Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Cronache meridionaliste Zuppo italiano sia in contrasto con la concezione nieridionalista dello sviluppo italiano. Non esiste un'alternativa autarchica alla prospettiva europeista, quali che siano le incognite che tale prospettiva può comportare per il nostro ~Mezzogiorno: tanto più che, se nella prospettiva europeista si può avviare a soluzione il problema dello sviluppo economico del Mezzogiorno, il problema dello sviluppo civile del Mezzogiorno non può essere avviato a soluzione che grazie all'intensificazione dei rapporti tra Nord e Sud, intendendo per Nord non solo quello italiano, 1na anche e soprattutto quello europeo. Non si può dire, infatti, come è stato detto alla conferenza di Cagliari, da qualche improvvisatore di sentenze politiche, che l'integrazione nell'Europa è meno conveniente per il nostro Mezzogiorno di quanto lo sarebbe un integrazione nell'area mediterranea con altri paesi mediterranei. Giustamente, un assessore della Campania, Mario Del Vecchio, a chi proponeva un'integrazione nell'area mediterranea come alternativa all'integrazione europea, ha replicato che, se la politica europeista non ha consentito all'Italia di risolvere i problemi della Calabria e della Basilicata, la politica 1nediterranea, di paeseguida, dei « non allineati », non ha consentito alla Jugoslavia di risolvere i problemi della Macedonia e del Montenegro; e, anzi, questi problemi minacciano la stessa integrità nazionale della Jugoslavia, perché il fallimento della politica di sviluppo delle regioni meridionali stà provocando reazioni rissose della Croazia e della Slovenia, quali né in Piemonte né in Lombardia si sono mai manifestate, nei confronti dello nostra poli~ tica meridionalista, della quale pure si dice con troppo semplicisrno che evidentemente risulta assai meno discussa di quanto non risulti discussa quella della Jugoslavia nelle repubbliche più deboli. Se ne dovrebbe dedurre, quindi, che la politica meridionalista dell'Italia è meno fallita di quanto taluni vorrebbero far credere e conzunque meno fallita di quanto non lo sia quella della Jugoslavia in Macedonia e in A1ontenegro; e che la politica meridionalista può e . deve essere saldata con quella eur~ peista. Daltra parte, al recente convegno di Napoli delle Confederazioni sindacali si è detto tra l'altro che non ci si deve fare illusioni sulla « europeizzazione » della nostra questione meridionale, perché ogni volta che in campo europeo si solleva tale ·questione, emergono problemi analoghi di altri paesi ed ognuno di questi propone la questione delle proprie aree depres'se, che comunque sono assai meno depresse del nostro Mez-. zogiorno. Ma non è questione di farsi illusioni. Si tratta di valutare politicamente le occasioni che si presentano: se in sede europea si decide, come al vertice di Parigi, di destinare maggiori mezzi della politica regionale 51

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