Nuova Repubblica - anno I - n. 18 - 20 settembre 1953

15 giorni nel uaondo LIBERAZIONE G LI scioperi francesi, a breve di– stanza di tempo dalle sommos– se di Berlino Est, avranno an– che cause economiche molto profon– de; ma come tutti i fenomeni che si verificano da qualche tempo dalle due parti della cortina di ferro, nella zona di egemonia americana come in quella d'egemonia sovietica, sono, a nostro avviso, un fenomeno di libe– razione da influenze imperialistiche e soprattutto di assestamento post– bellico. Con questo non si vuol dire che gli operai francesi in sciopero, o quelli berlinesi insorti, si siano ribel– lati al « giogo > americano o a quel– lo sovietico, che abbiano voluto « cac– ciare via > l'occupante straniero. Sen– za una certa moderazione di giudi– zio si rischia di travisare la realtà cli un fenomeno assai profondo e di farne solo un oggetto di scherma– !(lia demagogica. Quello che si vuole dire solamente è che a Parigi come a Berlino (e, in un certo senso, an– che a Roma, col voto del 7 giugno e con la fine del regime degaspe 0 riano), si tenta di liberarsi dal clima di guerra che non è mai cessato dal 1945 ad oggi, dalle restrizioni e dai sacrifici che solo tale clima può giustificare, dalla vita « eroica > e miserabile che pesa come un incubo su tutta l'Europa senza che questa generazione, che aveva lottato per liberarsi da tutti gl'incubi, da tutte le « paure >, riesca a vederne la fine. Cosl come il fatto tipico delle som– mosse berlinesi è che furono scate– nate, attuate o dirette da quella classe operaia che dove\"a costituire la base sociale del regime filosovie– tico drlla Germania orientale, così pure il fatto tipico degli scioperi francesi è che sono stati scatenati, attuati (sia pure con il successivo intervento in massa comunista, che ocrò non ne ha mai veramente de– formato la sostanza) e diretti dalle organizzazioni operaie democratiche (Force Ouurière r sindacati cristia– ni), sulle quali si faceva il maggior affidamento per legare l'opinione francese alla politica atlantica. Se le sommosse di Berlino fossero state scatenate da agitatori occiden– tali o nazisti (come artificiosamente, per un momento, cercò di far cre– drrc, senza fondamento, il comando sovirtico), si sarebbero spente sul na– scere e non avrebbero mai acquistato l'ampiezza e l'importanza che hanno poi avuto. Invece cli essere una fase della lotta cli liberazione delle masse trdrsche, sarebbero state un effimero episodio d'insofferenza dc-i vinti cli irri contro i dominatori di oggi. Pa– rimenti, se gli scioperi francesi fos– sero stati scatenati dalla G.G.T. co– munista (come quelli del 1948 o del 1949), sarebbero nati sotto il so– spetto di essere una manovra del Cominform a vantaggio della poli– tica estera sovietica e non avrebbero raccolto l'unanimità dei consensi che hanno ottenuto. Poiché questo è il fatto più ca– ratteristico degli scioperi francesi: mentre da ormai quattr'anni la C.G.T. non era più in grado di por– tare la classe operaia a un'azione efficace, per il sospetto che grava sull'or~anizzazione comurùsta di agi– re esclusivamente nell'interesse del– l'Unione Sovietica, è bastato che Force Ouvrière, la quale aveva avu– to vita grama, in questi anni, per mille motivi che è inutile ora elen– care, lanciasse la parola d'ordine di scioperare - sia pure in un settore, come quello deo;li statali, dove è eccezionalmente forte - perché tutta la classe operaia si mettesse in mo– vimento, senza timore di cadere nella trappola dell'azione cominformista. Gli stessi incidenti provocati a Berlino da agitatori nazisti e l'inter• vento in massa della C.G.T. comu– nista agli scioperi francesi non han– no potuto viziarne il carattere ori– ginario, che era socialista nrl primo caso, democratico nel secondo libe- ratore in ambedue. ' Se di questi fermenti, maturati negli ultimi mesi in seno alle mas– se, non ci si può non compiacere, vi è però un elemento negativo che ora grava come una spada di Damo– cle su ogni possibile azione delle masse