Napoli tra passato e futuro una polemica sulle responsabilità. Per concludere, io vorrei dire però che anche d·al clecimo volume della Storia di Napoli ernerge la verità che avevamo i11tuito quando pe11sava1no e scrivevamo Napoli dop·o un secolo; di un rinnovamento dei ceti dirigenti, ai fini dello sviluppo economico e dello sviluppo civile, si avverte la necessità per tutto il Mezzogiorno, ma specialmente per Napoli e la sua regione, proprio perché Napoli ha sempre creduto di poter vantare tradizioni politiche e intellettuali più ricche e più radicate di qua11to non potessero vantarne altre regioni ~el Mezzogio·mo. Ma, per strano che vi possa sembrare, le tradizioni politiche e intellettuali di cui Napoli mena vanto non hanno i loro punti di. riferimento nell'operosità degli uomi11i di dottrina e di pensiero che, come Croce, Fortunato, Nitti e Omodeo (gli « europei di Napoli » ), hanno dato a questa citta un ruolo di capitale meridionale della cultura europea; sono invece tradizio11i di retorica più che di pensiero, non confortate da un rigore morale, da una coerenza politica, da un impegno civile paragonabili a quelli degli « europei di Napoli ». E in pari tempo l'astrattezza e la presunzione della cultura giu.ridica hanno sempre avuto la prevalenza sulla concretezza e sull'un1iltà della competenza economica 11ella formazione intellettuale dei ceti dirige11ti napoletani. Mi convince perciò chi recentemente l1a scritto cl1e la classe dirigente napoletana sarà in grado di misurarsi con i difficili compiti che l'attendono proprio se e quando saprà rompere con que]le tradizioni di _ cui .crede di poter menar vanto. lvla io vorrei sperare, vorrei potermi augurare, che proprio sotto questo aspetto possa maturare qualcosa di nuovo; qualcosa che ci consenta di predisporre q11ella che 110 definito una condizione delle condizioni ai fini dell'ulteriore i11dustrializzazione, dello sviluppo e.eonomico, dello sviluppo civile: l'iniziativa imprenditoriale dei napoletani come risposta soddisfacente all'iniziativa in1.prenditoriale che viene da altre regioni e altre città. L'iniziativa imprenditoriale a Napoli è stata sempre di 11atura prevalentemente esogena: Gt1ppy e Pattison erano inglesi come Cottrau era francese; Cenzato era veneto e Signorini erniliano, come lo era anche Ceriani. E così quella dell'imp,renditore pubblico è anch'essa iniziativa esogena, che magari ha dedicato un'attenzio11e nL1ova e co11sapevole all'area napoletana perché ci sono stati Beneduce e Giordani e perché. ci sono Saraceno e Medugno, uomini che con questa città ha11no avuto e hanno un rapporto sentito. Ma che dire dell'iniziativa endogena, se. non che costituisce ancora una risposta .non soddisfacente all'impulso che l'iniziativa esogena ha cercato di imprimere all'industrializzazione? E tuttavia si potrebbe anche rilevare che l'iniziativa imprenditoriale 127 Bibiiqtecaginobianco
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