I NOTE· DELLA REDAZIONE Relazioni extraconiugali e sicurezza dello Stato Da un avvocato difensore del generale De Lorenzo sono state fatte in tribunale affermazioni molto gravi. Naturalmente, l'avvocato faceva il suo mestiere; anzi, il suo dovere professionale. E non è certo per polemizzare con lui che noi dò1bbiamo rilevare e confutare (quando la nostra rivista sarà p-ubblicata, conosceremo già la sentenza del tribunale) le cose gravissime che i giornali hanno riferito, ma non confutato (magari, vogliamo augurarci, per non turbare con i· loro commenti e le loro polemiche l'atmosfera nella quale i giudici devono soppesare i vari dati del processo). Dunque, secondo l'avvocato del generale De Lorenzo, non ci sarebbe stata nessuna deviazione da parte del Sifar, perché « il servizio di sicurezza dello Stato ha il dovere di indagare, di tenere gli occhi aperti su tutti coloro i quali, per qualsiasi ragione, vengano a conoscenza di notizie segrete o riservate di carattere politico, economico, o industriale». Si badi: non si dice notizie di carattere militare, ma « di carattere politico, economico, industriale ». E già questo - specialmente dopo quanto è stato detto e scritto circa i rapporti del Sif ar con certe misteriose e ambigue propaggini della Confindustria - ci sembra un modo d'intendere le funzioni del servizio di sicurezza che non è accettabile . . Ma l'avvocato del generale De Lorenzo ha detto ben altro; ha affermato, cioè, che l'uomo politico « non può eccepire la tutela della propria intimità» e se pretende il rispetto di questa intimità non deve andare alla ricerca di cariche pubbliche, non deve esercitare un'attività che lo porta a conoscere « notizie segrete ». A questo proposito l'avvocato ha riecheggiato motivi clie lo stesso generale De Lorenzo aveva cercato di far valere (nel suo ricorso al Consiglio di Stato): « ai fini della sicurezza del paese è proprio nel settore della vita privata che può capitare all'uomo politico di venire occasionalmente in contatto con elementi e co-nambienti sospetti». E ancora: « non c'è dubbio che qualche aspetto della vita privata del personaggio politico possa risolversi in un grave pericolò per la sicurezza del paese » ( e qiti, naturalmente, il richiamo al caso Profumo era scontato). Sulla base di queste considerazioni, qitindi, le indagini del Sif ar più eh(!, lecitamente dovevano essere indiri.zzate anche ad accertare « consuetudini sessuali » e « relazioni extraconiugali » degli uomini politici e comunque esercitanti attività pubbliche: « fino alla conoscenza di eventuali figli illegittimi »: .. I. questa la tesi del generale De Lorenzo e dei suoi difensori. No. Mai. Respingiamo con disgusto questa tesi. Se la sicurezza dello Stato imponesse cose del genere, noi diremmo che preferiamo l'insicurezza dello 47 Bibliòtecaginobia_nco
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