popolari europee: è la man– canza di una reale, cosciente cd efficace direzione politica. Le masse berlinesi si sono ribel– late contro il governo cli Grotewohl e il partito comunista di Ulbricht, ma nessuno le ha validamente diret– te e la loro agitazione ha solo co– stituito un monito di prudenza per gli attuali dirigenti comunisti, senza un risultato organico, una conquista tangibile sul piano del potere politi– co. t vero che la socialdemocrazia è praticamente bandita dalla Germa– nia orientale, dopo l'unificazione for• zata, compiuta in regime d'occupa– zione, nel 1946, fra socialisti e co– munisti, nel cosidetto partito di « Unità Socialista> a direzione co– munista. Ciò nonostante rimane il fatto che la ribellione ha avuto il carattere di sommossa e non di ri• voluzione, come aveva la capacità materiale di essere. Le masse francesi si sono 1-ibcllate contro il governo Lanicl, che è go– verno di padroni, fatto nell'interesse dei ceti padronali, il capo del go– verno essendo inoltre uno dei più ricchi industriali francesi. Ma, nono– stante l'agitazione sia scoppiata per iniziativa di Force Ouvrière, questa ha avuto carattere quasi spontaneo, come a Berlino, e gli stessi ordini di cessare le agitazioni, dati qua e là durante il periodo scioperistico da Force Ouvrière o dagli altri sin– dacati, sono stati seguiti io modo ti– picamente caotico. Force Ouvrière era t_roppo discreditata per dirigere cITctt1vamcntc gli scioperi e portarli a una conclusione vittoriosa e il com– promesso raggiunto col governo è nettamente insoddisfacente, tenuto conto dell'ampiezza e ciel vigore del– le agitazi~ni. Avevamo assistito al fallimento de– gli scioperi decisi nel novembre 1938 dalla C.G.T. unitaria contro i de– creti-legge finanziari di Paul Rcy– naud - qualcosa di simile ai decreti– legge cli Lanicl - e siamo stati sor– presi di vedere come, nel 1953, in un clima cli demoralizzazione politica della sinistra francese, di offensiva vittoriosa delle destre, di divisione sindacale, le agitazioni siano invcct' riuscite, fino a diventare uno de~li episodi pii, giganteschi della storia del movimento operaio francese. In Quanto alla S.F.I.O., non si può dirne molto meglio che cli Fotce Ouvrière. La presenza di u 11 forte partito comunista, i ~ravamt dçlla politica atlantica, la debolezza interna del partito la rendevano ina– datta a portare alla vittoria quel grande moto di massa. Nel momento in cui il partito invitava i suoi de– putati a chiedere la convocazionr uro:cnte della Camera, poi fallita, nella lunga attesa che giunges– sero tutte le richieste costituzional– mente necessarie, gli operai erano costretti a sopportare i sacrifici di una penosa e gravosa guerra d'asse– dio e dei nervi da parte del gover– no; proprio in quel momento, du– rante quella fase della lotta, una trentina di deputati socialisti stavano tranquillamente in· villeggiatura nella Spagna fascista. Le masse, in Europa, e anche in Italia, sono oggi migliori elci loro capi e delle loro organizzazioni; sono più coscienti, più decise, più audaci. più libere da soggezioni estranee al movimento operaio. Ma non sono in grado di riformare di sana pianta la struttura dell'organizzazione ope– raia nazionale e internazionale e sono costrette a servirsi dei partiti. dei sindacati e dei capi esistenti. Su questi partiti, su questi sindacati e su questi capi ricade oggi quindi l'enorme responsabilità di portare le masse al completamento del processo di liberazione dal clima di guerra, dalle strutture di guerra e dai go– vc-rni di guerra che dominano ancora l'Europa. NUOVA REPUBBLICA Non si tratta cli fare rivoluzioni o guerre civili: esse finirebbero per de– generare in un'altra g-uerra interna– zionale, che è esattamente il contra– rio di quello che vogliono le masse. Non si tratta di rompere bruscamen– te, a Oriente o a Occidente, con la Russia o con l'America. Si tratta di fare sentire tutto il peso delle masse europee, possibilmente unite - la federazione diventa cosl anche un obbiettivo socialista