L'equilibrio asiatico volta costruiti e messi in moto dei meccanismi giganteschi, come quelli dei due sistemi di alleanze, questi hanno continuato a procedere spesso forza11do, i11 u11 modo probabilmente non del· tutto voluto dai responsabili politici occidentali ed orientali, gli sviluppi di molte situazioni. La seconda metà degli anni cinquanta fu caratterizzata da una serie di fatti significativi: i tentativi di « disgelo », condotti da entrambe le parti con molte riserve mentali; lo scatenamento della gara scientifica e tecnologica fra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica; la ricerca, soprattutto da parte orientale e soprattutto dopo la morte di Stalin, di nuovi equilibri interni ed internazionali, allo scopo di trovare una via che potesse consentire al sistema di superare le sue strozzature. Alla politica del « contenimento », i11augurata da Truman, seguì, con Eisenhower ed il suo segretario di Stato Foster Dulles, la « politica a lunga scadenza» mirante allo sgretolamento del campo comunista. Dall'altra parte, dura11te le crisi di assestamento seguite alla scomparsa di Stalin, si succedettero i tentativi per modificare gli indirizzi fondamentali dell'economia sovietica e, in senso più ampio, di tutta l'economia orientale. Molti di questi sforzi erano viziati in partenza dalla forza dei fattori che ostacolavano la loro riuscita. L'equilibrio di potenza cominciava ad imporre le st1e leggi. Per gli Stati Uniti, quello fu il pe;riodo della « caccia alle streghe » all'interno e di una politica fondamentalmente contraddittoria in campo internazionale, con l'aumento degli aiuti militari ai paesi alleati, la già citata « politica a lunga scadenza », i tentativi di colloqui con l'Est, ed il rallentamento, almeno in una prima fase, e cioè fino al brutale risveglio provocato dal primo Sputnik ( 1957), dei programmi scientificotecnologici, sopratt11tto missilistici, di interesse militare. Per l'Unione Sovietica fu il periodo dei tentativi per trovare una soluzione al dilemma fra l'industria pesante e l'industria leggera, dell'inizio e poi dell'inversione, con il sanguinoso soffoca1nento della rivolta ungherese del 1956 5 , del «disgelo» con l'Occidente, della « destalinizzazione » seguita al rapporto segreto di Krusciov al XX Con., gresso del Partito Comunista dell'URSS ( 14-25 febbraio 1956) sui crimini di Stalin, della proclamazione della competizione con il s La rivolta ungherese dell'ottobre 1956 ebbe in un primo 1nomento successo e l'Armata Rossa si ritirò dall'Ungheria. Quando, però, il nuovo primo ministro ungherese Nagy annunciò l'uscita del suo paese dal Patto di Varsavia, l'Armata Rossa intervenne nuovamente con forze più potenti e soffocò rapidan1ente ogni resistenza. Questa è una prova evidente dell'in1portanza che i sovietici attribuivano, allora come oggi, alla conservazione del loro sistema n1ilitare nell'Europa Orientale. 29 Bibiiotecaginobianco
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