L'anticultura di destra alimentato soltanto dalla « sinistra» dommatica che non ammetteva alternative positive fuori di essa, ora alimentato anche dal nuovo fronte apertosi sulla destra, la cultura italiana è vissuta per quasi un trentennio. Ma da questo punto di vista lo scossone venuto da destra può anche avere una funzione catartica, nel senso che fugherà ogni equivoco e permetterà di individuare esattamente le diverse posizioni; la stessa ct1ltura di ispirazione marxiana dovrà riconoscere le diverse posizioni (e la diversa funzione storica e politica) esistenti fra coloro che marxisti non sono; posizioni decisamente irriducibili e che solo la cattiva coscienza di certi ambienti culturali pretende ancora di unificare sotto un con1une denominatore. Naturalmente, affincl1é questo si realizzi, occorrerà un lungo processo di decantazione. Del resto, certi avvenimenti dimostrano come la tendenza di fondo continui a essere la stessa. Basti pensare alla ingiusta polemica che alcuni esponenti comunisti hanno condotto nei confronti di Leonardo Sciascia, il cui ultimo romanzo, Il contesto, se esprime le inquietudini e il disagio dell'intellettuale, diciamo ancora, « impegnato » di fronte ai fenomeni di degenerazione politica cui tutti stiamo assistendo, 110n si colloca certo st1 posizioni di retroguardia, né può essere allineato a quelle opere che i « restauratori » hanno indicato come segni del mutare dei tempi. Eppure l'accusa più benevola è stata quella di « scetticismo », rivoltagli proprio da chi di quella stessa degenerazione non è proprio l'ultimo responsabile. Il « caso » Sciascia è quindi esemplare di un certo modo di condurre la polemica culturale nel nostro paese; e per nostra fortuna l'autore di alcuni fra i migliori romanzi della letteratura italiana contempora11ea ha la mente troppo lucida e uno spirito troppo critico per farsi risucchiare dal vortice di destra verso cui lo si vorrebbe spi11gere impiegando le solite forme di terrorismo culturale. Le responsabilità quindi vanno equamente divise. E se nulla concediamo a q_t1anti, in nome di un'astratta « sinistra », hanno favorito il deterioramento della ·situazione, meno ancora possiamo concedere a chi crede di trovare rifugio in un'alternativa oggi improponibile e che per i suoi stessi caratteri (nonostante le acrobazie con cui Armando Plebe cerca di dimostrare che la cultura è di « destra » per natura) rappresenta l'anticultura. Perché, è inutile negarlo, ogni fenome110 culturale trova -il proprio valore solo in quanto propone una prospettiva politica valida. Ciò che di comune hanno tiltti gli interv~nti dei ·nuovi teorici della cultura di destra, è proprio l'assoluto silenzio st1 tale problema. Per questo mo- • 19 Bibiiotecaginobianco
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