Nord e Sud - anno XIX - n. 147 - marzo 1972

« Nuova » e « vecchia» industrializzazione in C.ampariia si è detto -, l'industria alimentare campana possa essere considerata come un settore in espansione. Se è vero, infatti, che la Campania ha nel settore alimentare uno dei suoi rami tradizionali di attività, e se è vero inoltre che si tratta in prevalenza di industrie sorte e consolidatesi quasi sempre ad iniziativa di imprenditori locali ed in un elevato numero di casi in periodi precedenti ai nuovi insediamenti industriali di questi ultimi venti anni, è anche vero che tra il 1951 ed il 1969 l'occupazione complessiva è cresciuta di quasi il 25% (da 53 mila occupati ad oltre 66 mila) 3 , ed è vero, poi, che le aziende e le imprese costruite o costituite dopo il 1950 rappresentano ben il 62% del totale con quasi il 50% degli addetti complessivi. Alla data del 1969 l'industria alimentare occupava, quindi, ben 66 mila unità lavorative, pari al 12,6?/o dell'intera occupazione del settore a livello nazionale (nel 1951 era pari all'l 1,4<to) ed al 21,4~6 della complessiva occupazione dell'industria manifatturiera in Can1pania (nel 1951 era pari al 18,7~n ). Va detto, inoltre, che l'occupazione, cresciuta, tra il 1951 ed il 1965, più o meno regolarmente intorno ad un tasso medio annuo del 2,5%, mostra, a partire dal 1965, una decisa inversione di tendenza. Tra il 1965 ed il 1969 il settore ha per.so ben 8 mila occup-ati: un decremento pari al 15,2?/o. E sono state proprio le industrie molitorie e di pastificazione, nonché quelle conserviere, che hanno co·ntribuito al grosso di tale calo di occupazione; mentre l'industria alin1e11tare che può. essere definjta di tipo nuovo ha retto meglio di quella tradizionale. Si tratta, infatti, di « produzio,ni che hanno generalmente un mercato· fortemente esp·ansivo, costituendo esse - in buona parte - gli elementi aggiuntivi delle diete ricche delle popolazioni più progredite. Sembra dunque fo11data l'aspettativa di un ulteriore sviluppo del consu1no di tali prodotti, soprattt1tto nelle regioni meridionali dove gli incrementi di reddito avranno sicuramente un'influenza diretta sulle diete alimentari. E benché la quota degli occupati 11elle attività suddette sia modesta, la struttura produttiva dei settori è salda1ner1te organizzata intorno ad aziende di rilievo nazionale, alcune di recente insediarr1ento nella regione » 4 • È tuttavia l'industria conserviera cl1e costituisce tutt'ora il grosso ed il meglio dell'industria alimentare campana: si tratta, come è noto,. nella stragrande maggioranza, di attività di trasformazione dei prodotti 3 Va tenuto presente che i dati ISTAT relativi all'occupazione dell'industria manifatturiera agg~egano all'industria alimentare anche quella del tabacco. In particolare quest'ultima industria occupa almeno 6 mila persone, numero stazionario da più anni. 4 SVIMEZ, Problemi di sviluppo e di trasformazione della struttura economica e territoriale della Campania, Roma 1969. 79 Bibiiotecaginobianco

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