Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Emma Giammattei da un infantilismo esasperato bisognoso appunto di tre mamme, degradata e oscena trinità. Inoltre egli è situato dall'autore in un'atemporalità da cui può leggere con distacco i passi delle opere storiche che lo riguardano: in effetti, sembra voler far intendere Arbasino, sia Diane Cassio che Lampridio o Aulo Gellio, con le loro pagine, non possono affatto inquadrare la realtà-Eliogabalo che è realtà-storica e continuamente presente, nella sua perenne reinventabilità. Questo romanzo segna dunque l'involuzione, o forse solo la prevedibile evoluzione, in senso a-ideologico e anti-storico, di uno scrittore intelligente e colto che però negando la Storia con una forse troppo facile disinvoltura, toglie, in fondo, alla sua scrittura, ogni giustificazione attiva e operante all'interno del rapporto letteratura-società. Al contrario, le prime opere, quali le due raccolte di novelle Piccole vacanze (Torino 1957) e L'Anonimo Lombardo (Milano 1959) e il romanzo-conversaz1one Fratelli d'Italia (Milano 1963), si muovevano nello spazio ambiguo di uno sperimentalismo che sembrò essere, negli anni '50-'60, il tentativo criticamente più agguerrito di creare una nuova immagine dello seri ttore e della lettera tura, sia pure attraverso un'opposizione tutta formale e, per lo più, meccanicamente sostitutiva ai canoni della scrittura neo-realistica (Cfr. G. BÀRBERI SQUAROTTI, Poesia e Narrativa del Secondo Novecento, Milano 1961, p. 305). In particolare Piccole vacanze, recentemente ripubblicato da Einaudi (Torino 1971), arricchito rispetto al120 la pnma edizione di due racconti originariamente facenti parte della raccolta L'Anonimo Lombardo, ci presenta un Arbasino più attento alla realtà, anche se il gusto della decadenza già comincia a denotarsi quale vezzo costante. Ad esempio, in Distesa Estate, forse la novella-chiave della raccolta, lo scrittore ci narra di un'estate meravigliosa, l'ultima dell'adolescenza, e vissuta per di più in quell'atmosfera di limbo morale tipica di un immediato dopoguerra: la distensione della vacanza viene sentita, in queste pagine, come puro non-essere-ancora, perché poi la vita è, per Arbasino, sempre fallimento cui la vacanza farà da squallido riscontro. E così, nella novella Giorgio contro Luciano, una vacanza in Spagna diventa lo sfondo di un melenso rapporto omosessuale - secondo uno schema narrativo molto caro ad Arbasino -. l'vlediante lo ·stesso procedimento in Agosto, Forte dei Marmi, il vuoto snobism? del protagonista emerge da un quadro folto di mamme e figlie a caccia di marito e si disperde, degradato e patetico, in avventure senza sapore, cercate solo perché « così si fa ». I personaggi di questo primo Arbasino, com'è facile notare, si so1nigliano dunque un po' tutti, con la loro generica sete di novità, la noia della provincia, la sessualità esaurita o deviata; tutti sono interpreti di futili vicende senza sbocco. Ma questo monào di falliti e di false situazioni rin1ane credibile in quan.: to il decadentismo, così caro allo scrittore, si identifica, in queste pagine, senza alcuna forzatura esterna, con la decadenza propriamente

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