. debba farsi distinzione tra base e gruppo diri– gente, che le aspirazioni di questa base non trovino riscontro ne11a po– litica dei vertici, commette un grosso sbaglio. Oggi, più che mai, quel pro– blema è inesistente, ed oggi più che mai e vertice e base sono convinti della bontà della politica sin qui seguita e lavorano di concerto ad una più efficiente organizzazione dei quadri del partito e ad un più rigido accentramento dei controlli. E la sinistra democristiana, e la sua ala sindacalista cd operaistica? Neppure in essa riponiamo per il momento grandi speranze. Gli slanci umanitari di un La Pira possono anche commuoverci, ma ci lasciano diffidenti sulla concrzione dello Stato e della Politica che li anima. E il processo di revisione politica e ideologica, all'interno delle correnti cristiane pili avanzate, è appena all'inizio, cd è ottimistico pensare ad un suo rapido compi– mento e ad una maturazione, a breve scadenza, di frutti democra– tici. Perché queste speranze possano avere un qualche fondamento, biso– gna forse aspettare prima il tramon– to di più di una generazione e l'im– missione nella lotta politica di altre che ancora ne sono fuori. In questo quadro, e in vista della e: prospettiva >, deve calarsi il pro– blema della convenienza, da parte nostra, a respingere o meno, indiscri– minatamente, tutti i governi che, appoggiandosi ad esigenze e a forze parlamentari, non rispondono alle nostre aspirazioni e ai nostri ideali. Io non ho particolari simpatie per il governo Scclba-Saragat, ma credo che, ai fini di un allineamento fu– turo, esso è eia preferirsi ad un go– verno Pella-Lauro con l'appoggio fascista, e che di questo eventuale governo non si debbano sottovalu– tare i pericoli; perché, contraria– mente a quanto Parri sembra cre– dere, proprio in questa ipotesi il Fronte popolare, da « schema ste– reotipo >, diverrebbe realtà politica operante: una realtà che tutti sa– remmo costretti ad ingoiare. LA CRITICA, O IL SOCIALISMO, COME PROSPETTIVA i di Antonio Slanorlno N EL suo recente articolo apparso sul e MONDO> del 6 Aprile - e: Confusione e avventu– ra> - Aldo Garosci riapre il discor– so sulle responsabilità di alcuni politici messi di fronte alle attuali soluzioni di governo ed al pericolo di un più vasto consolidamento del P. C. I. - Il bersaglio di Garosci - sebbene non fosse indicato chiara– mente nell'articolo - era Ferruccio Parri e tutti coloro che nei prece– denti e nella attuale posizione poli– tica di Parri si riconoscono. - Il ragionamento di Garosci è di tipo « sillogistico >, e bisogna riconoscere che in questo caso la < silloge > ha le « premesse » ben piantate nella realtà politica italiana. - B da osser– vare solamente che il sillogista Ga– r~sci dimentica che il problema è non il dover riconoscere la impossi– bilità di rifiutare le conseguenze po– litiche delle premesse, ma nell'im– pegno a trovare gli strumenti idonei per sostituire quelle e premesse >. - Ed in questo senso anche la risposta di Parri - pubblicata sul numero successivo del e MONDO> - ri– mane nel limbo delle cose dette e non dette: l'occasione per iniziare un discorso chiaro ancora una volta non è stata colta da Parri, l'unico da cui ci potremmo attendere l'av– vio. E cosi quando Garosci, a sostegno della propria sillogistica dimostra– zione, esamina la incapacità del so– cialismo ad essere una concreta alter– nativa ai governi condotti dalla de– mocrazia cristiana, egli non fa che rimeJtare la vana polemica che da anni si va monotonamente condu• cendo senza ristudiare attentamente cos'è stato il movimento socialista nostrano sin dal suo nascere fino alle esperienze più recenti. In questa polemica, che si disperde in mille rivoli di raggruppamenti, spesso astiosa, scoppiettano proposte come « apertura a sinistra>, « alternativa socialista>, ed anche si dice di una e società socialista > che dovrebbe sostituire l'ordinamento attuale; pro– poste formulate più per impeto di polemica che per serenità di coscien– za consapeuole degli obiettivi che si impone, e quindi nessuno si preoc– cupa di esporre in termini chiari - direi in elnborazi.one giuridico-poli• tica - i progetti per questa so– cietà socialista o per l'alternativa socialista e via dicetido. - D'altra. parte sappiamo che queste sono de– finizioni le quali suscitano entusia– smo o avversione in maggior misura che restano confinate nel vago, nel– l'intuibile per cui ognuno può trarne l'illazione che meglio crede. Quindi la crisi del socialismo non è dovuta al fatto che non euo si pre– senta come movimento unitario, come partito stretto e compatto dai gregari ai dirigenti, ma per la carenza fon– damentale di dare alle formule stesse, alle rivendicazioni sociali e politiche, una concretezza, una con– sistenza strutturale articolata secon– do quel principio fondamentaie che è base della concezione socialista. Di fronte a questa crisi uomini e gruppi socialisti si disperdono in co– nati di critica. - Tanto che ad un certo momento la critico , stata as– sunta a prospettiva politica. e .. .la nostra funzione non può che essere quella di criticare il « sistema >, le strutture del sistema, per conc<rrrere a formarne altre >, -- così scrive Tristano Codigno/a sul n. 8 di N. R. - Ancora una prova di come la < critica > sia la preoccupazione fon– damentale, < la prospettiva>; dove invece bisognerebbe passare ad una azione più concreta nei confronti di una società borghese che usufruisce di tutto un ordinamento che male che vada è ancora efficiente per poter costituire una certa difesa di interessi e di posizioni politiche, e nei confronti di una cosi.ante pres– sione comunista che usufruisce di una organizzazione la quale fa pre– sentire un robusto ordiname11to già elaborato che saprà costituire la si– cura difesa della classe operaia. B da osservare a Codignola, quindi, che la validità dei socialisti de.mo– cratici sarà data solamente dalla capacità con la quale essi sapranno offrire ai lavoratori ed al ceto medio la nuova elaborazione di strutture idonee di una possibile società socia– sta. Bisogna dire come si vuole il socialismo contro il comunismo e contro la società borghese, ma non esprimendo questo in modo da scam_– biare la « critica al sistema > per il e socialismo >. Credo piuttosto che l'unica strada sia quella di svilup– pare organicamente tutto un la!'oro col quale si possa formare, articolo per articolo, un codice nuovo; tra– sformare in senso socialista tutti quegli istituti economici che deter– minano la produzione ed il consu– mo; dare una struttura giuridica alla soluzione della questione meridiona– le: insomma elaborare un piano, completo in ogni sua parte, e pre4i– sporsi politicamente ad applicarlo. Questo significa avere prima di tutto idee chiare, e poi volere effettiva– mente l'unione di tutte le forze so– cialiste, perchl lavorando in questa direzione si chiameranno sullo stesso terreno di interessi le frazioni ed i raggruppamenti dispersi. /,i senso indicativo dovremmo ser– virci dell'esempio dei fabiani, la cui opera è stata la premessa effica_ce all'esperienza di governo del Parli/o Laburista Inglese. Naturalmente il discorso dovreb– be essere portato sul coni.e costruire articolo per articolo un nuovo ~o– dice o come dare una struttura giu– ridi:a alla questione meridionale; ma andrei oltre le intenzioni di que– sta mia nota e mi riprometto di farlo un'altra volta. Rimando, per mancanza di !Pa~io, la mia risposta alle osservazioni e alle critiche doi compagTii Finocchia– ro e SigTiorino. T. f.
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