« Nuova» e « vecchia» industrializzazione in Campan,ia la produzione agricola (gestione diretta di azier1de agricole, standardizzazione e specializzazione delle produzione di base), dall'altra, maggiore meccanizzazione degli in1pianti, e maggiore capacità produttiva degli stessi, riconducendo in un··unica unità il processo produttivo. Queste trasformazioni si traducono in una contrazione dell'occupazione operaia, anche se creano al tempo stesso maggiori esigenze di quadri intermedi, sia tecnici, sia amministrativi e commerciali. E ci sembra che sia sostanzialmente per questi motivi che la crisi che investe il settore dei derivati del .pomodoro rappresenta un fenomeno di 11atura non meramente congiunturale, bensì strutturale, il cui superamento richiede, anche in Campania, riorganizzazioni e concentrazioni finanziarie e produttive. Il discorso fatto per l'industria delle conserve può valere anche per l'industria molitoria e di pastificazione. In questo comparto, però, già nel periodo tra i due censimenti si era manifestata t1na rapida diminuzione degli addetti e delle unità produttive. Attualmente risultano occupati in queste attività non più di 10 mila unità lavorative, suddivise tra modestissimi impianti di macinazione e pastificazione, legati all'autoconsumo delle zone esclusivamente agricole, e impianti di media e grande dimensione, su basi propriamente industriali. Da questo punto -di vista, la situazione produttiva del settore sembra essere ben più grave di quella del settore conserviero; infatti, la necessità di ammodernare i processi tecnico-organizzativi di produzione si unisce qui ad una domanda scarsamente dinamica. Le conseguenze più facilmente ipotizzabili consistono in una concentrazione sempre più netta, di produzione, investimenti ed esperienze in un numero limitato di stabilimenti di media e grande climensione. Pertanto, le aziende a struttura e conduzione artigianale e familiare so·no destin•ate a scomparire definitivamente nel giro di pochi anni; mentre nei complessi di media e grande dimensione i necessari aumenti di produttività i11fluenzeranno negativamente i livelli di occt1pazione, e modificheranno anche, in termini qualitativi, la domanda di personale di queste aziende. È per questi motivi che il settore della pasta alimentare rientra, a buon diritto, nel panorama delle produzioni industriali che abbiamo definiti in regresso. Ed il presente stato di difficoltà del settore ci sembra riconducibile, in buona sostanza, a due motivi. Il primo riguarda la necessità di adottare nuove tecnologie e· di effettuare una più capillare penetrazione sul mercato di consumo. Il secondo riguarda l'esigenza di una gamma di produzioni più estese e diversificate e l'integrazione delle diverse attività aziendali, fino all'organizzazione diretta dell'apparato commerciale. ~e conseguenze sono facilmente intuibili e si sono già manifestate da tempo. La mortalità aziendale, infatti, in un . 81 Bibiiotecaginobianco
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