.... Note della Redazione respingere la proposta di· rinvio, quindi (intanto i socialisti e l'opposizione di sinistra avevano lasciato l'aula) per approvare la delibera. Quanto effimera fosse stata la conversione çl,el gruppo di potere den10cristiano dall'oltranzismo della scorsa primavei'·a alla linea 1norbida degli ultimi tempi, lo si è dunque ben compreso. E lo hanno compreso i socialisti, facendo dimettere i loro assessori dalla Giunta provinciale e chie,dendo una « chiarificazione » tra le segreterie provinciali dei 11artiti di centro-sinist.ra. Poiché finora la serie delle riunioni inter-partitiche non è terminata, non sappiamo, 111,entrela nostra rivista va in, 1nacchina, se tra PSU e DC si ristabilirà un accordo per un'amministrazione di ce1itro-sinistra alla Provincia e, in caso affermativo, su che base; o, ancora, nell'ipotesi che non vi sia accordo, se la crisi della Provincia sarà seguita da quella dell'amministrazione comunale napole(ana, secondo quanto hanno minacciato, per rappresaglia, i democristiani e secondo quanto potrebbe accadere, peraltro, a causa d·ello scontento che repubblicani ed alcuni socialisti manifestano in merito all'attività dell'amministrazione in materia urbanistica. Tuttavia non è l'epilogo inin1ediato, formale, della vicenda, che più ci interessa. Non è difficile prevedere, al riguardo, che tra DC e PSU si raggiungerà un accordo· che ponga riparo alla crisi alla Prot!incia. I socialisti, che ora hanno· avut9 il merito di porre concretamente sul piano politico il proble·ma dell'inquadramento del progetto della nuova strada in un piano territoriale, lo scorso anno, o per timore d'impopolarità presso l'elettorato o perché avevano maggiore fiducia nelle garanzie della DC, avevano approvato la prima delibera concernente la « Sorrentina ». E ciò restringe oggi il loro campo di azione, onde è naturale che cerchino un accordo. Ciò che· in1porta invece rilevare è che, nelle nuove fasi dell'« affare della Sorrentina», co1ne, d'altronde, - se si volesse scegliere qualche altro punto di riferimento - nelle vicende clel nuovo Piano Regolatore di Napoli, trovano conferma quei motivi di debolezza che sono venuti emergendo negli ultimi anni nella versione locale, napoletana, della politica di centro-sinistra. Motivi tali da inge11erare delusio,ne nell'opinione pubblica, e non solo nell'opinione pubblica disattenta o qualunquista. E la cosa più preoccupante è che tali motivi di debolezza - che trovano la loro origine soprattutto nel modo in cui i democristiani napoletani (forse non tutti i democristiani, ma certo il gruppo di potere! della DC, quello che conferisce al partito la sua fisionomia sul piano locale) hanno interpretato questa formula - siano tali da ingenerare sfiducia non già soltanto nei confronti dei responsabili politici di questo· stato di cose, rna nei confronti della forniula stessa. D'altronde, c'è poi ragione di stupirsene tanto? Chi ha assorbito buona parte del personale già laurino, e ne ha ereditato l'elettorato per una quota non modesta, è certo meno restio nei confronti della logica del clientelismo, dell'elettoralismo fine a se ·stesso, del potere senza contenuto: gli attributi, cioè, che dolorosamente si deve riconoscere spettan-o al metodo d'azione politica al quale la DC napoletana non di rado ricorre. 54 Bibliote·~aginobianco
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