Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Francesco Brancoli Busdraghi Pensiamo naturalmente soprattutto alla conferenza sulla sicurezza europea, i cui obbiettivi e risvolti si stanno discutendo al prenegoziato di Helsinki. È una trattativa che, formalmente, riguarda tutta l'Europa, cioè l'insieme dei suoi paes1, ma nella sostanza si riferisce alle sue due parti separate, e in particolare ai paesi che fanno capo a Mosca da un lato e alla Comunità dall'altro. Si è parlato molto in questi tempi della « collusione » russoamericana sulle spalle del continente. In effetti, l'intesa tra Mosca e Washington è ormai un dato fisso ed ineliminabile della scena mondiale (e in generale sarebbe del tutto illegittimo darne un significato negativo). Ciò che non si deve dimenticare è però che essa potrebbe avere effetti negativi per l'Europa solo in presenza di un vuoto di potere nel continente che è il protagonista del negoziato. Spetta poi all'Europa decidere se essa voglia essere protagonista attiva o passiva: sarà attiva se parlerà con voce unica, passiva se parlerà con voci discordi. Se i paesi dell'est non sembra siano destinati ad avere un ruolo di rilievo, a parte le azioni di disturbo da parte romena e jugoslava, e se i paesi neutrali occidentali non avranno in quanto tali un'incidenza molto maggiore, l'unico ruolo di effettivo e rilevante peso politico nel concerto tra le due grandi potenze può essere, e finora lo è stato, quello della Comunità europea. Su questo punto non si giustifica un certo pessimismo che è diffuso in molti commentatori. È vero che una struttura politica unitaria della Comunità ancora non esiste, il che continua a consentire sfumature diverse nell'insien1e dell'afteggiamento europeo. È anche però incontestabile che una posizione unitaria e autonoma nel complesso esiste ed ha già avuto importanti sviluppi nel fissare la tabella di marcia e l'agenda della trattativa. Nessuno può dire che Stati Uniti e Unione Sovietica possano non tenerne conto. Anche in questo campo dunque l'avvenire dell'Europa resta affidato agli europei: saranno scavalcati solo se si faranno scavalcare. Questo rimane il discorso dei discorsi, perché la vera battaglia si continuerà a combattere all'interno: all'esterno se ne registreranno le .conseguenze, che saranno comunque di grande rilievo. L'auspicio è d'obbligo. La concreta verifica di una svolta della politica europea e di un rilancio dell'unificazione continentale non secondo le vocazioni nazionali ma secondo una concezione specifica1nen te comunitaria, la si deve però ancora attendere. FRANCESCO BRANCOLI BUSDRAGHI 24

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==