Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Girolamo Cotroneo Germania Orientale (dove l'autore è stato pure in carcere per la sua eterodossia e il suo antistalinismo) - le concessioni da lui fatte all'anarchismo non sono poche, neppure sul piano :storico: ritiene egli infatti che la rottura del 1872 all'Aia fra Marx e Bakunin si sia rivelata « fatale per entrambi, quindi per l'intera classe operaia d'Europa », perché, da allora in avanti, l'anarchismo, sciolti i legami con l'Internazionale, « ebbe via libera per sfogarsi con le inutili azioni di terrorismo individuale alle quali non può che essere precluso ogni successo sul piano politico », mentre al movimento operaio sarebbe venuto a mancare « un indispensabile potenziale rivoluzionario », quale quello costituito dalle forze anarchiche. Si tratta di un'ipotesi e per giunta abbastanza tenue che lo Harich crede di suffragare con l'ipotesi ancor meno convincente secondo cui il marxismo « con l'andar del tempo avrebbe vinto lo stesso sulle dilettantistiche fandonie di Bakunin », senza bisogno appunto di ricorrere all'espulsione dall'Internazionale di lui e dei suoi. Ma non è questo il problema che ci interessa: a parte il motivo tattico che spinge lo scrittore tedesco a invitare le forze della sinistra marxista a non giudicare « con troppa superficialità » gli anarchici; a non dimenticare « i loro grandi meriti come precursori dell'attuale radicalizzazione dei giovani e degli intellettuali »; e soprattutto a non commettere mai « l'errore di estrometterli dal movimento rivoluzionario considerandoli nemici a causa delle loro idee astruse e del loro comportamento obiettivamente negativo »; a parte questo motivo tattico, che si presenta come un tentativo di recupero o, peggio, di strumentalizzazione dell'ideologia anarchica da parte marxista, vi è tuttavia un cenno nello scritto di Harich che investe proprio la questione di fondo del conflitto e che lo vede parteggiare - sia pure molto timidamente - per le indicazioni anarchiche al proposito : lo si nota quando parla di un mondo - quello odierno - dove « il socialismo introdotto con metodi autoritari sembra dare effettivamente ragione a Bakunin, in quanto deve per forza rimandare a un nebuloso futuro l'assenza di potere da questi auspicato come obiettivo finale ». Proprio qui, infatti, sta quel dissidio di fondo al quale accennavamo poc'anzi e su cui vale la pena soffermarsi per dimostrare come soltanto un momento di confusione culturale (o una chiara volontà di strumentalizzare l'anarchismo, come quella in cui, forse senza neppure rendersene conto, si è fatto portavoce Wolfang Harich) possa vedere un abbraccio fra le due tendenze. Il punto centrale del dissidio sta nel concetto - fondamentale per il marxismo - di « dittatura del proletariato» che per Marx, secondo quanto scriveva in Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850, sarebbe il « momento di sviluppo necessario per la soppressione delle differenze 114

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