Nord e Sud - anno XIX - n. 147 - marzo 1972

I L'anticultura di destra tima, universalizzando e proponendo come contenuto i propri schemi ideologici, ha provocato quella frattura che oggi sta favorendo quel riflusso di destra che, se non è un pericolo sul piano culturale, in quanto propo11e, come ha giustamente detto Enzo Siciliano, « una cultura di revenants », lo è certo sul piano politico. Tutto questo induce a rifl~ttere. Tornando infatti alla « cultura reazionaria », vale la pena ricordare che, come è noto, il termine « reazionario » deriva dalla terminologia scientifica: nella fisica newtoniana, infatti, il termine reazione è 11sato per indicare un'azione uguale e di senso contrario a u11'azione determinata; in politica ha praticamente lo stesso significato, cioè il tentativo di neutralizzare qualche mutamento non gradito (o, preventivamente, di rendere impossibile un ·mutamento voluto dalla parte opposta). Quale è stata, dunque, l'azio11e che ha favorito la reazione? Come prima si diceva, gli intellettuali italiani (o almeno la più parte di essi) hanno avuto dalla fine della guerra ad oggi una sola preoccupazione: quella di non avere nemici à gauche (sia quando qui vi era soltanto il partito comunista, sia in questi ultimi anni, quando sono comparse le forze itltras di sinistra); chiunque li avesse, sia pure partendo da una piattaforma assolutamente democratica, senza la benché minima nostalgia (o vocazione) autoritaria, anzi addirittura in prima fila contro qualsiasi « ritorno » o involuzione antidemocratica, chiunque avesse nemici « a sinistra », dicevamo, chiunque non fosse allineato su certe posizioni politiche e culturali, era senza incertezze additato come « reazionario », o, nel migliore dei casi, come « moderato ». Questa forma di terrorismo culturale - attuata indiscriminatamente contro chi, pur senza essere disponibile a firmare qualsiasi manifesto (molti « intellettuali » sono divenuti tali pur non avendo apposto la propria firma in nessun altro luogo che non fosse un manifesto) combatteva tuttavia una costante battaglia per la libertà e la giustizia sociale sotto insegne diverse, e forse pit1 valide, da quelle sottq cui militava tutto il conformismo italiano di sinistra - questa forma di terrorismo culturale, dicevamo, non poteva non dare i suoi frutti nefasti. Se gli avvenimenti succedutisi dal 1968 in avanti, se la comparsa di una sinistra ul-· tra, le cui manifestazioni 110n si differenziano molto da quelle dell'oltranzismo politico di destra, hanno avuto un m.erito, questo è stato di fare finalmente comprendere quanto falso fosse il progres• sismo dei firmatari di manifesti nostrani: molti dei qual·~ ci ricordano diversi firmatari. del manifesto antifascista di Cro~e, divenuti poi, dopo opportuni mea culpa, dignitari fascisti 13 Bibiiotecaginobianco

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