Nord e Sud - anno XIX - n. 147 - marzo 1972

.. Francesco Co~npagna Il più significativo, certame11te, per quanto riguarda l'impostazione di un discorso sulle funzioni e sull'economia di Napoli.· Perché Nitti, primo fra tutti i meridionalisti della sua generazio11e e in contrasto, per esempio, co·n Ciccotti, che era convenzionalmente alla sua sinistra, ma che oggi risulta essere stato sostanzialmente alla sua destra, anticipò temi e soluzioni che noi oggi chiamiamo la terapia dell'industrializzazione. L'illuminato e illuminante saggio di Nitti st1 Napoli fu punto di riferin1ento per noi, qt1ando- pt1l1blicammo Napoli dopo iLn secolo; ed è stato punto di riferimento per ben due dei saggi che concorrono a rendere stimolante la lettura del decimo volume della Storia di Nap·oli. Il quale, ovviamente, 110.n è dedicato soltanto all'industrializzazione, ma dedica all'industrializzazione, alle luci e magari alle ombre dell'industrializzazione, la dovuta attenzione nella consapevolezza, direi, che filo conduttore della storia di questa città, dopo jl 1860 e specialmente dopo il 1904, è appunto la vicenda cli un'industrializzazione che, se è tutt'altro che soddisfacente quando ne confrontiamo i risultati con le nostre aspirazioni, è t11ttavia l'unico segno di progresso economico e civile della nostra città. E tale risulta quando ne confrontiamo i risultati con i nostri ricordi della Napoli che stentav.a a vivere nella seconda metà del secolo scorso (e questi sono ricordi che ci sono tramandati dalla storia) e della Napoli che non si sapeva proprio come potesse riprendersi quando, per dirla con il protagonista di Napoli milionaria, fosse veramente passata « la nottata» (e questi sono ricordi che ci sono tramandati dalla memoria, la memoria del secondo dopoguerra, che abbiarr10 vissuto). Cerchiamo di immaginare, infatti, cl1e città sarebbe Napoli senza la siderurgia, o se non potesse disporre di petrolio, il cui co,nsumo è tanto aumentato e si prevede che aumenterà ancora considerevolmente. Immaginiamo pure quale declassamento subirebbe questa città se le industrie meccaniche non dovessero più tirare, sia pure nella misura insoddisfacente in c11i hanno fi11ora tirato. Ma detto questo, che l'industrializzazione ha ca1nbiato Napoli e che tuttavia non l'ha cambiata quanto sarebbe stato desiderabile, ci si deve pur domandare in che senso e perché l'i11dustrializzazione è stata finora insoddisfacente. Credo che si possa dire, a questo proposito, anzitutto quello cl1e dice Aliberti quando valuta i risultati conseguiti grazie alla legge del 1904: che tale provvedimento, cioè, è riuscito soltanto a « contenere » l'arretratezza di Napoli in margini compatibili con la ·nuova fisionomia industriale del paese. Ma dal saggio sulla « questione napoletana » nel1' età liberale, affiorano anche i limiti di una posizior1e come quella del122 Bibiiotecaginobianco

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