Gino Pallotta da parte di questi ultimi. Probabilmente, al rilancio dèlle istituzioni parlamentari, alla loro vitalizzazione, contribuirebbe una maggiore autonomia da lasciarsi ai parlamentari, in forme ·corrette. D'altro c_antonon è escluso che la proliferazione delle « leggine », fenomeno ampiamente lamentato, possa anche dipendere dal fatto che il parlamentare, non potendo dedicarsi ad una effettiva funzione di controllo e di indirizzo politico, si « scarica » con la presentazione di proposte di legge che, arriveranno, al più alla « presa in considerazione ». È ben vero che la mancanza di efficaci leggi generali, o di riforme, facilita la tendenza a produrre « leggine », ma è anche vero che sfornare « leggine » l'una dietro l'altra aggiunge confusione al disordine legislativo già esistente e favorisce solo interessi settoriali. E circa 2 mila proposte di legge presentate nella VI legislatura, nel giro di pochi mesi, sono poi la prova, dato l'alto numero, di come l'iniziativa legislativa (principio-cardine del sistema parlamentare) sia considerata alla stregua di una facile ginnastica che si disperde su marginali elementi (dall'autorizzazione per immettere un trombone nella banda municipale alla legge che è ritenuta necessaria per far dare il non1e ad una qualità di formaggio). Di fronte a queste situazioni, deve dirsi che dovrebbe essere il parlamentare stesso a dare un giusto indirizzo e significato alla sua presenza in Parlamento. Presenza o assenza? Ecco l'altro quesito. Certo, l'assenteismo non è fenomeno di oggi. Già nei primi tempi del Parlamento subalpino suscitava· rimbrotti da parte della Presidenza. A suo tempo, anche Terracini, alla Costituente, qualche fervorino fu costretto a farlo. Ma gli appelli di ieri come quelli di oggi, le sfuriate di Pertini come gli inviti di Fanfani, o dei loro predecessori, restano disattesi. I dibattiti sono seguiti da meno de] 10 per cento dei componenti delle assemblee. Solo in sede di votazione si varca il limite del 50 per cento, a meno che non si sia il « plenum » delle votazioni di fiducia. I dibattiti a tre (ministro, oratore e presidente) non sono infrequenti. I dibattiti sui bilanci vanno tra i più deserti. L'inizio della settimana, quasi un rito (interrogazioni), vede, da anni o decenni, i banchi deserti. Le interrogazioni, oltretutto, anche se le presidenze cercano di superare questa abitudine, vengono discusse a distanza di mesi da quando l'evento in . questione avvenne: nessuno, quasi, se ne ricorda più. È vero che l'assenteismo s'è diffuso dappertutto, nelle fabbriche, nei corpi statali, nelle università ecc., ma il Parlamento stesso, che 10
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