« Nuova » e « vecchia» industrializzazione in Campania impianto « a caduta » si è venuto sostituendo il nuovo impianto « in linea », ciò ha determinato « una crescente perdita di importanza del Know-how tradizionale posseduto originariamente dall'Italia nel· settore », e si può aggiungere soprattutto dalle regioni meridionali. Di qui una « decisiva (e non più ovviabile) perdita di significato, e di conseguenza produttiva ed econon1ica, anche della qu.alità e dell'esperienza imprenditoriale e della manodopera occorrenti un ten1po per produrre paste alimentari » 7 • Con la nuova tecnologia, cioè, il processo produttivo è divenuto oramai un processo altamente meccanizzato, ed al limite automatizzato, sino al punto di prescind·ere completamente dalle tradizionali condizioni ambientali e dalle capacità specifichè' della tradizionale manodopera specializzata nel settore. Di fro11te a questa situazione, vale la pena di ripetere,, che appare inutile, se non addirittura controproducente, ogni tentativo di salvataggio e di recupero d·ell'industria di pastificazio 1 ne meridionale e can1pana, partendo dalla sua attuale struttura. Ci sembra che sia necessario, al contrario, salvare soprattutto l'esp·erienza commerciale e le capacità jmprenditoriali, per costruire, a costi più bassi ed in tempi più brevi, la « nuova » i11dustria pastaria. L'industria dei minerali non metalliferi. -- Esaurita l'analisi dei settori chimico, metalmeccanico e alimentare, che costituiscono, per così dire, i settori di trascinamento della struttura industriale campana, tanto nel senso di una diversificazio11e maggiore del ventaglio delle produzioni, quanto 11el senso di una migliore distribuzione sul territorio regionale, con l'esame del ramo d'industria dei mi11erali non metalliferi (cemento, calce, gesso, manufatti in cemento, ecc.) passiamo ad analizzare produzioni legate, in modo prevalente, al mercato locale ed i cui sviluppi sono in funzione del generale stato di benessere dell'economia regionale. In altre parole, ci troviamo in presenza di settori e produzioni che, più che trascinare, sono trascinati dal generale processo di crescita della struttura produttiva regionale. L'industria campana dei minerali non metalliferi rappresenta, con circa 18 mila unità lavorative, poco meno del 6% dell'intera occupazione regionale. E l'occt1pazione del settore, sempre crescente fino al 1963-64, mostra, a partire da quest'ultimo anno, d·appri1na una sostanziale sta bi-· lità, e poi, negli anni più recenti, una decisa diminuzione (tra il 1964 ed il 1969 l'occupazione complessiva è diminuita di oltre 3 mila e 500 unità lavorative). In consegl1enza di tale decremento, l'incidenza dell'occupazione regionale, nei confronti di quella relativa all'intero paese ed al 7 IASM, Analisi e prospettive del settore delle paste alimentari, Roma 1969. 83 Bibiiotecaginobianco
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