Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Lucio Susmel sono imporre scelte e decisioni ai piani regolatori comunali, i cui obiettivi in.vece non sono settoriali, ma di pianificazione coordinata del territorio, anche se su dimensioni più limitate. Ciò in pratica significa la prevalenza di interessi di settore su obiettivi e l'impossibilità di effettuare un qualsiasi coordinamento verticale tra i piani » • •.. « Infatti, ove esistevano, i piani urbanistici dei comuni divenuti poli di sviluppo sono stati 'annichiliti ' dalla dimensione degli interventi, dalla loro organizzazione (basata su una logica molto diversa da quella dei piani regolatori comunali degli anni '50), dal valore di piano territoriale di cui sono dotati i' piani delle aree di sviluppo industriale >>• ... « Un altro effetto, in.dotto, sulle situazioni locali di pianificazione è stato l'esaltazione delle sollecitazioni interne a cui i piani locali esistenti erano già sottoposti, sotto la spinta di prospettive di espansione del reddito prima impreviste; la 'nonnale ' attività di speculazione sulle aree, incrementata nel generale processo di obsolescenza dei piani esistenti, ha trovato di conseguenza spazio per compiere macroscopiche . . operazioni » . ... « A fronte del verificarsi di queste situazioni - così conclude l'indagine su Taranto - mentre non risultano consolanti neppure i risultati acquisiti in campo economico, emergono tutti i limiti della politica delle concentrazioni industriali, insufficiente a risolvere i problemi di sviluppo economico delle regioni meridionali, se applicata secondo i meccanismi finora funzionanti». Ebbene: proprio per evitare il medesimo fallimento, il Sangro ha respinto a chiare e ragionate note la proposta d~ riassetto territoriale da cui sarebbe previsto il nucleo di industrializzazione Sangro-Aven.tino, che dovrebbe far spazio alla raffineria di Fossacesia in un ambiente già parzialmente tutelato dal vincolo paesaggistico e per il quale il piano intercomunale prospetta sviluppi in direzione opposta. Valgano per tutte le affermazioni che si leggono nella deliberazione del consiglio comunale di Fossacesia (12 gennaio 1972): « il suddetto complesso industriale [di Fossacesia], ad altisisma concentrazione di capitale, è elemento di contrasto irreversibile con le economie locali operanti nel settore agricolo, industriale, turistico, terziario e con lo stato di depressione economica caratterizzato da disoccupazione cronica e bassi redditi di sottoccupazione; e non può ritenersi elemento propulsivo un insediamento industriale che con le forze e le riserve economiche disponibili nella zona, nello. stato attuale e potenziale, non ha la benché minima possibilità di interscambio ». È un atteggiamento consapevole, la cui base popolare· imprime maggior forza alla svolta eh' esso, se pur tardivamente, concorre a determi56

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