Marxismo e anarchismo: un dialogo difficile damentali della polemica fra il marxismo e le tendenze di tipo anarchico: la funzione-guida delle avanguardie nei confronti delle masse e la possibilità (e necessità) di utilizzazione (e strumentalizzazione) delle istituzioni borghesi ai fini della conquista del potere; argomenti entrambi respinti dall'anarchismo classico, sia che si presenti sotto ia forma di un umanesimo libertario di tipo volontaristico, sia che si presenti sotto quella di una intransigenza rivoluzionaria mirante immediatamente all'azione. Ora se questi sono i motivi di discordia sul metodo, sulla lunghezza o brevità dei tempi di attuazione del fine ultimo apparentemente comune (assoluto egualitarismo e abolizione dello Stato), un altro e ben più grave motivo è quello che sta a fondamento della polemica quale si è sviluppata dallo scontro fra Marx e Bakunin, culminato con l'espulsione di quest'ultimo e dei suoi - voluta da Marx - nel Congresso dell'Aia del 1872; motivo rapidamente indicato da Bakunin stesso in una lettera indirizzata, nel gennaio del 1872, Al Rubicone e a tutti gli altri amici ( « Rubicone » era l'anarchico italiano Ludovico Nabruzzi), in cui scriveva queste parole: « Marx è un comunista autoritario e centralista. Egli vuole ciò che noi vogliamo : il trionfo completo dell'eguaglianza economica e sociale, però nello Stato e attraverso la potenza dello Stato, attraverso la dittatura di un governo provvisorio, molto forte e per così dire dispotico, cioè attraverso la negazione della libertà ». Emergono qui chiaramente i momenti decisivi - sia in senso negativo che positivo - del rapporto fra Marx e Bakunin : ma prima di passare ad esaminar li nei particolari, vale la pena rilevare come certe tendenze della cultura contemporanea mirino a ripensare il rapporto fra marxismo e anarchismo sottolineandone più le affinità che non le divergenze. A parte i già ricordati studi di Pierre Ansart, il quale, come si è detto, ha messo in evidenza le influenze che su Marx ebbero Saint-Simon e Proudhon (specialmente il primo collocato fra quei « patriarchi del socialismo » che - scriveva Marx - « a noi non è permesso di rinnegare [ ...] come non è permesso ai chimici di rinnegare i loro padri, gli alchiinisti » ), a parte gli studi di Ansart, dicevamo, che però tengono ai margini i nodi essenziali della polemica con Bakunin, anche fra gli studiosi marxisti la tendenza a rivalutare l'anarchismo è· oggi, sia pure fra mille riserve, presente: lo prova il libro di un filosofo tedesco-orien .. tale Wolfang Harich, il cui titolo Critica dell'impazienza rivoluzionaria, rivela già come l'autore non sia molto tenero con l'ideologia anarchica da lui definita « una aberrazione che compromette la lotta di classe del proletariato e, quindi, la rivoluzione socialista ». Tuttavia - e questa è probabilmente la ragione per cui ·il libro di Harich non è comparso nella . . 113
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