Editoriale · Oggi, a meno di due mesi dalla consultazione ele_ttorale, dobbiamo chiederci quali saranno·, di fronte ai fatti di Milano, le prevedibili reazioni dei szloi cittadini, di coloro che costituiscono la vera « maggioranz11 silenziosa ». Non quella che partecipa alle marce organ.izzate dagli amici dell'on. Almirante, ma quella che fino ad oggi aveva reagito con fastidio tanto dinanzi alle violenze del Movimento Studentesco, quanto dinanzi alle violenze della destra eversiva. E la risposta, purtroppo, è che questi cittadini andranno ad ingrossare, se non proprio le file di coloro che partecipano alle marce organizzate dagli amici dell'on. Almirante, quanto meno il loro « pacchetto » di voti. Dicevamo che la « n1-aggioranza silenziosa » non è quella che va, tutt'altro che silenziosa, ai comizi del MSI o ai raduni degli « amici delle Forze Armate >>. La « n1-aggiora11-zasilenziosa » è, più che altro, un concetto democratico; qualcosa che esiste eff ettivamen.te nei paesi liberi e che, tanto negli Stati Uniti quanto in Gran Bretagna, rappresenta l'ago della bilancia rzell'avvicendarsi di questo o quel partito al potere. Qitale enorme, stupida colpa avrebbero commesso le forze democratiche se avessero effettivamente regalato ad Almirante la vera « maggioranza silenziosa », sulla qilale - si voglia o no·n si v·oglia - ha fatto sempre perno la vita democratica dei paesi occidentali, tanto di quelli che si reggono sul bipartitismo, quanto di quelli che si reggono sul plitripartitismo! Della maggioranza silenziosa si i1npossessò in Francia de Gaulle, con quali conseguenze lo sappiamo; e sappiamo anche che queste conseguenze da noi sarebbero molto piìt gravi di qi-tanto non· siano state in Francia, qualora il 7 maggio l'on. Almirante si impossessasse della 1naggioranza silenziosa degli italiani; la quale, ribadiamo, non ha nie11te a che vedere, e soprattutto· non deve avere niente a che ved·ere, con le migliaia di di facinorosi che a Milano, poco prima che i maoisti assaltassero il « Corriere della Sera», si radunavano in Piazza Castello e davano il buon esempio ai loro colleghi della sinistra extraparlamentare, percuotendo un redattore e u.n fotografo dell'altro quotidiano rnilanese, « Il Giorno». Da tutto ciò e1nerge chiaramerlte qitanto colpevoli siano state le reticenze, per non dire le coperture, cui la sinistra - anche quella democratica - si è più volte prestata, nei confronti dell'estremismo di sinistra, dal 1968 ad oggi. Il risultato, infatti, è stato di dare prima ossigeno,. e poi vigore, al f e11-omen.oneofascista. Come antifascisti abbiarno quindi non solamente il diritto, ma il dovere di affermare che le gra11di n1-anifest azioni antifasciste non bastano e non servono, se poi non si muove un d'ito per impedire che ven.ga meno la fiducia dei cittadini nello Stato democratico. Di fatto si aiuta l'on. Almirante, quando si immaginano equilibri più avanzati, invece di impe4 Bibiiotecaginobianco
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