Nord e Sud - anno XX - n. 158 - febbraio 1973

Marxismo e anarchismo: un dialogo difficile contraddizione fra gli interessi generali e gli interessi particolari », e non potrebbe eliminare questa contraddizione « senza eliminare se stesso »: pertanto essa viene alimentata proprio per consentire la vita di quell'artificio che è lo Stato, il cui principio, concludeva Marx, è « la fonte delle deficienze sociali ». Queste brevi citazioni, alle quali moltissime altre potrebbero aggiungersi, dimostrano chiaramente come l'esigenza della eliminazione dello Stato - motivo fondamentale di tutto l'anarchismo fin dai tempi di William Godwin, il primo teorico di un « socialismo senza governo », secondo .la definizione che di lui diede Kropotkin - fosse profondamen t~ radicata in Marx, così come lo era in Saint-Simon e soprattutto in Proudhon ai quali, come già si è detto, l'anarchismo si richiama. Infatti una dottrina radicalmente egualitaria come quella di Marx non poteva non avere come presupposto (o, lo vedremo meglio in seguito, come fine) la dissoluzione dello Stato: persino Hegel - di cui Marx, come noto, era lettore più che attento - nella Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio aveva scritto che « con lo Stato si ha l'ineguaglianza, la differenza di governati e governanti, l'autorità, i magistrati, i propositi, ecc. Il principio conseguente dell'eguaglianza rifiuta tutte le distinzioni, e, per tal modo, non lascia sussitere nessuna sorta di Stato ». Se quindi l'eliminazione dello Stato diventa motivo e esigenza comune di tutte le dottrine egualitaristiche - e marxismo e anarchismo si presentano ambedue come tali - quali possono essere i motivi che hanno reso difficile il rapporto fra queste due ideologie? In fondo, anche Lenin, - contro cui, come abbian10 visto all'inizio, si clirigeva l'ira di Errico Malatesta - considerato il fondatore dello « Stato » comunista (che è una contraddizione in termini, non tollerando l'egualitarismo nessuna forma di Stato), anche Lenin, dicevamo, in una delle sue opere più note, Stato e rivoluzione, nonostante distinguesse la « estinzione » dello Stato teorizzata da Marx e da Engels, dalla « abolizione » di esso proposta dalle dottrine anarchiche, e nonostante polemizzasse duramente, come vedremo più avanti, con queste ultime, finiva anch'egli con il sostenere il principio della « completa estinzione di qualsiasi stato in generale»: il che dovrebbe ancora una· volta dimostrare la non assoluta in compatibilità fra le dottrine in questione. Eppure questa incompatibilità esiste: e ne fa fede l'aspra polemica (con conseguenze pratiche di rilievo: si pensi, per esempio, a certi avvenimenti dell'ultima guerra civile spagnola) intercorsa fra i teorici delle sue dottrine dal secolo scorso ai nostri giorni. Apparentemente la 109

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