Nord e Sud - anno XIX - n. 147 - marzo 1972

Italo Talia Mezzogiorno nel settore dei minerali non metalliferi, è del pari diminuita: dal 6,0o/ò nel 1951 al 5,2% nel 1969 per qua·nto riguarda l'Italia; del 32,9% nel 1951 al 23,2% nel 1969 nei confronti del Mezzogiorno. Resta, tuttavia, un settore ind11striale con grosse unità produttive (soprattutto cementifici a partecipazione statale) e con un consistente numero di aziende di medie dimensioni (quasi l' 11 % delle unità locali del settore è costituito da unità locali con un numero di addetti oscillante tra 100 e 500), circostanza che gli consente di raggiungere buoni livelli cli produttività e di tecnologia. Va aggiunto, infatti, che « sono presenti in proporzione maggiore rispetto a tutta l'industria le imprese più giova11i, ovvero quelle sorte tra il 1951 ed il 1960 (27% circa) e dopo il 1960 (52 % ) ». Ma va anche detto che il suo mercato è e resta prevalentemente regionale (legato soprattutto- all'attività edilizia generata dall'area metropolitana di Napoli) o al limite meridionale (soprattutto manufatti in cemento, amianto e simili, per le grosse opere pubbliche attivate nell'ambito dell'opera di infrastrutturazione del territorio meridionale). Va, infine, rilevato che l'industria di trasformazione dei minerali non metalliferi è uno dei settori, nell'ambito della geografia industriale della Campania, che si presenta meno concentrato, dal punto di vista territoriale, degli altri: « unità (anche medie e grandi) sono, ubicate lontano dai maggiori centri di concentrazione industriale », anche se possiamo ritenere che una certa concentrazione del settore sia presente nelle zone di Napoli-Casoria, Cava-Vietri-Salerno, Caserta-Marcjanise-S. Maria C.V. Le possibilità di svilup,po dell'industria d·ei minerali non metalliferi sono, quindi, legate in Campania allo• sviluppo dell'edilizia, sia privata che pubblica. Se è prevedibile, pertanto, un i11cremento della produzione, appare difficile affermare che tale aumento di produzione si risolverà anche in aun1ento di occupazione. Si tratterà soprattutto di ampliamento di impianti già esistenti (o di una loro più razionale dislocazione sul territorio regionale: è ·il caso della Cementir da Bagnoli a Maddaloni) e di una maggiore razionalizzazione dei processi produttivi. Si può ritenere, pertanto, che - almeno nel giro dei prossimi anni - la domanda di lavoro da parte del settore non sarà molto sostenuta . . Le « n1anifatturiere varie ». -- Rientrano in tale generica dizione, produzioni particolarmente i11teressanti ai fini del processo di industrializzazione della Campania. E si tratta sia di produzioni nuove (carta e cartotecnica, industrie foto-fono-cinemato·grafiche) che di produzioni tradizionalmente presenti nel panorama dell'industria campana (ad esempio, le industrie poligrafiche ed editoriali). 84 Bibiiotecaginobianco

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