Vittorio Barbati perpotenze per scongiurare, sia pure nella continuazione delle loro rispettive politiche di potenza, il rischio di una· catastrofe atomica. E da allora ebbe inizio la fase decisiva del « dissidio » russo-cinese. Già dopo la Conferenza di Mosca del novembre 1960 (il « vertice rosso » durante il quale, con la partecipazione di ottantuno partiti comunisti, si era tentato di ristabilire l'unità del comunismo mondiale e di comporre il contrasto russo-cinese), l'URSS aveva con1inciato a ridurre il suo appoggio alla Cina - della quale, evidentemente, non vedeva di buon occhio il programma atonìico, chiaramente orientato in ft1nzione di una futura autonomia politica e militare - ritirando le sue missioni di tecnici, facendo mancare il suo apporto alla realizzazione di numerosi progetti industriali e contribuendo così a condannare all'insuccesso il « grande balzo in avanti » progettato da Mao, che già si stava arenando di fronte a difficoltà insormontabili. Ir1 quel periodo ebbe inizio la violenta polemica cinese contro i dirigenti sovietici, accusati di « revisionismo ideologico » all'interno e di debolezza di fronte ad una « tigre di carta» all'esterno, polemica che non si spense con la caduta di Krusciov nel 19·64 ma si alimentò invece con sempre nuovi motivi ideologici e politici ..Dietro quella polemica si stava scatenando una vera e propria lotta per l'egemonia fra le dt1e grandi potenze orientali. Fu il periodo in cui ciasct1na delle due agì in competizione con l'altra per la conquista di posizioni importanti e per la riduzione dell'influenza dell'altra. La « tripolarità », di cui tanto oggi si parla, cominciò a nascere, in effetti, alla fine degli anni cinqL1anta, e ricevette una spinta decisiva dalla crisi di cu·ba del 1962. La Cina giocò le sue grandi carte: accentuò la pressione militare contro l'India, e,tidentemente allo scopo di stabilire una su, premazia su tutto il continente asiatico; si avvicinò al Pakistan, cominciando ad edificare,. nello stesso continente, un suo sistema di alleanze; sviluppò, spesso in contrasto con l'Unione Sovietica, la sua penetrazione nei paesi afro-asiatici. Ma dovette anche registrare una serie di insuccessi in seguito alle rivolte ed ai colpi di Stato anticomunisti che si registrarono in vari paesi. Il colpo più duro fu probabilmente quello del fallimento della politica indonesiana, che tolse alla Cina la possibilità di acquisire, nell'area del Pacifico, delle preziose posizioni strategiche. I~ un campo, però, la Cina conseguì significativi successi: nel campo atomico. Due date, a tale proposito, sono significative: il 16 34 Bibliotecaginobianco
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