Girolamo Cotroneo Lo spazio a destra, quindi, è stato, se. non creato, certamente favorito, prima da q11anti hanno attuato una forma, sia pure incr11enta, di persecuzione, di emarginazione, per usare un termine di moda, nei confronti della cultura democratica e liberale, colpevole soltanto di non essersi voluta allineare sulle posizioni del più diffuso conformismo di sinistra; poi da coloro che, no11ostante i chiari sintomi di una minacciosa involuzione culturale e politica verso destra, hanno continuato imperterriti a inseguire la chimera rivoluzionaria (o pseudorivoluzionaria) e a firmare grotteschi manifesti co11tro presunti « blocchi d'ordine », continuando a cercare il « nemico » proprio là dove non c'era. Di tutto questo vi è più di una ragione. La prima e più importante è quella che al conformismo di sinistra dava molto più fastidio l'esistenza di una cultura veramente democratica e libera, capace di giudicare senza schemi e senza pregiudizi, che non una velleitaria cultura di destra, che nel nostro paese (si pensi al modo in cui Croce giudicava, dal punto di vista culturale, l'età fascista) ha sempre rappresentato l'anticultura. Ma a invocare i blocchi d'ordine, a inaugurare la restaurazione culturale, non sono stati gli intellettuali· indipendenti, i quali sono rimasti al loro posto, con la loro fede nella democrazia, con la loro dignità, il loro spirito critico, la loro modernità che non si è mai lasciata sedurre da schemi e soluzioni precostituite, e che oggi sono i più qualificati a combattere sul fronte apertosi a destra; ma una pattuglia di avventurieri della cultura, fra ì quali si trovano, oltre ad alcuni revenants di cui si era dimenticato persino il nome, ex firmatari di manifesti progressisti, corteggiati (dai salotti di sinistra) vincitori di premi letterari, pittori in vario grado impegnati e così via, mentre non si trovano certo uomini provenienti dalle file della cultura laica e democratica (nel senso che noi abbiamo sempre dato a queste parole). Comunque sia, questa vicenda ha un doppio risvolto. Avrebbe infatti potuto anche essere un avvenimento di rilievo, importante 11ella storia della nostra cultura, il fatto che una nutrita schiera di intellettuali si fosse svegliata dal « sonno dogn1atico », avesse cessato di fumare quell'opium di cui ha detto Raymond Aron; m.a evidentemente il demone totalitario, lo spirito settario è così diffuso nella nostra cultura, da rendere praticamente impossibile (o meglio, forse, difficile: perché richiede di respingere ogni forma di pigrizia mentale) un'alternativa che non implichi posizioni radicali. Così, come ancora ha scritto Franchini, il risultato è stato quello che « quando il momento della rivolta contro gli intellettuali ' alli14 Bibiiotecaginobianco
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