Nord e Sud - anno XIX - n. 147 - marzo 1972

Giampaolo Zucchini per presunzione. Per negliger1za, perché tutto quello che si è detto da parte italiana circa la puntuale e precisa ~pplicazione dell'accordo De Gasperi-Gruber non corrispondeva, come tutti ben sanno e sapevano, alla realtà. Se in alcuni casi si era andati più in là delle aride formule giuridiche interpretandole in se11so liberale, e cioè più secondo lo spirito dell'accordo che secondo una gretta mentalità legalista, dall'altra ci si era ben guardati dal dare attuazione ad alcune clausole veramente qualificanti e feconde di principi auto11omistici, principi che il nostro Stato vedeva come fumo negli occhi e pericolosi grimaldelli atti ad incrinare la propria monolitica centralità non solo nel Tirolo, regione peraltro di confine e quindi sorvegliata speciale, ma anche nelle altre parti d'Italia ove i fermenti autonomistici e regionalisti erano più vivi. Altri articoli dell'accordo, infine, trovarono un'attuazione incompleta più per pigrizia di politici ed amministratori che per una precisa volontà politica. Si riteneva, a torto, di poter tacitare le legittime aspirazio,ni delle minoranze attraverso la fuga dalle responsabilità, con continue promesse e conseguenti. .. regolari rinvii delle decisioni urgenti. Sul piano internazionale, poi, si nutriva fiducia soltanto nelle tradizionali alleanze occidentali poco valt1tando la neutrale Austria, la quale solo da poco aveva potuto o,ttenere la liberazione del pro·prio territorio nazionale dalle forze di occupazione, che vi si erano installate con la fine della Seconda guerra mondiale, ed era in fase di ricostruzione econo1nica e morale. Per concludere, come spesso, troppo spesso purtroppo accade in questo benedetto e benamato paese, c'è voluto il morto, ci sono voluti, ahimé, lacrime e sangue perché la cosiddetta opi11ionè pubblica si scuotesse dal suo torpore e i politici aprissero finalmente gli occhi troppe volte colpevolmente chiusi. La responsabilità di una tale situazione va equamente distribuita tra tutti i partiti nazionali e locali, ma, come è d'uopo, la maggior responsabilità spetta alle fo,rze di maggioranza e tra esse soprattutto alla DC da una parte e ·alla SVP (Siidtiroler Volkspartei) dall'altra. La DC divisa da tempo in fazioni, incapace di trovare una valida e unitaria linea politica nazionale, aggravava, in sede locale, lo stato di confusione ed incertezza grazie soprattutto ai propri rappresentanti trentini, che per un malinteso senso di prestigio ed ambizioni di potere, contrastavano qualsiasi progetto autonomistico per il Stidtirol, e quindi più realistico, della DC altoatesina. Nel medesimo tempo essi tentavano, per motivi di governo regionale, un accordo con la SVP che passasse sopra qualsiasi serio impegno autonorr1istico per concludere accordi dì puro potere grazie a concessioni e spartizioni di zone d'influenza a tutto vantaggio della SVP, ma a danno della DC di Bolzano. 92 Bibiiotecaginobianco

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