Nuova Repubblica - anno II - n. 6 - 20 marzo 1954

6 GRUPPI al lavoro GR~OVA Diamo un quadro dcll'auività che il Circolo fabiano « Nuova Repub– blica » ha in programma fino a tutto maggio. ATTIVITA' PUHHLICA Conferenze: Pozzani, 5 anni di go• verno laburista; Pittra, La stampa italiana dal 1915; Coclil(nola. So– cialismo europeo 1951: Binni. La scuola in Italia. Dibattiti: Controllo ddle nascit,· - Profilo dell'industriale italiano - Libertà della cultura ,. ddla scuo– la e inter\'ènti dello Stato in ma– teria (con esponenti della D.C .. ciel P.C.I. ,. del P.L.I.). /\TTIVITA' INTERNA Inchieste: I Genova elettorale 19+6- 1953. Il Genova, la popolazio– ne, composizione so– ciale. lll La scuola a Genova. Ogni mese•: riunione plenaria degli iscriui al Circolo. Il Presidente del Circolo è C. Da Molo, Segretario: D. Pastine. Rela– tori ai dibattiti saranno Bozzo e Musso (oltre il Presidente). La dire– zione delle inchieste è stata affidata a Da Molo. Bozzo, Alcozer. UDINE La srra dd 12 marzo u.s. in una sala dell'Albergo Roma, su invito della Sl'grctcria provinciale della Fe– derazione Friulana del M.A.S., ha aVu'tt>Juogo un incontro fra compa– gni della cillà prr rnstituirc il Grup– po locale. Dopo la discussione•, sotto la presi– denza del compagno P. Pascoli, si è provveduto alla nomina del Comi– tato direttivo, che risulta così com– posto: F. Adami, A. Collevati, A. Ba– stianutti, C. Parini, G. Pennesi. Il Comitato clirellivo, successi,·a– mcntc riunitosi, ha nominato segre– tario dd gruppo il compagno Ales– sandro Bastianutti ,. tc·soriere il com– pagno Ferruccio Adami. SIENA Per il 27 c.rn. il gruppo locale ha .organizzato una conferenza, che sarà tenuta dal compagno Coclignola sul tema: « La sinistra democratica in Italia». li compagno doti. M. Menicori. che si o_ccupa dd gruppo giovanile, sta studiando, con la collaborazione dc·i compagni, la possibilità di orga– nizwrc due campeggi, uno a Mol– frtta e l'altro a Trappc•to. VERONA Il 17 frbbraio u.s. il gruppo nro– ncse ha dato inizio alla serie delle prcannunciau-- riunioni srttimanali con una conversazione d('} compagno A. Fagiuoli sul tema « I preti operai in Francia >. La settimana succl'ssiva i compa– gni M. Zampicri e T. Ghczzer espo- · ncvano le loro rspcri,·nzr di lavora– tori, trattando delle « Condizioni di alcuni stabilinwnti industriali vero– nesi>. La trrza convt•rsazionc è stata tl'– nuta dal compagno W. Donclla sul tema e La siturl'lionc.- l'<'Onomica-finan– ,iaria ddl,· aziende industriali >. Ciascuna relazione ha suscitato un dibattito vi,·acr e interessante sia per il numero degli interventi, sia per il loro apporto qualitativo. Con la sera dc•l 12 marzo si è in– trapreso l'c•saml' dello studio di A. C. Jemolo. e La crisi dello Stato mo– derno>. li compagno G. Dean ha ri– ferito sul contenuto dd primo capi– tolo. ~elk riunioni succrssivc sarà prMcguita l\•sposizionr ddl'opcra cd awiata la discussione sul pensiero dt'llo studioso. Lo stesso c·ompagno Dea n teneva domenica 21 frbbraio, su invito della locale se,ion,• della F. .C.I., e nella sed,· appunto dc·gli universitari catto– lici. una conferenza sulle origini sto– riche del fascismo. All'esposizione. che è stata seguita da un dibattito, "assi– stevano giovani di varie tendenze politiche. Coerenza ~oeialdemoeratiea PAoov.,, ,n(lrzo L A s,·gretcria provinciale del MAS cli Padova promosse per la me– tà cli gl'nnaio c.:1. una riunione tra lc- for,c socialiste della città, in– vitando ufficialmente i sC'grctaripro– vinciali del PSI e del PSOI a uno scambio di vedute, circa la possibi– lità di trovare un comune punto di accordo su taluni dei pii1 pressanti problemi politici del momento: in primo luogo su una azione da pro– muovere in sede parlamentare per una immediata revoca della legge elettorale maggioritaria, da sostituirsi con una legge proporzionalistica. Te}Japrima riunione si addivenne ad un accordo cli massima, con la sola riserva del rappresentante del PSDI, il quak chiese che la sua ap– provazione dcll'o.ct.g. fosse ratificata dalla segreteria provinciale del par– tito. Il che avvenne qualche