Ermanno Corsi a procurare al partito consistenti finanziamenti attraverso patteggiamenti sottobanco, appoggi espliciti o « neutralità » concordate in sede governativa. I missini hanno accumulato - con le elezioni politiche del '72 - un certo numero di voti e di seggi in Parlamento. Non avendo la forza (le condizioni di oggi sono ben diverse da quelle del '22) di ridurre il Parlamento a un elemento di contorno della vita italiana, e non avendo la capacità di diventare interlocutori credibili dei partiti democratici e costituzionali, pensano di utilizzare voti e seggi nell'unico modo che gli è possibile e congeniale: per favorire l'arretramento della società e l'indebolimento delle istituzioni repubblicane. Indossano il « doppiopetto » nella fase di « svolta molle », come dice Nenni, in attesa di tornare ad impugnare, con più frequenza e aggressività di prima, il manganello, non appena si delineerà nel Paese la « svolta dura ». Il ruolo di « ragioniere » e di « mediatore » (prima svolto da Michelini), ora lo assume Almirante che, mettendosi in faccia una maschera legalitaria e moderata, si dichiara portatore di una « alternativa di salvezza », fautore di una crociata per la difesa della Nazione. Cambiano le parti, ma la regìa e la logica interna del partito sono sempre le stesse. Per rendere più « credibile » la sua nuova parte, Almirante non fa tacere del tutto i « duri », un tempo suoi collaboratori diretti e ancora oggi esecutori materiali delle sue trame eversive. Li fa parlare, in sede di congresso, quel tanto che basta perché appaia più verosimile e perché sia più apprezzato il suo distacco, più marcata la sua « svolta ». Così, mentre lui si circonda del filosofo Plebe, che teorizza sulla « vita come avventura e come ardimento»; dell'« intrepido» e «ardimentoso» ammiraglio Birindelli; del monarchico Covelli che rimpiange il binomio Trono e Altare; mentre si lascia definire « arcangelo » dell'ex liberale Artieri, escono in libera uscita alcuni tra i più rappresentativi dei « duri ». Romualdi afferma che « il MSI è fiero di essere fuori dell'arco costituzionale »; il ministro -di Salò Giuseppe Spinelli evoca lo spirito di Mussolini; Ciccio Franco, la « primula nera » del Sud, invoca « dieci, cento, mille Reggio Calabria » per creare la rivoluzione permanente nel Mezzogiorno; Caradonna rilancia l'immagine della « guerra igiene dei popoli »; Pino Rauti ripete che « la democrazia è un'infezione dello spirito »; Niccolai che « le botte bisogna darle e darle bene, ma al momento giusto ». Sono sortite sufficienti a confermare la « filosofia morale » del neofascismo, a dispetto delle proclamate « convers1on1 » di Almi28
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