Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Il porto di Napoli pante carenza d'iniziative, come dimostra il fatto che ancora oggi non è stato risolto il problema della forma istituzionale del nuovo organismo che dovrà subentrare all'Ente Autonomo, tenuto artificiosamente in vita da un decreto di proroga, per giunta scaduto lo scorso 31 dicembre, che il Governo sembra intenzionato a tramutare in regime staordinario a tempo indeterminato. Il recente andamento del traffico portuale. - Se si fa astrazione per le attività specializzate (come la cantieristica e le riparazioni navali) le funzioni tipiche che ordinariamente svolge un porto marittimo sono quelle industriale, commerciale e passeggeri. La funzione industriale di un porto è quella che si realizza quando nell'ambito dello spazio demaniale sorgono stabilimenti che utilizzano materie prime d'importazione destinate a lavorazioni rivolte alle esportazioni. In questi casi si tratta di attività industriali fortemente integrate, nei confronti delle quali il trasporto è uno dei momenti della produzione, per cui l'organizzazione tecnica delle lavorazioni si realizza attraverso l'attrezzatura di banchine specializzate, destinate alla ricezione delle merci provenienti dall'avanmare, ed opera, ordinariamente, in regime di autonomia funzionale 3 • Nel caso del porto di Napoli la funzione industriale è pressoché inesistente essendo quasi unicamente limitata al terminal siderurgico dell'Italsider di Bagnoli, cioè ad un ambito portuale circoscritto, per giunta ubicato in posizione eccentrica rispetto al corpo centrale dello scalo marittimo (ad occidente della città). Di conseguenza, l'attività portuale che prevalentemente svolge lo scalo napoletano è quella commerciale, integrata dal movimenti passeggeri attivato dalle linee di navigazione turistica del Golfo e dei servizi croceristi ci e di navigazione di linea 4 • I settori merceologici che maggiormente contribuiscono a comporre il traffico portuale napoletano sono raggruppabili in poche voci per le merci secche sbarcate (cereali, frutti esotici, carbone, legname, materie prime per l'industria vetraria) e a pochissime per quelle imbarcate (frutta e legumi, prodotti siderurgici, prodotti chimici, autovetture e laterizi). A queste voci sono da aggiungersi quelle, molto considerevoli, re3 Art. 110 Cod. Nav., ultimo comma. Sull'interpretazione e l'estensione del li~ mite d'attuazione del regime d'autonomia funzionale sono sorte numerose polemiche, essenzialmente condotte dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori portuali che auspicherebbero un'interpretazione restrittiva dell'art. 110. 4 Anche per la flotta sovvenzionata (linee di PI,"eminente Interesse Nazionale) si pone il problema di un'ampia ristrutturazione che dovrebbe condurre alla drastica . . riduzione dei servizi passeggeri di linea. Per la flotta privata il problema è stato risolto riadattando il naviglio per l'esercizio di servizi crocieristici. 75

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