Nord e Sud - anno XIX - n. 147 - marzo 1972

« Nuova» e « vecchia» industrializzazione in Cam.pan,ia Ma è soprattutto l'industria della carta e della cartotecnica, il settore cl1e sembra essere maggiormente interessato per l'ulteriore irrobustimento della struttura industriale della Campania. Anche se sono assenti, infatti, cartiere di grosse di1nensioni, si contano, in Campania, oltre 50 unità locali operanti nel settore, ad un livello che tende a passare dalla fase semiartigiana a quella più propriamente industriale. Quali le possibilità di ulteriore sviluppo? Ci limitiamo, al riguardo, a riportare quanto afferma il nuovo piano economico nazionale per il settore cartario, e che a nostro· giudizio può valere, in una certa misura, anche per il settore del legno e del n1obilio. « L'intervento, nel lungo periodo, dovrebbe concretarsi in una politica di forestazione più intensa che tenda a ridurre la dipendenza dall'estero per la materia prima ... Una razionale politica di sfruttamento forestale è conciliabile con politiche di difesa dell'ambiente naturale; ma è necessario che i due indirizzi siano resi compatibili attraverso opportuni programmi regionali e incentivazioni al coordinamento tra questi e l'industria ». L'industria del vestiario, abbigliamento, pelli cu,oio e calzatitre. - Nel quadro di quel vasto processo - c11ipiù volte abbiamo accennato - di riorganizzazione produttiva e commerciale che ha investito la piccola e media industria campana, soprattutto nei settori più tradizionali, si inserisce l'attuale travaglio dell'ind11stria campana dell'abbigliamento. Si tratta di un settore estremamente composito che occupa il grosso dell'occupazione manifatturiera regionale (circa 90 mila addetti nel 1969, pari a quasi il 30% dell'intera occupazione manifatturiera regionale), e che attraversa 11n delicato momento di ristrutturazione e riqualificazione; il quale si esprime non solo nella ricerca di una maggiore efficienza delle singole aziende, ma anche a livello di nuove e più consone localizzazioni (si pensi, ad esempio, al caso dell'industria delle calzature e dei guanti che dai quartieri « storici >> della città di Napoli tendono a spostarsi verso i quartieri periferici ed i com11ni immediatamente a ridosso della città). È per questi motivi che il settore dell'abbigliamento può essere considerato in via di riassetto, in quanto sarà proprio dei nuovi assetti, sia organizzativi sia territoriali, che dipenderà l'ulteriore crescita del. settore. E che una tale azione sia già in atto spiega la circostanza che le industrie dell'abbigliamento cresciute in modo tumultuoso· - almeno per quanto riguarda l'occupazione -:-- durante gli anni 50 (43 mila occup·ati in più tra il · 1951 ed il 1959), nell'ultimo decennio hanno perso circa 39 mila addetti. Bisogna, infatti, considerare che tale processo di irrobustimento, ed in ultima analisi di crescita, ha 85 Bibiiotecaginobianco

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