Nord e Sud - anno XIX - n. 147 - marzo 1972

Giampaolo Zi1:cchini nella zona del Trenti110 o,rientale, trova il suo più. convinto elettorato, questo p·artito si presenta come un partito d~i contadini, degli artigiani, dei piccoli borghesi proprietari, che si batte per una sana ed onesta amministrazione pubblica, ricalcata sul modello asburgico. D'ispirazione cattolica ma non confessionale, anzi con un certo influsso di giuseppinismo, a lungo in polemica con la DC e la SVP, decisamente autonomista, ma su una linea che rifiuta ogni accenno ad una richiesta di autodecisione, questo partito, che parrebbe né carne né pesce, può, nell'attuale situazione di autonomia per il Siidtirol, accattivarsi molte simpatie nell'ambiente conservatore, sia italiano, sia tedesco, sia ladino. Pur in netta minoranza nel Consiglio regionale, il PPTT ebbe infatti momenti di notorietà quando, uscita la SVP dalla maggioranza di Giunta, vi entrò come rappresentante del gruppo allogeno, senza il quale, per norma statutaria, la Giunta non poteva sostenersi. Ora il PPTT, presente fino adesso quasi unicamente nel 1,rentino, dopo l'esperienza abbastanza positiva delle elezioni politiche generali del 1968, si appresterebbe ad ampliare ed intensificare la propria presenza nel Siidtirol. Anche qui però si affaccia l'incognita Dietl, che in un certo qual modo può decidere in un senso o nell'altro tutta la politica. di questo p,artito qualo,ra, scartata l'ipotesi di costituire un proprio partito o di entrare nella SFP, lo stetto Dietl trovasse una via d'accordo (peraltro oggi come oggi quanto mai ipotetica) con i massimi dirigenti del PP'fT. In u11 simile caso però il Partito Popolare Trentino Tirolese verrebbe travagliato da una grave crisi che modificherebbe radicalmente la sua linea politica e potrebbe co1npromettere tutti i risultati finora consegu-iti. Il PPTT, dunque, potrebbe essere nel Siidtirol un interessante elemento aggregatore della domand·a politica sia del gruppo di lin.gua italiana, o,ve finora ha raccolto prevalentemente i suoi consensi, sia di quello tedesco e di quello ladino, e in co11clusione diventare un valido mediatore di esigenze diverse che devono comunque tendere alla pacificazione, all'integrazione tra i gruppi e allo sviluppo equilibrato della società sudtirolese. Tocca ora ai suoi leaders imboccare con sic11re~za questa strada, dando al partito una precisa coloritura e funzione politica, che non sia solo quella di un 11ostalgico ricordo dei te1npi che furono. Così, a « pacchetto » approvato, la prospettiva di una chiusura della questione sudtirolese, almeno per un certo nurnero di anni, appare fattibile purché al più presto vengano emanate le norme di attuazione che non tolgano con la n1ano sinistra ciò che è stato dato· con la mano destra. Le minoranze separatiste non sono, come si è visto, in disarmo, anche se per il momento la concessione dell'autonomia le ha costrette a segnare il passo. Di problen1i scottanti, tuttavia, ne sono rimasti an100 · Bibiiotecag inobianco

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