Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Augusto Graziani Queste poche cifre relative all'occupazione sono meritevoli di attenzione perché dalla diversa struttura dell'occupazione scaturisce non solo una diversa struttura della produzione, ma anche una diversa struttura sociale, diversi atteggiamenti culturali, diversi modi di reagire agli interventi del settore pubblico. Le regioni del Nord sono avviate verso la formazione di una struttura produttiva capitalistica, simile tendenzialmente alla struttura dei paesi a capitalismo più avanzato. Non così il Mezzogiorno, dove l'inadeguato sviluppo dell'industria manifatturiera, e l'ipertrofia del settorè dei servizi e del pubblico impiego, danno luogo ad una struttura radicalmente diversa. Le differenze si riscontrano nella motivazione all'efficienza, che è vigorosa nelle regioni del Nord (per ovvie ragioni di competitività internazionale), attenuata nel Sud, dove l'industria si appoggia largamente a sussidi finanziari di origine pubblica. Si riscontrano nella mentalità, orientata alla crescita generale nel Nord, concentrata sull'acquisizione di vantaggi particolari nel Mezzogiorno. Si riscontra nel genere di rapporti sociali, che nelle regioni del Nord si articolano nella contrapposizione tra classe lavoratrice e impresa, mentre nel Sud (dove la presenza di lavoratori di fabbrica è ancora ridotta) danno luogo ad un ordinamento burocratico o addirittura gerarchico o clientelare, nel quale ogni soggetto si colloca in posizione più o meno elevata a seconda della misura in cui è in grado di controllare i flussi di spesa pubblica, il grande alimento dell'economia meridionale. Sorge a questo punto il quesito relativo all_a rilevanza di questa discrepanza profonda per lo sviluppo dell'economia nazionale. Un primo dubbio va subito accantonato. Se si ritiene che la presenza di un Mezzogiorno sottosviluppato possa rappresentare un ostacolo per lo sviluppo dell'industria nel Nord, è facile mostrare (e gli eventi di vent'anni di sviluppo industriale lo hanno ampiamente mostrato) che questa opinione non è sostanzialmente fondata. Gli argomenti portati a sostegno di questa visione sono due. Il primo è basato sull'osservazione che la presenza di un Mezzogiorno povero di risorse e di reddito sottrae all'industria del Nord un mercato potenziale e riduce l'ampiezza dell'intero mercato nazionale. Questo è certamente vero, ma in un'economia aperta, integrata come quella italiana in una più vasta area economica, esistono mercati alternativi, nei quali collocare il prodotto, anche se il mercato interno è limitato dal sottosviluppo del Sud. Il secondo argomento riguarda la progressiva congestione dei distretti industriali del Nord, che sarebbe causata dalla concentrazione dello sviluppo industriale in uno spazio territoriale troppo 38

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