Nord e Sud - anno XV - n. 99 - marzo 1968

Felice.·La Rocca a cavalcarla contro la Democrazia Cristiana., confondendo ad ogn1 passo le cose per caricare noi ed i nostri uo.mini di tutte le colpe, bruciando con le vostre mani tutti i tentativi di colloquio che qualche vostro t1o·mo più pensoso aveva fatto, avallando la tesi che in voi torna lacl essere strumentale sempre, anche nei confronti di chi cercava di capire cosa c'era dentro di vo-ì ed evitava ogni rozza polemica nei vostri confronti e, bloccando ancora una volta al vostro inte~no ogni minin1a possibilità di sblocco alla crisi di coscienza cl1e sta investendo anche - dico anche -- il vostro partito, il vostro stesso gruppo. E vi è testimonianza dei colloqui che facciamo spesso con voi perché e~ parliamo tuti i giorni, puntando persino sul blocco laico che è la carta più reazionaria che possa essere inventata, reinventata e immaginata per questo povero paese- e che ha_ trova~o qui dentro sta111attina delle passerelle cordiali tra voi -e i liberali ». - . Piccoli continuava a scrivere rie111piendo una cartella dopo l'altra. Polemizzava con i liberali, ammoniva i comunisti a non co,mmettere un « im1nenso errore» -contro .i _l_oro stessi o,biettivi, ricordava che la « distruzione morale » della classe politica crea il vuoto attraverso il quale passano i totalitarismi, sottolineava che se le polemiche dovessero avere questo effetto non sarebbero i comunisti a « cogliere i risultati». E subito dopo: « ricordate . . che il gap di credibilità, che ha portato in Grecia e in altri paesi al tramonto della· democrazia, è insorto sulla incapacità delle forze politiche innanzi a t_emi come quelli della difesa della libertà, di abbandonare .lo spirito- di fazione e di concorrenza per far prevalere un metodo di serie~à ». Queste. cose -il vice-segretario della DC le disse nel po1neriggio dello stesso giorno alla .Camera. Ed ottenne un successo notevole. A Montecitorio. non si parlava d'altro. Piccoli, sì diceva, ha aperto. il « dialogo » con il PCI. I_:comunisti sembravano disorientati. Essi, è vero, hanno sempre _puntato al « dialogo », ma non consideravano opportuna la mossa di Piccoli alla vigilia di una elezione politica che sperano di potere affro,ntare, ancora .una volta, nella forma tradizionale e _comoda della contrapposizione frontale: una contrapposizione che favorisce l'egemonia d.c. nell'area maggioritaria e serve al PCI per raccogliere intorno alle sue bandiere il malconte11to e l'opposizione ~ntidern.oc_ristiana. I giornali di informazio_ne · apparivano scandalizzati. Dove si v~ole a~rivare? Veramente la DC pensa alla « Rep•ubblica concil_iare » ?· Negli ambienti .vaticani si definiva improp·ria la formula. « Repubblica co,nciliare »~ Il giornale democri~tiano girava a vuoto, lasciando intrav':edere il compiacimento del suo direttore per l'iniziativa di Piccoli_ e al tempo stesso l'imbarazzo derivante dalla impossibilità di portare avanti un disc<>rso troppo difficile.· La sinistra d.c. manifestava la sua soddisfazione, mentre· ip. amI:?i~nti vicini a Palazzo Chigi si dava atto a Piccoli di avere otten-~to un risultato apprezzabile distraendo l'attenzione dalla polemica sul SIFAR. Meno atteso, negli stessi ambienti, il discorso pronuncia.to qualche giorno dopo. a Trento dall'on. Ru·mot, un discorso confuso con il quale il segretario della DC ha cercato di provocare due diverse reazioni: ottenere con56 Bibliotecaginobianco

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