Italo Talia ortofrutticoli (specialmente il pomodoro). Tale comparto, già largamente presente e strutturato in unità produttiva di variè dimensioni, ha fatto registrare ritmi di sviluppo 1nolto elevati nel periodo fra i due censimenti (1951-1961), sia nelle unità locali che negli ad·detti; ritmo, di sviluppo notevolmente attenuatosi, come si è già accennato, in questi ultimi anni. Attualmente in Campania operano 177 imprese sulle 659 in servizio in tutta Italia (al 1961 si contavano ben 252 unità locali), la stragrande maggioranza delle qualì sono interessate esclusivamente alle lavorazioni industriali del pomodoro, e solo un'esigua minoranza ha una produzione maggior1nente diversificata che va dai derivati del pomodoro ai succhi di frutta; alle confetture, ecc. 5 • Si può ritenere che l'industria conserviera concentri quasi il 50% delle unità locali ed oltre il 63% dell'occupazione della complessiva industria alimentare campana. Essa ha, inoltre, caratterizzato indt1strialmente l'i11tera zona dell'Agro nocerino-sarnese che « costituisce il vero epicentro dell'industria conserviera non solo campana, ma nazionale, e presenta, pur se talvolta con gravi indici di affollamento, tutte le condizioni di una complessa rete industriale di significativa e determinante importanza, sia per i diretti approvvigionamenti, sia per le facilità idriche e varie, nonché, infine, per quelle connesse ai problemi del lavoro ». l11oltre, « per avere un quadro ancora più completo di questa significativa realtà industriale, va ricordata l'esistenza, nella zona stessa, di una vasta rete di aziende sussidiarie, pienamente rispondente all'esigenza dell'industria conserviera locale e di quella dell'intera area campana. Si tratta di scatolifici, industrie cartotecniche e grafiche, jmpianti per la verniciatura e la litografia della latta, ecc. » 6 • Perché dunque, l'indt1stria conserviera, più che un settore espansivo, deve essere considerata un· comparto in via di riassetto produttivo ed organizzativo? Anzitutto per il tipo di struttura: ben 1'86% delle imprese va classificats> nel settore delle piccole aziende, il 10,4% appartiene a quello delle medie aziende, mentre una sola azienda (la Cirio, leader del settore in campo nazionale) può essere considerata una grande industria in senso moderno. Una siffatta struttt1ra, come si ricava dalla citata ricerca del CESAN, determi11a un'elevatissima mortalità aziendale (sono fallite o cessate in qt1esti ultimi anni un centinaio di imprese di varia gra11dezza). In secondo luogo, la necessità dell'adeguamento ai proce·ssi evolutivi che caratterizzar10 attualmente l'industria conserviera nazionale: da un lato ricerca di un migliore e più diretto collegamento con 5 CESAN, L'industria delle conserve vegetali in Campania, Napoli 1969. 6 GIUSEPPE FABIANI, L'industria delle conserve alimentari vegetali in Campania (ciclostilato), Napoli 1968. 80 Bibiiotecaginobianco
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