giorno più tardi e permise una seconda con– vocazione (23-1) alla sede del PSI, ove furono esaminati altri problemi politici in comune accordo e si indis– se una nuova riunione, da estender– si ai rappresentanti delle altre for,e politiche di centro-sinistra. Essa infatti ebbe luogo il 3-2, con la parteci– pazione di rappresentanti del nostro movimento, del PCI, del PLI, del PSDI, del PSI e dell'USL on era– no rappresentati quindi solo la DC e il PRI. Al termine di quest'ultimo incon– tro, fu approvato all'unanimità il srguenk o. d. g. I rappresentanti ecc. ecc. CONSIDERANDO che la graviti/ dei problemi del /iaese richiede la concorde solidarietà dei Partiti Democratici, e e/te 11ell'attua– le situazione politica qualsiasi leg– ge elettorale e/te escluda o falsi il pri11cipio proporzio11ale porterebbe alla divisione del Paese i11 due bloc– chi e a/l'esclusione della rappresen– tanza politica per i Partiti minori. FANNO vo"To che il Parlamento provveda al più presto all'abrogazione dell'attuale leg– ge elettorale maggioritaria e ad ap– provare, sia per le elezioni politiche che per le elezioni amministrative, la legge elettorale proporzio11ale pu– ra in modo e/te la raJ,presentanza di ogni grtt/ipo politico sia adeguata, nella 11,irnra massima possibile, alle adesioni da ciascuno raccolt'e nel Paese, quale presupposto dello svi– luppo del costume democratico, base necessaria tli pacifica co,wivenza na– zionale. f.to per Aut onomia Socialista: C. LAN– FRANCHr;, per il Partito Comunista Italiano: on. Ros1N1; per il Partito Liberale Italiano: CEOLA; per il Partito Socialista Democrati.o Italiano: R. RANOHERij per il Partito Socialista Italiano: D. CP.RAVOLO: per Unione Socialisu, Indipendente: R. BtOERN/\. In data 9-2 la Scgrcwria del PSDI della Fcdc-raziorw di Padova, i cui rappn·st.>nt;-intiavevano dichiarato di parteciparc• e firmare• a titolo uflì– ciak, ci inviava una lettera che qui riportiamo: Alla Federazione Provinciale di Autonomia Socialista - SEDE L'Esecuti1•0 della Federazione Pa– dovana del PSDI, nella seduta del 6 febbraio, preso in esame l'o.d.g. fir– mato dai rappresentanti dei vari par– titi compreso il proprio nella riunio– ne del 3 febbraio, pur ,iaffermando il principio della Jiropo,zionale pura nelle elezioni politiche ed ammini– strative, 11011 lta rfrenuto di ratifi– carlo. Che coerenza, signori socialdemo– cratici! E quale esempio di costume civico e politico nel rifiutare qualsia– si motivazione della mancata rati– fica! Da notare che il sopracitato o. d. g. era già comparso sulla stam– pa locale fin dal 4 dello stesso feb– braio. N_UOVA REPUBBLICA I POLEMICA FEDERALISTA I LEUNGHIE D LLA GERM A PROPOSITO DI UNA NUOVA CONTROVERSIA FRANCESE SUL SIGNIFICATO E SULLE PROSPETTIVE DELLA CED L 'ATI'EGGIAMENTO assunto da Bi– dault alla conferenza di Berlino durante le discussioni ,ul pro– blema ddla riunificazione della Ger• mania ha solle, ato una viv;1ce polemi• ca in Francia. A Berlino il ministro degli esteri francese, con una certa quale insistenza e con un certo qual calore, si è più volte studiato di con– vincere M~otov che, ove la Germania venisse riunificata, nessuno penserebbe di pretendere da parte del nuovo tato tedesco il rispetto dei patti che la Re– pubblica federale di Bonn avesse pre– cedentemente stipulato con•roccidente. Non è difficile capire che da parte francese si voleva far di tutto pur di riuscire a dare all'Unione Sovietica la sensazione che gli alleati, allorché procedono sulla strada della CED, non hanno intenzioni aggressive nei con– fronti cieli' RSS: Ma, oltre a ciò, quel che premeva a Bidault, il q113le non poteva non sapere che la ratifica del trattato per l'esercito europeo è pur sempre possibile se non addirittur• pro– babile, era di cautelarsi contro un irre– parabile e certamente pericoloso irri– gidimento dei russi in caso di succes– so della CED. Se Molotov avesse ac– cettato l'impostazione e il punto di vista di Bidault, la ratifica della CED non avrebbe comportato, di per sé e automaticamente, la rottura del dialo– go col Cremlino: anche dopo la nascita dell'esercito