Nord e Sud - anno XV - n. 99 - marzo 1968

I I L'occupazione nel 1967 Mettendo insieme la situazione dei vari settori di cui abbiamo riferito, si ha un'idea delle enormi difficoltà che s'incontreranno in futuro per raggiungere e mantenere una situazione di piena occupazione efficiente. In altri termini, dalle considerazioni che abbiamo fatto, si deve desumere che per la creazione di nuovi posti di lavoro, capaci di assorbire i giovani che annualmente si presentano per la prima volta sul mercato del lavoro nonché coloro che lasciano l'agricoltura, si potrà fare affidamento soltanto sul settore industriale ed in particolare sull'industria manifatturiera. Inoltre, in un settore molto im•portante - il settore distributivo - occorrerà affrontare il problema della sua ristrutturazione. Tale problema va affro,ntato con cautela e lungimiranza, perché esso presenta aspetti che toccano da vicino l'intero sistema economico. Se non si volesse procedere alla sostituzione dei piccoli negozi attuali con 11egozi di maggiori dimensioni, capaci di assicurare ]a distribuzione a ,costi più bassi, continuerebbe a verifìcarsi in futuro un costante incremento dei prezzi al dettaglio, così con1e è avvenuto in passato. Tale aumento dei prezzi farebbe aumentare il costo della vita e, tramite il meccanismo della scala mobile, avrebbe come effetto un aumento dei salari industriali. A sua volta, quest'aumento salariale, ove non fosse accompagnato da aumenti di produttività del lavoro, si risolverebbe in un a.umento dei costi di produzione, che porrebbe in condizioni di disagio le industrie più soggette alla concorrenza all'interno del Mercato Comune. E poiché le industrie, così danneggiate, molto difficilmente riuscirebbero a scaricare l'aumento dei costi nell'aumento dei prezzi, esse tenderebbero a rifarsi, elevando l'intensità capitalistica dei loro metodi produttivi allo scopo di ridurre l'incidenza del costo del lavoro; ma così facendo ridurrebbero ulteriormente la possibilità di creare nuovi posti lavoro nei quali assorbire i nuovi lavoratori e quelli provenienti dall'agricoltura. Dall'altra parte, se la ristrutturazione del settore distributivo avvenisse m-olto bruscamente, si correrebbe il rischio di. avere una drastica riduzione dell'occupazione; e la manodo-pera così espulsa dal settore non potrebbe essere assorbita se non molto lentamente dal settore industriale,, già impegnato ad occupare i lavoratori nuovi e quelli provenienti dall'agricoltura. Si creerebbe così un aumento notevole di disoccup-azione, con tutte le consegue11ze politico-sociali che a tale fenomeno . . s1 accompagnano. Tuttavia, questa situazione del mercato ,del lavoro presenta anche i suoi vantaggi. Infatti, co,ntrariame·nte a . quanto potrà avvenire in economie quali quella tedesca e francese, non si dovrebbero verificare strozzature nel processo di sviluppo economico causate da carenze 45 Bibliotecaginobianco

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