Italo Talia comportato, e comporterà ancor più i11 futuro, una progressiva eliminazione delle aziende 1narginali. Ed il settar~ è tuttora prevalentemente caratterizzato da dimensioni aziendali co1nplessivamente modeste, lavorazioni artigianali, conduzione generalmente familiare, largo impiego - nella maggioranza dei casi - di manodopera femminile a basso costo ed il costante ricorso al ìavoro a domicilio. Non sono assenti, tuttavia, « unità produttive di media e grande dimensione, tra le quali assumono rilievo quelle di origine esterna alla regione, benché a tale livello il grado di n1eccanizzazione non sia molto elevato ». Ma conviene procedere con ordine analizzando, sia pure brevemente, ciascuno dei rami di produzione che compongono il settore. Anzitutto il ramo del vestiario e dell'abbigliamento: oltre 155 imprese (considerando solo quelle con un numero di addetti superiore a 10), per la maggior parte concentrate a Napoli e nei comuni immediatamente a ridosso di Napoli, nonché lungo la direttrice Scafati-Angri-Cava dei Tirreni-Salerno, dove è ubicata l'unica grande azienda del ramo, la Marzotto-Sud con oltre 1000 addetti. In particolare, la città di Napoli concentra il grosso della produzione dei gt1anti in pelle: una cinquantina di unità locali ed almeno tre mila addetti. Si tratta, prevalentemente, di piccola e minuta imprenditoria locale, in buona parte di recente formazione, se è vero che il ramo del vestiario e dell'abbigliamento è in massima parte costituito da imprese sorte negli ultimi anni (dopo, il 1961) e che costituiscono circa il 61 % del totale. Va detto, infine, cl1e restano « d'importanza trascurabile le industrie della maglieria e delle c~lzetterie, che a livello nazionale occupano una posizione di grande rilievo• sia dal punto di vista dell'occupazione che dal p11nto di vista del commercio estero ». Per quanto riguarda, poi, la produzione di calzature, va rilevato che anche in questo caso ci si trova di fronte ad un patrimonio industriale di una certa dimensione che assomma ad almeno 140 imprese con un minimo di consistenza produttiva. Ed anche per questa sottoclasse di industrie il grosso è Ùbicato all'interno del territorio comunale della città di Napoli: oltre 80 imprese con un numero di lavoratori superiore a 5 mila. E sia nel primo che nel seco11do caso (sia cioè per la produzione di guanti che per qt1ella di calzature) siamo in presenza di produzioni largamente affermate sui mercati nazionali ed internazionali, il cui ulteriore sviluppo, data a11che la relativa semplicità tec11ico-organizzativa, si può ritenere che sia « alla portata delle capacità imprenditoriali locali, soprattutto se adeguatamente assistite ». A tale fine assume particolare importanza la realizzazione di vere e proprie « aree attrezzate » per tali tipi di industrie, di aree cioè in cui sia possibile, centralizzando tutti i servizi e le infrastrutture comuni, aumentare il livello di co1 mpetitività 86 Bibliotecaginobianco •
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