Giornale a più· voci alla competenza acquisita in campo economico e finanziario come funzionario del Ministero delle Finanze e grazie alla « spoliticizzazione» dei Ministeri << tecnici» operata dal regime gollista, vi è rimasto per circa tre anni segna- .landosi quasi subito come uno dei delfini della Quinta Repubblica. Liquidato nel gennaio del 1966, secondo alcuni per un interv.ento personale di De Gaulle, secondo altri per una manovra comb•inata di comune accordo tra Pompidou e Debré, ha dato. prova della sua intelligenza politica rifiutando. i suggerimenti dei suoi amici. - che lo avrebbero voluto all'opposizione - ed è rimasto invece - e malgrado il torto subìto, - saldamente ancorato alla maggioranza governativa. Il disegno politico di Giscard è molto semplice: stare al governo senza condividen1e fino in fondo le opzioni politiche. Questa strategia si fonda sulla convinzione che soltanto una parte dell'elettorato della Union Démocratique - V Republique è di vocazione interamente gollista. Gli altri, la maggio,r parte, sono gli elettori centristi tradizionali, gollisti per necessità, cioè per amore della stabilità politica, o magari per altre ragioni, lontani comunque .dall'accettare tutte le iniziative di politica intern,a ed internazionale che il re- ) gime ha preso negli ultimi dieci anni. I A questa parte dell'opinione pub·blica che bisogna tirare dalla propria parte per farne la b-ase della propria fortuna politica; che non vuole tanto cambiare strada quanto essere rassicurata sul significato e sulle implicazioni finali di certe scelte, applaudite, ma « scomode » o addirittura inquietanti, Giscard si è rivolto con la ormai celebre formula del « oui mais »: sì al gollismo, .ma con riserva. Sì ad una maggioranza stabile, elemento indisp·ensabile per un,a gestione corretta degli affari pubblici, purché non siano messi in giuoco il patrimonio ideale del liberalismo, le funzioni del parlamento,, il sacrosanto diritto dell'opposizione ad esprimersi in qualsiasi circostanza e su ogni problema. Sì, n·ell'insieme, alla politica economica e sociale del governo in carica, purché non siano fatte troppe· concessioni al dirigismo latente in molte personalità di sicura fede gollista che non sembrano apprezzare nel loro giusto valore i vantaggi della libertà di impresa. Sì, infine, alla politica estera del Generale ( « l'America? una grande potenza priva di un sufficiente grado di maturità politica»), purché non siano superati certi limiti. I limiti del buon senso, che suggeriscono che non si parli troppo di una Europa « dal1' Atlantico agli Urali» a cui nessuno crede sul serio, o del ruolo mondiale della Francia come terza forza; e i limiti della convenienza politica, o se si vuole del realismo, che consigliano. un atteggiamento meno ostile nei confronti della Gran Bretagna e del potente «amico-alleato-rivale» .d'oltre Atlantico. Notevole per la sua intelligenza.. il disegno politico di Gìscard è però debole in un punto:· n·on è 1appoggiato da una organizzazione politica capace di sviluppare in profondità tutte le possibilità d'azione cbe vi sono implicite. Tale. organi~azione politica è costitui(a dal ·gruppo dei Repubblicani Indipen-denti e dalla rete dei clubs Perspectives. et Réalités. 11 gruppo dei R. I. si è costituito• in occasione delle .elezioni legislative del 61 Bi·bliotecag·inobianco •
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