europeo, cioè, Parigi avreb– be potuto sperare di proseguire coi sovietici le trattative _Per un pacifico assetto dell'Europa. Ma Molotov non ha creduto a Bi– dault e si è affrettato ad accusare di insincerità i suoi colleghi occidentali perché, egli ha detto, se il trattato della CED passa, passa anche l'arti– colo che, fissandone la durata in cin– quanta anni, per tutto questo periodo impegna la Germania a rispettarlo. E' stato a questo punto, cioè durante la decima seduta della conferenza, che il ministro degli esteri francese ha vo– luto - con ferrnei>.a e formalmente - confermare l'opinione del suo go– ,·erno. « Ho detto e ripeto che la Germania riunificata non sarà né po– trà essere legata - perché questa è una regola del diritto internaZtonale - agli obblighi politici contratti dalla Repubblica federale di Bonn e dalla Repubblica democratica tedesca». Tutto il campo cedista ne è stato messo a rumore. H:1 cominciato il 1/iremier belga Van Zeeland, il quale ha subito chiesto chiarimenti al go– Yerno di Parigi. Ma - e qui la cosa è ben più importante - Robert Srhu– man, ex ministro degli esteri francese e padre putativo della comunità car– bosiderurgica, ha attaccato Bidault da– vanti alla Commissione degli esteri dell'assemblea nazionale dichiarando di non condividere affatto l'opinione del suo ministro cina l'interpretazione da dare al trattato per l'esercito euro– peo. Schuman ha detto che l'atteggia– mento di Bidault a Berlino ha rinfo– colato la polemica sulla CED e raf– forzato in seno al parlamento francese le posizioni degli avversari del trat– tato. Questa nuova controversia, la quale viene ad aggiungersi àlle cento altre che il trattato di Parigi è venuto via via sollevando e che dividono ormai in modo drammatico la vita politica fran– cese, è particolarmente interessante non soltanto perché è la prima che scoppia in seno a quella specie cli protomartire del cedismo che è il partito democristiano francese, ma per– ché dalla sua soluzione dipendono in buona misura il significato, il valore, la portata e le prospettive della CED. La polemica fra Schuman e Bidault si fonda essenzialmente sulla interpre– tazione da dare all'art. 7 e, in subor– dine, all'art. 10 degli accordi contrai• tuali di Bonn i quali, com'è noto, di– sciplinano i rapporti fra la Repubblica federale tedesca e le tre potenze occi– dentali che ne occupano tuttora :I ter– ritorio. In questi articoli, e solo in questi articoli (il trattato della CED infatti non fa alcun accenno ai pro– blemi dell'unità tedesca), si prevede il caso della riunificazione della Germa– nia e si sancisce che, ove ciò avvenga o si verifichi ,m qualsiasi allro a1ve- 11ime1110 che 1111a11imeme111e /JOJJa,-iJe- 11ersi parime11li fo11dame111ale ( ?), il nuovo Stato tedesco non sarj auto– maticamente vincolato ai patti stipu– lati dal governo federale. Schuman e i suoi fautori sostengono che gli accordi contrattuali di Bonn non possono infrangere quanto ine– quivocamente dispone il trattato per l'esercito europeo e cioè che la CED 3vrà una durata di cinquanta anni e non potrà essere modificata pe,· alC1m molfro, salvo il caso che avesse ter– mine o si spezzasse il patto atlantico nel cui quadro la CED è incastonata (art. 128). D'altra parte, dice ancora Schuman, e la sua tesi è quella di Mo– lotov, non è ,ero che gli accordi di Bonn escludano l'estensione alla Ger– mania riunificata dei patti già conclusi dalla Repubblica federale; anzi, è pro– prio vero il contrario, in quanto l'or– mai famoso art. 7 prevede per l'ap– punto che « nell'eventualità cli una unificazione della Germania le tre po– tenze - riservandosi di stabilire di rom1111e "rcordo le modifiche che si possono rendere necessarie - estende– ranno ad una Germania unificata i di– ritti di cui la Repubblica federale è investita»; e il susseguente. art. 10 ribadisce che le potenze firmatarie pro– cederanno di rom1111e<1aordo a tutte quelle modifiche « nella misura in cui queste si renderanno necessarie o op– portune in seguito al mutamento fon– damentale della situazione». La tesi di Schuman non è priva di fondamento; ma