• Italo Talia smo riferirsi appunto al st1peramento di una struttura produttiva da tempo in bilico tra u110 stadio artigianale e: t1no industriale vero e proprio » 8 • E se questo è vero, a11zi se è ancora più vero per la Campania - do·ve più debole e frammentata si presenta la struttura del settore -, appare quanto mai difficile avanzare previsio·ni sull'evoluzione dell'industria del legno e del mobilio nella regione. Si può affermare unicamente che, malgrado esistano alcuni presupposti per un suo possibile sviluppo (sostanzialmente identici a quelli dell'industria delle co1 nfezioni) quali l'allargamento del mercato regionale e 1neridionale del mobile, un artigianato tradizionale, disponibilità di manodopera ecc., bisogna scontare che esiste una notevole rigidità territoriale dell'offerta e si deve ipotizzare comunque un'ulteriore riduzione delle preesistenti unità di piccola dimensione. Ed a questo bisogna anche aggiungere una concorrenza estremamente vivace, in termini sia di prezzi che di gusto-, nei co1 nfronti dell'industria del legno da parte delle nuove pro·duzioni derivate dall'industria petrolchimica. Si deve inoltre considerare che attualmente operano in Campania 194 unità locali e di queste « soltanto sei stabilimenti hanno una dimensione co1mpresa tra i 101 ed i 500 addetti » - dimensio11e appena accettabile dal pu~to di vista dell'efficienza produttiva - e che è questo tino dei settori che mo:stra la minore concentrazione, anche se è p11r sempre Napoli (46 unità locali e quasi 1500 addetti) a racchiudere il groiSso dell'industria del legno e del mobilio, assieme alla zona che da Nocera va fino a Salerno. - L'inditstria tessile. - Il settore dell'industria tessile si presenta in Campania, come del resto da tempo ancl1e nei tradizionali distretti tessili italiani, in grave crisi. Ed in Campania tale crisi - che co,me è noto è riconducibile a più generali motivi di mercato, di invecchiamenti tecnologici, di concorrenza dei paesi in via di sviluppo, di inadeguatezza commerciale ed organizzativa, ecc. 9 - non l1a conosciuto dal 1951 in poi né pause né momenti, sia pure brevi, di arresto o di una possibile inversione di tendenza. Ed è per tale motivo, a differenza di altri settori o produzioni anch'essi in forte crisi produttiva, che l'industria tessile può essere considerata in Campania co1ne l'unico settore decisamente in regresso. Ovviamente ci riferiamo alle lavorazio11i tradizionali dell'industria tessile campana (cotone e canapa) che tutt'ora costituiscono il grosso della produzione. 8 ANTONIO CAPASSO e VINCENZO ESPOSITO DE FALCO, L'industria· del legno e del mobilio in Italia e nel Me-;:,zogiorno, in « Rassegna Economica», n. 2, marzo-aprile 1971. 9 Si veda al riguardo: I.M.I., L'industria tessile: un'indagine sui settori cotoniero e laniero in Italia, Milano 1968. 88 Bibiiotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==