MSI: doppia faccia della continuità Il Governo Parri, come si sa, avrebbe voluto procedere ad una epurazione radicale del fascismo. Ma non gliene fu mai data la possibilità. Il vilipendio parafascista contro la democrazia cominciò con il qualunquismo di Giannini e trovò via via, successivamente, sempre nuove occasioni. Fin dal '45, insieme alle numerose sigle che si richiamavano al fascisn10, sorsero organizzazioni fiancheggiatrici. Incominciarono le collaborazioni con la DC, il PLI e i monarchici negli Enti locali, l'alleanza tra fascisti e classe dirigente meridionale. Fin dall'immediato dopoguerra non si è saputo impedire la presenza di ex fascisti e di neofascisti in certi « corpi speciali » o nei « corpi separati » dello Stato (burocrazia, magistratura, polizia). Il MSI nasce, ufficialmente, il 26 dicembre 1946 in via regina Elena, a Roma. Segretario minoritario è Almirante, ex capo di gabinetto a Salò di Mezzasoma. Nello stesso periodo ricomincia in Italia lo squadrismo con una recrudescenza di attentati fascisti contro cortei di lavoratori, sedi di partiti democratici e di organizzazioni sindacali. All'interno del partito, c'è un piccolo terremoto. sono scossoni di assestamento. I « molli » picchiano i duri. Almirante aveva pensato di non inglobare, nelle file del partito, tutti i bombardieri, i picchiatori e gli attentatori disponibili, in quanto era più utile lasciarne alcuni fuori per utilizzarli di volta in volta, ma preservandosi sempre la possibilità di poter dimostrare di non aver niente a che fare con loro. È il momento di rendere il volto del partito più accettabile per i moderati e i conservatori, meno « compromettente » per certe forze democristiane, cattoliche e della destra economica, che spingono per l'alleanza organica con il MSI in sede parlamentare. La segreteria viene tolta ad Almirante. Ma non è una destituzione o la sconfessione di un metodo. È il gioco delle parti che incomincia. Almirante si butta su posizioni di contestazione (una sorta di « sinistra sociale » interna). Lavora per dare al partito un'organizzazione capillare. Catechizza e manovra i gruppi fiancheggiatori. Tiene i contatti con le centrali fasciste europee. Programma i momenti di incontro e di distacco tra gruppuscoli e partito. Mantiene i collegamenti con Valerio Borghese, il fondatore di Ordine Nuovo Pino Rauti, Filippo Anfuso, Bruno Spampanato, Romualdi, Caradonna, Angelo Turchi, rex prefetto repubblichino di La Spezia Franz Turchi, Raffaele Valensise. Alimenta il revanscismo e la speranza della restaurazione nazi-f~scista. « f.ion si può essere fascisti in democrazia », sostiene. Dal canto suo, Michelini -· con la schiera dei «molli» pensa 27
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