e pacifista - a contrasto fra i due blocchi. :E: partito l'invito per una confe– renza dei quattro ministri degli este– ri: a questa riunione non è stata invitata l'Europa. La Francia non è l'Europa, e se si ostina a rimanere solo Francia avrà presto bisogno di un Luigi XI per raccogliere le bri– ciole del suo impero, che va in fran– tumi. In quanto all'Europa a sci della CED, all'Europa esercito e non nazione, all'Europa mercenaria e non popolare, è stata incapace di far sentire la sua voce, perchét non ha dietro a sé le masse europee. Si riempia il recipiente federalista di un contenuto popolare e anche l'Europa ci sarà, a queste riunioni, costituendo l'indispensabile tessuto connettivo fra due mondi che, senza l'Europa di mezzo, sono troppo di– stanti per conoscersi e comprendersi. La rivoluzione americana e quella russa sono entrambe figlie dell'era di libertà cominciata in Europa, nel– le coscienze prima che nelle istitu– zioni; staccate dal grembo materno sono destinate a urtarsi e a far scoc• care la scintilla che distruggerà il mondo. Un'Europa libera e unita può invece guidarle verso un'armonica convivenza e salvare se stessa sal– vando il mondo. PAOW \'IMORELLI lruNTO oo!TRO PUNTO I cYrn· a{;/ matltno S~egliendo « fior da fiore», a edifi– cazione dei 1101tri lellori, da/11 autore- 110/e organo della deslra social-demo– craJica, « Il Mattino d"Italia » di N"– poli: 6 Giugno 1953: I corrolli!!i111i « Il Gruppo di Unità Popolare a noi meridionali non interessa troppo ... seb– bene con· essi, e rion solo con essi veramente, sia posto il grosso proble– ma del rinnovamento della vita poli– tica italiana, soprattutto di una classe politica che sia incorruttibile tanto nel pensiero che nell"azione ». 16 Giugno 1953: I trndiJori « Guardiamo alla piccola schiera dei secessionisti dal PSDI. Erano usciti dal loro partito non per una grave ragione ideologica o programmatica, ma per una questione di dettaglio contingente (sic).... Non resta loro che la sou– disfazione della vittoriuzza contro lo « scatto », ma il PSDI resta, anche se diminuito dal loro tradimento, mentre essi, i traditori, scompaiono nella neb– bia della loro stolta dissidenza ». 21 Giugno 1953: S0110 morti « L"Associazione Nazionale fra i;li uomini-tutti-d'un pezzo, la Federazio– ne Nazionale fra Gli Uomini di Ca- PRECISAZIONI (a modo loro) Un comunicato di agen• zie del 7 /8 u. s.: « Prose– guor10 i tentntivi cli wiifi– ca;:;ione dei socialrlemocrn• tici - L'orgmw autor10111i– sta Nuova RepulJl,lica ces– sa le sue pubblicn;:;ioni ». Interessante. Leggiamo, al– lora: « Si sono avuti nei giorni scorsi, nonostante l'a1tivi1à connessa alla solu– zione della crisi, nnmerosi incontri Ira l'on. Saragal, Codignola e l'ex sindaco cli Milano, Greppi, allo sco• po - a <tttanlo ap11rcnde l,'l11for111a;:;io11P ltnlimw - di h·ovare uua via per la uni6eazione cli lulte le for– ze socialflemocratiche, at– tività questa che earaltedz– za il cosiddelto « nuovo corso » della politica ciel PSDJ.... Una certa disten– sione esisterebbe. l.'lnfor– mazione ltalimw noia in– falli come « Nuova Repub– blica », organo autonomi– sta, abbia cessato le pub– blicazioni ». l\fa quanto è facile il compilo di una agenzia d'informazioni. Può darsi d1e Saragat, Codignola e Greppi se ne stiano a casa, miJle miglia lontani, ma può anche darsi che si sia– no incontrati: la notizia sa– rebbe verosimile dal mo– mento che si ricomincia a parlare di unificazione so• cialista. Per renderla più verosimile diciamo pure che gli incontri sono stati « numerosi ». Per essere poi lranquillamenlc a posto con la pro1)ria coscienza si noli che « Nuova Repùb– blica » ha cessalo le sue pubblicazioni e ciò si_ in– terpreti benevolmente eo• me un fallo distensivo. Vero è che sul nume• ro del 20 Luglio di N.H. e1·a annunzinta non la ees• sazione, ma la sospensione e la ripresa, di lì a un me– se, della regolare periodi– cità. Come dar c1·edi10, pe– rò, a ,,nella avvertenza? Nessun giornale puè► "ivere se non sia adeguatamente foraggiato