Gli Stati Uniti n,el Mediterraneo a Israele, il cui apparato difensivo veniva considerato deterrente efficace contro qualsiasi tentativo di minacciare, ricorrendo alla forza, lo statits quo del Medio Oriente; in secondo luogo, confidando nella impossibilità sovietica di soddisfare tutte le richieste di aiuti cl1e i nuovi amici arabi avrebbero rivolto a Mosca. U11a valutazio11e, quest'ultima, che si fondava sul gap non solo economico e militare, ma anche politico, tra arabi da un lato e israeliani dall'altro: fino al punto che preservare l'eq11ilibrio poteva significare, per Mosca, una costante emorragia e uno sforzo di mediazione votato in partenza all'insuccesso. Sta di fatto, però, che risultato di questo disimpegno, contemporaneo alla definitiva evacuazione britannica dal golfo Persico, è stato un vuoto di potere: e i sovietici non hanno tardato a riempirlo. Ai russi, insomma, non è sfuggito che la politica statunitense apriva la strada a qualcosa di più che un aumento di influenza in una delle tante zone di contrasto con gli americani: comportava, infatti, la possibilità di controllare tutta la regione (dal golfo Persico all'Africa settentrionale) che è il centro vita1e, per la ricchezza di petrolio e per la posizione strategica, dell'Europa occidentale. « Per molti anni a venire, ha scritto Jon Kimche, l'economia europea dipenderà dal petrolio del Medio Oriente e dell'Africa settentrionale: questa è, per i dirigenti sovietici, la grande attrazione e, insieme, la grande occasione ». Occasione che è· stata appunto offerta, nei fatti, dalla crisi tra arabi e israeliani. Per ora, naturalmente, la penetrazio11e sovietica è agli inizi, lo stesso quadro in cui collocare questo processo è solo acce11nato, e le 1nosse sembrano spesso incerte; pure essa ricorda, nelle sue grandi linee, il vecchio diseg110 imperiale i11g1esedi fine Ottocento, e costituisce l'estensione ai paesi petroliferi delle ambizioni che sempre gli zar hanno avuto sul1 l'impero otto·mano. Elementi indispe11sabili di questa marcia verso sud, sono stati la stretta alleanza con l'Egitto e il n1ondo arabo (in particolare, Siria e Iraq) e il controllo militare del Mediterraneo centroorientale, cioè degli stretti e del canale di Suez. L'a1Jpoggio, al Cairo si è spinto fino alla firma di un trattato di stretta collaborazio11e militare e alla partecipazione di piloti russi a limitati scontri aerei con gli israeliani. La flotta sovietica del Mediterraneo ha raggiunto una consistenz.a pressoché identica a quella americana, se si fa eccezione per la mancanza di appoggio aereo mobile, dal momento che i sovietici, non avendo portaerei, sono• costretti a cercare basi sulla terra ferma. Questo ·processo, tuttavia, rimane incerto; e non a taso. C'è il rischio, cioè, che proprio la crescente penetrazione sovietica, costringendo Mosca ad aiuti e interventi sempre più massicci e dichiarati, fi105 Bibiiotecaginobianco
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