L'anticultura di destra neati' (quelli, per intenderci, che si comportano spesso da semianalfabeti quando firmano i famosi manifesti di protesta senza leggerli e tal 11olta protestano, poi, di non averli mai firmati) è sonato :._ e la cosa aveva un aspetto fisiologico e non era perciò più oltre procrastinabile, ecco che la questione viene risolta in termini non già di mediazione e di misura, ma di estremismo capovolto e mutato di segno ». Per cui, invece di ancorarsi a posizioni culturalmente ,,alide, invece di rigettare i11nome dei valori della libertà e del libero spirito critico suggestioni ideologiche corrose dal tempo e dalla storia, uno strato purtroppo ormai non ristretto dell' establishment culturale italiano si propone. ufficialmente di costituire un'alternativa « di destra », si prefigge una « restaurazione » i cui caratteri non possono non contrastare con quelli ai quali si ispira la cultura democratica e liberale, che respinge da sé le sollecitazioni e suggestioni della « destra » ( come di certa « sinistra » ). Ma è giunto ormai il n1omento di vedere che cosa si propongano, quali argomenti avanzino i teorici della « restaurazione culturale », i quali dalle colonne di un settimanale - ovviamente di destra - hanno lanciato, attraverso una serie di dichiarazioni individuali, quello che potrebbe definirsi il loro manifesto ideologico e programmatico, dove la cultura « di destra » viene indicata da Armando Plebe - autore di « otto tesi » per tale cultura - come « il fenomeno più vivo e importa11te dell'attuale vita culturale ». Per paradossale che possa sembrare, questa affermazione ci trova, da una prospettiva puramente esteriore, concordi. La vastità del fenomeno, le implicazioni che esso comporta, sono certamente un fatto rilevante. Anche se Enzo Siciliano definisce una semplice velleità il tentativo della destra politica di « allineare sul proprio fronte sparuti gruppi di intellettuali », la tendenza al conformismo, che ha caratterizzato forse da sempre la nostra cultura, rischia di fare approdare ai 11uovi lidi 1.1nostrato sempre più vasto di adesioni: le quali già da ora non sono poche, ove si pensi che sino a uno o due anni fa questa prospettiva era data per inesistente. Sol-- tanto non crediamo - né lo abbiamo mai creduto - che una larga adesione a un program1na ideologico sia, di per sé, prova della validità delle tesi proposte; e nel caso in questione le tesi proposte sono quai:to di meno interessante ·potesse oggi essere avanzato. Non è certo il caso di analizzare le singole dichiarazioni per discuterne i limiti e l'eventuale significato. Quello che conta, a nostro 15 Bibiiotecaginobianco
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