Italo Talia settore alimentare produttore di beni « poveri » in un periodo di forte incremento nei consumi dei beni « ricchi »,: è stata particolarmente elevata, specie al Sud, do1 ve più numerose erano (e in gran parte ancora sono) le t1nità produttive di piccole dimensioni, condotte su basi artigianali, con una clientela ristretta e con tecnologie tradizionali ed arretrate. Nel suo complesso, a livello nazionale, l'industria molitoria ha subìto, negli ultimi anni, una flessione media annua delle produzioni pari all' 1,7 %; mentre l'industria della pastificazione, malgrado l'incremento delle esportazioni, ha registrato un incremento medio annuo delle produzioni pari all'l,0%, tasso di sviluppo appena in linea con quello dell'incremento demografico. (In particolare, per quanto riguarda le prospettive sul mercato inte:mo, secondo valutazioni fatte dalla SVIMEZ, il consumo pro· capite al 1981 di pane e paste alimentari si collocherà intorno al livelli attuali). Il Mezzogiorno, che fino a pochi anni fa concentrava poco meno della rnetà delle t1nità locali e dell'occupazione complessiva dell'intero paese, ha pagato il prezzo più alto di questa crisi produttiva. E malgrado ciò, in Campania, il comparto della pastificazione ha tutt'ora una posizione di primo piano sul mercato italiano del settore, con 11na capacità produttiva valutabile intorno ai 3,7 milioni di quintali, pari a circa un quinto di q11ella italiana. Va detto, però, che gli unici casi di nuovi investimenti produttivi di gro1sse dimensioni, in questi ultimi anni, sono stati effettuati in regioni nuove (Umbria, Emilia, Lombardia) an~iché in quelle tradizionali (Campania e Sicilia). Va modificandosi, quindi, anche la tradizione geografica della pastificazione, a tutto vantaggio delle regioni centrali e settentrionali del paese. Anche in questo caso, pertanto, l'entità del processo di trasformazione giustifica 11na valutazione della crisi del settore dell' « arte bianca », in termini no)J. di sernp,lice congiuntura, ma di struttura, sulla base di un'analisi - sia pure sommaria - delle trasformazioni che si stanno verificando nello stesso ciclo produttivo. Se è vero, infatti, che la ragione principale di questa crisi profonda non va ricercata soltanto nella caduta dei tradizionali consumi « poveri » di farinacei, ma anche nei progressi compiuti dall'industria meccanica all'interno del ciclo di produzione, è anche vero che ogni programma di ripresa dell'industria molitoria e di pastificazione deve avere come obiettivo non solo una più moderna politica degli sbocchi sul mercato, 1na anche una diversa struttura aziendale. Riteniamo, quindi, a tale ultimo riguardo, che si ·possa concordare con quanto afferma la ricerca condotta dallo IASM sulle prospettive del settore delle paste alimentari in Italia. A mano a mano che al vecchio 82 Bibiiotecaginobianco •
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