Girolamo Cotroneo non vi è avvenire in senso positivo. Pura fisima è quella di coloro che pensano ad un fine e ad un avvenire che ·comunque giustifichino quanto l'uomo ha distrutto in sé e fuori di sé ». QL1este considerazioni, queste previsioni (o constatazioni) apocalittiche dimostrano la vera essenza di una « restaurazione » che va a cercare in un Evola i suoi presupposti culturali: è una cupa forma di nichilismo che ci è nota perché è la stessa che ha dato vita al medioevo 11azifascista fra le due guerre mondiali; e, come quello, anch'essa è rivolta proprio contro quella società occidentale della quale il libro di Evola, recentemente rilanciato, ha preteso di descrivere la decadenza e l'ultimo dissolvimento, evitabile, a suo dire, solo attraverso una « vocazione eroica » ispirata da un'osc1~ra metafisica, mutuata da contemplativistiche e irrazionali filosofie (o teogonie) orientali, del tutto estranee alla tradizione dinamica della nostra cultura, fondata su u11a componente di razionalità avversa alle oscure forze dell'irrazionalismo contemporaneo. Ma se questo è il sottofo11do (in taluni forse addirittura inconscio) che muove i patres della restaurazione culturale, il move11te esplicito al quale essi fanno costante riferimento è invece un altro: ed è proprio su questo che si fonda il vero equivoco della situazione in corso. Il bersaglio costante di tutto il discorso avanzato dai « restauratori » è infatti la « sinistra » italiana, colpevole di tutti i guasti accaduti nel nostro paese: e l'equivoco contenuto in questo atteggiamento sta nel fatto che_ essi identificano toitt court la « sinistra » con il marxismo e con i partiti che a esso si richiamano in forma dommatica. Questo convincimento è, a nostro avviso, quanto di pit1 erroneo possa oggi concepirsi, e serve soltanto a chi da questa confusione spera di trarre vantaggi politici immediati. L'identificazione della sinistra con il marxismo, infatti, significa escludere (o pretendere di escludere) dal gioco politico, togliere qualsiasi peso cult11rale a quanti, pure non aderendo all'ideologia marxiana, si sentono di « sinistra », se « sinistra » significa movimento, articolazione dinamica della realtà, spinta verso il miglioramento dei rapporti sociali. Da questo punto di vista paradossale coincidono le vedute delle due posizioni estreme: quella marxista, che ritiene di essere la sola a désiderare il progresso, la giustizia sociale e la « vera » libertà, e quella fascista o criptofascista che, in ultima analisi, finisce con il riconoscerlo, attestandosi su posizjoni di conservazione o di involuzione, ed escludendo (così come la prima) possibilità di alternativa. Insomma, tertium no11 datur: e su questo equivoco, prima 18 Bibiiotecaginobianco
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