Nord e Sud - anno XIX - n. 147 - marzo 1972

Girola1no Cotroneo avviso, è il fenomeno, la tendenza generale che i «restauratori » rappresentano. Parlare infatti, come essi parlano, di « ·valore della tradizione », di « necessità di rivalutare l'individuo contro la società di massa», di opposizione alla «disintegrazione spirituale, sociale e naturale » oggi in atto, di « nuovo umanesimo » e così via, significa usare forme e espressioni adatta.bili a qualsiasi contenuto, e che quindi, prese in sé, non indicano proprio niente. Indicano invece qualche cosa di più l'avversio11e e la polemica antistoricistica cl1e emergono da alcune dichiarazioni e le preferenze verso una non meglio identificata « dimensione metafisica »; indica pure qualcosa l'equivoca interpretazione data a una proposizione di Croce da Augusto Del Noce, il quale finge di din1enticare che il « passato » per Croce no.n era oggetto di mistica contemplazione, ma si presentava con un carattere di « necessità » nei riguardi soltanto di se stesso, non già del presente, rispetto al quale era sì « preparante », ma al tempo stesso « indeterminante ». Indicano ancora qualcosa le « critiche » alla « società borghese » fatte da Julius E,lola (già, c'è anche lui!) il quale, come è noto, ripropone le teorie avanzate da Ernst Jiinger nel Der Arbeiter (che proprio Evola •una decina di anni addietro . tradusse parzialmente in italiano), dove, identificando il « borghese » al tipo del pacifico n1ercante che pone come valori supremi la propria comodità, il proprio benessere e la propria sicurezza, Jiinger gli opponeva le nt1ove figure dell'operaio e del guerriero, frutti della potenza universale rappresentata dalla tecnica e dalla guerra, capaci di una « nuova forma » di esistenza, pronti ad affrontare ogni situazione: compresa quella estrema del Feuer und Blut, del fuoco e del sangue. E infine indica qualcosa l'affermazione dell'editore Volpe, secondo cui « il domani 110n sarà fascista né antifascista, ma qualcosa, il meglio, del fascismo entrerà nella nuova città ». Tutto ciò, si diceva, a differenza delle generiche affermazioni di « principio », indica qualcos·a: quale cioè sia l'ideologia politica che sta al fondo di questa « operazione » culturale, che non basta, per afferrarne l'autentico significato, definire fascista, né, come da qualche parte si è fatto, qua]unquista. Il problema è più complesso. A nostro avviso, quella cui oggi stiamo assistendo è soprattutto una rivolta contro il mondo moderno, il cupo vagheggiamento di una società preindustriale fondata sul privilegio, u11a sorta di odio teologico verso l'avanzamento civile di cui, nonostante le lacerazioni che provoca e· le contraddizioni che contiene, le società democratiche occidentali sono tuttora portatrici. Perché, a ben guardare, nonostante il furore antimarxi16 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==