Nord e Sud - anno XV - n. 99 - marzo 1968

Sebastiano Di Giac_omo tivi tattici e di costituire la sua forza sindacale su una base pragmatica permessa dall'elasticità delle .linee comuniste del momento » e, .a prospettare finanche una nuova scission.e sindacale. La UIL è considerata <<ilterreno- natu- . . . rale per. una riunificazione delle forze sin~q{:ali socialiste, ove. il PSI si stacchi infine dalla CGIL. E certo l'autonomia socialista non può considerarsi costruita fin quando ques~o impegno continua ». L'evoluzione della po1itica dei sindacati negli anni 'SO poteva essere meglio colta se Horowitz avesse esaminato, oltre che i rapporti tra -i sindacati ed i partiti, altri aspetti ,politici ed economici. Infatti, egli non fa quasi riferimento all'atteggiamento dei sin-dacati di fronte agli accordi europ·eistici, mentre l'ottimo e ampio esame -della situazione politica e dell'attività dei partiti e dei sindacati « democratici » in difesa delle istituzioni, lo ha portato a trascurare un approfon,dimento -del processo di sviluppo economico. Di qui è derivata una prosip·ettiva errata del ·processo -di unità sin·dacale, del tutto diversa da quanto oggi si stia verificando. Il movimento sindacale che si è costituito nella Rep·ub·blica italiana è sorto su una base progra1nmatica e organizzativa del tutto nuova: i lavoratori devono collaborare efficacemente allo sviluppo democratico dello Stato, che non è più l'avversario da combattere, e -devono associarsi in un organismo unico, indipendente da qualsiasi partito politico, senza più distinzione tra lavoro proletario e lavoro tecnico-intellettuale. Inoltre, il nuovo problema del sindacato non è più solo quello della ·semplice ri,p-artizione d-el reddito, ma anche quello della responsabilità della pro·duzione. Purtro-ppo, la situazione politica generale, in particolare la politica internazionale dei blocchi contrapposti, e la conseguente scissione sindacale, hanno portato i sindacati ad esasperare i loro contrasti. Ma era prevedibile. che, una volta venuta n::ieno la speranza di dare vita ad una società radicalmente diversa, la stessa CGIL si sareb-be allineata su posizioni di autonomia sindacale. Innanzitutto, come lo stesso Horowitz rileva, la politica .dei partiti co-ntinuava a togliere forza ai sindacati. InJatti, i lavoratori erano convinti che un vero potere sindacale poteva essere co-nquistato principalmente con azioni politiche. Inoltre, la presenza di una notevole quantità di disoccupati non « sindacalizzabili » esercitava una pressio·ne su tutti gli altri lavoratari indicando, nell'esercizio del diritto di voto, precisi fini sindacali. Perciò aumentava_ la preoccupazione delle organizzazioni sindacali di riguadag.nare la forza perduta svolgendo un ruolo _di affiancamento e perfino di soggezione ai partiti. Di co-nseguenza, i sindacati dovevano far propri · i mezzi e le finalità dei partiti a cui aderivano, e ,dividersi secondo, la gravità dei contrasti -politici, interni e internazionali. Ma l'iniziale periodo dello sviluppo economico trovava divisi i sindacati su una questione fondamentale circa il ruolo che essi stessi sono chiamati a svolgere. Il problema era questo: quale sistema economico e sociale avreb-bero dovuto auspicare le forze del lavoro? · La CISL e la_ UIL erano favorevoli, se non proprio alla stabilizzazione del sistema tradizionale capitalistico, ad una democratica o•rganizzazione del66 Bibliote·caginobianco

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