e infa11i, pro• prio in quella avvertenza, si chiedeva l'aiuto concreto dei lettori. Sull'ultimo numero ,li « Libertas », il sellimanale di Piazza del Gesù (27 Agosto 1953), si legge che le normali pubblicazioni riprenderanno di lì a un mese, a fine se11e111bre,con la ripresa dell'allività par- lamentare. Normalissima cosa. Non più tale invece quando si tratti del nostro organo autonomista per cui non han da esserci fe. rie, bensì chiusura defini– tiva. 5 ratiere e il Consiglio Direttivo Jell,, Lega per il Coerenza partecipano con dolore il decesso poiitico dei loro grandi esponenti: Corbino, Parri, Nit– ti, Codignola, Terranova, Cucchi, Ma– gnani, Zanardi, Greppi, avvenuto du. rante una brillante azione di disturbo nella quale i valorosi « guastatori » ri– masero infortunati. Si dispensa dal piangere la loro fine. Dt1//o ste!!o gior11a/e, · i11 datfl 3 Jettembre, 1953, sollo il titolo « Ri– torni all'ovile», apprendi(lmo: « Si dice che i gruppi dissidenti e indipendenti facenti capo a Codignola, C1lamandrei, Zanardi, Greppi, Pierac– cini siano per rientrare in seno al Par– tito Socialista Democratico... Se la no– tizia è esatta, ce ne compiacciamo. Si tratta di brave persone (sic) che si erano allontanate per un dissenso che oggi non ha più ragione cli essere. li loro ritorno contribuirebbe a chiarire una situazione anormale che è stata dannosa e dispiacevole. Il Paese ha bisogno di correggere il suo eccessivo spirito divisionista e bizantineggiante». Quantum mutatus ab ilio! ... (?// } 1 rtlr; /a /d . 1,/oita E ' accaduto a Massa e Carrara. I partigiani elci luogo si erano proposti cli celebrare degna– mente il X anniversario clcll'B set– scmbre, che segnò l'inizio della guer– ra di Liberazione Nazionale. Al ri– guardo chiesero l'adesione delle au– torità comunali e provinciali ad una manifestazione che avrebbe dovuto culminare con l'erezione cli un cippo marmoreo sulla foce cli Carrara: do– ve gli alpini della Val di Fassa apri– rono per primi il fuoco contro 1c truppe tedesche. Sembra cl1c il Pre– fetto abbia risposto che lt, data dell'B settembre è una data infausta per il nostro Paese e che, com.e tale, non deve essere rievocata. La frase, resa nota da alcuni giornali, non ha dato luogo a smentite 'e quindi dobbiamo ritenere che essa sia stata effettiva– mente pronunciata dal Prefetto di Carrara in vena cli far storia a suo uso e consumo. Significativo il fatto che il Sindaco del Comune e i gruppi consiliari del– la DC, del PRI e del PSDI si siano rimangiati, in conseguenza, la loro precedente adesione con un pretesto che ha tutta l'aria di essere specio• samente conformista. L'ANPI, la FIAP e le CL (una manifestazione unitaria dunque, e non cli sola parte comunista) hanno allora dichiarato di far da sé per la costruzione del cippo marmoreo a ricordo dei valo– rosi caduti della guerra cli Libcra– zionr. L'ossequioso comportamento dei partiti minori, antifascisti prr la pel• le, va clcbitarM!nte segnalato: quan– do si possa dare un dispiacere ai comunisti, val la pena di chiudere un occhio ccl accogliere il poco pre– gevole storicismo prefettizio. Ulficio di ritagli da 1iornali , riuiste Direttore: Umberto Frugiuele Co,.direttore: Ignazio Frugiuelc Via Giuseppe Compagnoni, 28 MILANO Corrispondcm.a: Casella Postale 3549 Tclcgr.: Ecostampa LIBRIE Rll/lSTE Noti:iario Dibliogra/ieo Afensile. Sol– lo. gli auspici dei Suui:i Spettacolo 1,a/ormazio,ii e Proprietà bttellelluale della Presidenza del Co,isiglio dei Mi– nistri. t la più completa e aggiornala Ri– vista bibliografica italiana. Si pubblica ogni mese e contiene un sunto breve e obiettivo di tutte le riviste culturali e di tutti i più importanti studi politici pubblicati in Italia, nonché: un Indie, Bibliozra/ico complelo di tutti i libri che si stampano ogni mese, redatto in base alle « copie d'obbligo » consegna– te per Legge alla Presidenza del Con– ·siglio. Direzione: Casella Postale 247 • Ro– ma. Abbonamento annuo: L. 1.500.

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