bisogna subito osser– vare non soltanto che il trattato cli Pa– rigi e gli accordi di Bonn sono sem– pre stati presentati dai firmatari come parti integranti di un insieme politico inseparabile, di modo che gli accordi di Bonn finiscono con l'illustrare e in– terpretare il trattato per l'esercito euro– peo; ma anche che, dopo quanto fl_ dault e gli altri due ministri occiden– tali hanno solennemente dichiarato alla conferenza di Berlino, è evidente che la Francia, l'Inghilterra e gli tati Uniti non ritengono più che per mo– dificare i trattati sia necessario quel preventivo co1111111e aao,-do cui accen– navano gli artt. 7 e 10. Alla Germa– nia, dunque, viene in definitiva rico– nosciuta la più piena libertà di ma– novra. Si dirà: gli articoli di un trattato non possono essere distrutti da delle semplici dichiarazioni. B vero; ma è anche vero che tutto l'art. 7 e il suc– cessivo art. 10 degli accordi di Bonn non sono un fulgido esempio Ji thia– rezza e che, anche attenendosi ad una interpretazione grammaticale, non è poi estremamente difficile capovolgere la tesi di chuman. on v'era dubbio che Parigi, du– rante la preparazione degli accordi di Bonn, cercò soprattutto di restringere al massimo la libertà d'azione del fu– turo governo pangermanico; ma questa osservazione non può costituire un cri– terio di interpretazione degli accordi stessi perché, oggi, la Francia per bocca del suo ministro degli esteri ha riconosciuto che « un trattato concluso da una metà d'uno Stato che è, per sua natura, provvisorio, non può to– stituire un legame per uno Stato che non esiste ancora ». I.a morale della fa, ola, in tutta que– sta faccenda, è che la c.d. politica di integrazione europea viene totalmente rimessa in discussione. perché alla Ger• mania - e, si_ badi, solla11M alla Germania - viene in definitiva rico– nosciuto un vero e proprio diritto di secessione. Quanto Bidault e i suoi colleghi oc• cidentali hanno dichiarato a Berlino è chiaro che farà testo se in Germania qualcuno vi avrà interesse; le dichi.1- razioni contro cui è insorto chuman potranno esser considerate, se i tede– schi lo riterranno opportuno, come una ioterpretazione autentica dei ,ec– chi patti alla quale appellarsi quando sarà giunto il momento per le classi dirigenti tedesche di riacquistare inte– gralmente la propria lilx:rtà di mano– vra. E così la CED, che nell'intendi– mento dei cedisti in buona fede do– vrebbe risolvere in modo insuperabile il grave problema europeo che è il pro– blema della Germania, si sarà rivelata per quello che assai probabilmeme è: un organismo più intergovernativo che sopranazionale, come dice Mollet, pri– vo di un efficiente controllo democrati– co e civile; uno strumento per cui cin– que nazioni sacrificano in una certa misura il loro esercito per con~entirc ad una sesta nazione. che .rncora non ce l'ha, di crearsene, almeno parzial– mente, uno e di riconquistare lo .ria/li r internazionale di grande potenza; una istituzione cui cinque nazioni sono vin– colate per cinquanta anni e una sesta vi è impegnata finché e purché non s'a<• cresca il suo territorio o non si , cri– fichi un qualche altro avvenimento che possa sembrare eccezionale. Ci dispiace. Ma abbiamo la sensa– zione che i nostri amici federalisti. i quali pensano alla CED non soltanto come alle forche caudine sotto le quali sono disposti a passare nella credenza che in questo modo si a, vicineranno agli Stati Uniti d'Europa. ma anche come al sistema più idoneo per potare le unghie alla tradizionale pRpoten,a ~edesca, do,•ranno presto ricredersi e triste destino per chi si è spcs,o di– lettato a mettere alla berlina non solo i veri ma anche i presunti utili idioti! - av\'edersi che per sfuggire alle un– ghie del nuovo Reich e - perché no! - per preparare pazientemente una pili popolare federazione europea, non v'è altra strada che la ~trada ardua e difficile della distensione e degli ac– cordi negoziati con tutte le poten,e interessate, ivi comprese la Russia e le altre nazioni dell'Europa orientale. Lt:LIOl,,lCORIO

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